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Il Libro del Centenario - Circolo Canottieri Irno ASD

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<strong>Circolo</strong> <strong>Canottieri</strong> <strong>Irno</strong> 1910•2010 100 anni di passione<br />

diritto a prendere parte alla gara internazionale che si sarebbe disputata<br />

il giorno successivo.<br />

<strong>Il</strong> 28 giugno <strong>del</strong> ’59 successe a Napoli quello che nessuno avrebbe<br />

potuto prevedere.<br />

Gli equipaggi in gara erano cinque: il Trud di Leningrado, il <strong>Circolo</strong><br />

<strong>Canottieri</strong> <strong>Irno</strong>, il Centro Nautico Sportivo Guardia di Finanza<br />

di Gaeta, il Nautico Sportivo Carabinieri di Roma ed il <strong>Circolo</strong> <strong>Canottieri</strong><br />

Napoli.<br />

L’armo <strong>del</strong>la Guardia di Finanza, con Giancarlo Trevisan capovoga,<br />

era da tutti ritenuto fortissimo ma ancor più temibile era<br />

l’armo russo in cui vogavano i famosissimi atleti Campioni d’<br />

Europa, che di recente avevano battuto i migliori equipaggi <strong>del</strong>-<br />

96<br />

la Jugoslavia,<strong>del</strong>la Francia, <strong>del</strong>la Ungheria, Germania e Spagna.<br />

La domenica precedente, nel corso di un meeting all’Idroscalo di<br />

Milano, questo armo si era concesso il lusso di staccare in maniera<br />

addirittura umiliante gli atleti <strong>del</strong>la Romania e gli italiani <strong>del</strong>la<br />

Moto Guzzi e <strong>del</strong>la Falck di Dongo.<br />

Mentre gli armi si avviavano alla linea di partenza, i tecnici, gli appassionati<br />

<strong>del</strong> remo, gli stessi atleti erano discordi soltanto sullo<br />

spazio di mare che avrebbe diviso, alla boa di arrivo, l’equipaggio<br />

sovietico dagli armi italiani .<br />

Dei quattro ragazzi <strong>del</strong>l’<strong>Irno</strong> si ammiravano soltanto l’alto senso<br />

sportivo, lo spirito di disciplina e la fermezza che li sollecitava in<br />

una impresa <strong>del</strong> tutto assurda.<br />

Essi sono tanto emozionati ma hanno il desiderio di mostrare la<br />

loro condotta di gara. Vogano su una barca nuova, fi ammante e,<br />

al momento di staccarsi dal pontile per andare in partenza, il timoniere<br />

Ninuccio Rossi li ha guardati in volto ed ha detto loro :<br />

“Guagliù’, ‘cca dobbiamo lottà p’ ‘e diebbete!<br />

La regata verrà ricordata a lungo.<br />

Al via passa subito in prima posizione l’<strong>Irno</strong>. Sbalordendo tecnici<br />

ed afi cionados <strong>del</strong>lo sport remiero, con una palata altamente redditizia,<br />

lascia nella scia <strong>del</strong>la propria imbarcazione l’ armo russo e<br />

quello <strong>del</strong>la Guardia di Finanza di Gaeta.<br />

I sovietici tentano un attacco che non coglie di sorpresa l’armo<br />

salernitano. Esso passa all’attacco rinforzando il numero dei colpi<br />

in acqua. Poi si pone decisamente al comando con circa una barca<br />

e mezza di vantaggio. Igor Rudakov, il timoniere russo, incita i<br />

suoi canottieri a riprendersi e chiede un ultimo sforzo chiamando<br />

1958- da sx in alto : Peppe Giannatiempo-Franco Sarno-il socio Franco Verrengia- Ugo Pisano ed Enzo<br />

Troisi - In 1° fi la seduti: Gigino Capone-Ciccio Consiglio-Vittorio Giorgi e l’allenatore Icilio Petraccaro<br />

In prima fi la il marinaio Gaetano Stabile ed il socio Giovanni Spinelli

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