Guida degli Archivi capitolari d'Italia. I - Direzione generale per gli ...
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Gravina di Pu<strong>gli</strong>a<br />
zetto di tre spighe di grano sovrapposte da tre C, consecutive. I due campi<br />
erano racchiusi da una corona con la scritta. Capitulus Ecclesiae Cathedralis<br />
Gravinensis. Successivamente il sigillo rimase invariato nella forma,<br />
ma cambiò nel campo su<strong>per</strong>iore, ove al posto della Vergine S. Maria del<br />
Piede sono messe due C, l’una verticale e l’altro orizzontale, sovrapposta<br />
alla verticale. Oggi è costituito da un ellissoide bipartito, avente in alto<br />
le due C sovrapposte ed in basso un mazzetto di tre spighe di grano, il<br />
tutto racchiuso in una corona ovale avente la scritta: Capitolo Cattedrale<br />
di Gravina.<br />
L’<strong>Archivi</strong>o Capitolare, oggi, fa parte dell’<strong>Archivi</strong>o Storico Diocesano di<br />
Gravina. Questo consta di diversi fondi, ricomposti nella forma e nella<br />
qualità determinate dal Cardinale Vincenzo Maria Orsini nel 1714.<br />
Certamente l’Orsini è stato rispettoso delle norme tridentine e delle bolle<br />
pontificie di Pio V e Sisto V, con cui ha sistemato <strong>gli</strong> archivi delle diocesi<br />
di Siponto, Manfredonia, Cesena e Benevento. Tale es<strong>per</strong>ienza, già<br />
ben collaudata, lo induce a ricomporre i fondi archivistici della diocesi<br />
gravinese, proprio in un momento di particolare disorientamento <strong>generale</strong>.<br />
Questa lunga e sistematica o<strong>per</strong>azione di tutela ed ordine delle testimonianze<br />
storiche costituisce il presupposto reale di quel programma<br />
archivistico, che l’Orsini, da papa, fissa nella bolla «Maxima Vigilantia»<br />
del 14 giugno 1727.<br />
La storia documentata del Capitolo inizia nel 1091, come sopra ricordato.<br />
Dis<strong>per</strong>sione, distruzione e asportazioni si sono avute nel corso dei secoli.<br />
Nel 1564 il vescovo Angelo Pellegrino impose l’obbligo di redigere<br />
in duplice copia i documenti e di conservarli in archivio. Lo stesso Pellegrino<br />
con apposito editto obbligò il Capitolo di conservare il sigillo capitolare<br />
in <strong>Archivi</strong>o, da tenersi chiuso da tre chiavi detenute dal procuratore<br />
<strong>generale</strong> e da altre due dignità. Il primo ordinamento sistematico<br />
si ha dopo il 1626.<br />
L’intervento diretto del cardinale Vincenzo Maria Orsini, poi papa Benedetto<br />
XIII, che si reca a Gravina come delegato e visitatore apostolico<br />
è decisivo. Questi, il 31 dicembre 1713 giunge a Gravina e vi rimane sino<br />
al 25 giugno del 1714. Durante questi mesi di <strong>per</strong>manenza si dedica<br />
ad una intensa e proficua o<strong>per</strong>a di assestamento della Chiesa e del patrimonio<br />
ecclesiastico. Tra l’altro si occupa anche dell'istituzione e ordinamento<br />
del fondo «<strong>Archivi</strong>o Capitolare», di quello «Vescovile» e di<br />
quello della chiesa ed «O<strong>per</strong>a Pia Sacro Monte dei Morti (Purgatorio)»,<br />
allo stesso modo, come e<strong>gli</strong> ha <strong>per</strong>messo di fare all’archivio del monastero<br />
di Benevento nel 1709 e all’archivio Comunale di Benevento nel<br />
1710. Il cardinale Orsini rinviene la documentazione nella più completa<br />
confusione: in «coeno», ebbe modo di dire, ossia nella melma. Infatti,<br />
Pizzella, vicario apostolico, nella sua relazione del 24 agosto 17 ribadì che<br />
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