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Il Libro del Centenario - Circolo Canottieri Irno ASD

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<strong>Circolo</strong> <strong>Canottieri</strong> <strong>Irno</strong> 1910•2010 100 anni di passione<br />

Si pone, quindi, il problema su cosa fare.<br />

<strong>Il</strong> sig. Canottaggio, e cioè l’ing. Capone, sposa la proposta <strong>del</strong> suo<br />

“aiutante di campo” Annunziata, di strutturare un progetto di sostegno<br />

economico per gli atleti di vertice, sui quali si fondano le<br />

speranze per l’ingresso tra le società che cedono atleti alla rappresentativa<br />

olimpica.<br />

L’idea è semplice. Assegnare <strong>del</strong>le borse di studio ai canottieri<br />

più meritevoli <strong>del</strong>le categorie senior e pesi leggeri, per consentire<br />

agli atleti di avviarsi agli studi universitari continuando l’attività<br />

agonistica di vertice e, al tempo stesso, di non pesare totalmente<br />

sulle famiglie per le esigenze quotidiane. Gli assegni di studio non<br />

avrebbero, naturalmente, potuto competere con la misura <strong>del</strong>lo<br />

stipendio pieno assicurato dai Corpi militari ma è anche vero che,<br />

rimanendo a casa, pure le esigenze economiche non sarebbero<br />

state maggiori, trattandosi comunque di atleti giovanissimi.<br />

Un altro vantaggio sarebbe stato quello di garantirsi, a fi anco alla<br />

straordinaria esperienza di una carriera sportiva di vertice, un diploma<br />

di laurea o comunque un titolo in grado di poter assumere<br />

nel mondo <strong>del</strong> lavoro un ruolo più qualifi cato.<br />

Non sempre, anzi invero molto raramente, terminata l’attività agonistica<br />

i canottieri dei gruppi militari riescono ad ottenere mansioni<br />

adeguate alle aspettative perché il tempo dedicato allo sport<br />

non è di aiuto nella progressione di carriera. Sono, poi, rarissime<br />

eccezioni quelli che riescono a rimanere nel mondo <strong>del</strong> remo.<br />

Tuttavia, il progetto <strong>del</strong>la sezione canottaggio non incontrò i favori<br />

<strong>del</strong> Presidente Fruscione e <strong>del</strong> Consiglio in carica, che non pose<br />

neanche all’ordine <strong>del</strong> giorno la questione.<br />

Si iniziò a pronunciare, forse impropriamente, la parola “profes-<br />

1989 <strong>Il</strong> 4 con senior in allenamento nel porto<br />

sionismo” che atterriva perché in contrasto con gli ideali decoubertiniani,<br />

di cui il canottaggio è una <strong>del</strong>le più classiche espressioni,<br />

e soprattutto perché mal conciliabile con le fi nanze <strong>del</strong> <strong>Circolo</strong>.<br />

E, probabilmente, giocò un ruolo determinante la non esatta<br />

percezione <strong>del</strong> valore e <strong>del</strong>le prospettive dei giovanotti che Pappalardo<br />

aveva sapientemente allevato; in parole povere, la squadra<br />

“irripetibile” venne erroneamente ritenuta ben più ripetibile, per<br />

cui forse non valeva il sacrifi cio economico, peraltro non straordinario<br />

perché limitato a quattro o cinque atleti, per le casse sociali.<br />

E, purtroppo, non se ne fece nulla e Maurizio Milan partì.<br />

Anche Massimo Annunziata, dopo tre titoli italiani consecutivi<br />

che inopinatamente non sono valsi l’interesse dei selezionatori<br />

azzurri e pesi leggeri, se non per qualche fugace ma brillante apparizione<br />

in campo internazionale, appende il remo al chiodo per<br />

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