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Guida degli Archivi capitolari d'Italia. I - Direzione generale per gli ...

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ARCHIVIO CAPITOLARE<br />

DELLA CATTEDRALE DI AGRIGENTO<br />

Località: Agrigento<br />

Denominazione: <strong>Archivi</strong>o Storico Capitolare della Cattedrale<br />

Indirizzo: Cattedrale, via Duomo - 92100 Agrigento<br />

<strong>Archivi</strong>sta Capitolare: mons. Pietro Re<br />

Accessibilità: su richiesta motivata<br />

Orario: venerdì, ore 9,30-12,00<br />

Compilatore della scheda: dr. Giuseppe Schirò<br />

Il Capitolo di Agrigento nasce insieme con la rifondazione della chiesa<br />

agrigentina <strong>per</strong> o<strong>per</strong>a del conte Ruggero il Normanno il quale, dopo la<br />

conquista di Agrigento (25 lu<strong>gli</strong>o 1086) chiama a governare quella chiesa<br />

Gerlando da Besançon, da lui <strong>per</strong>sonalmente conosciuto e con diploma<br />

del 1093, confermato dal pontefice Urbano II, lo costituisce vescovo<br />

di Agrigento assegnando alla diocesi un vastissimo territorio che si estendeva<br />

sino al mare Tirreno, con possessioni e privilegi che saranno accresciuti<br />

in seguito. Nella sua intensa attività, rivolta al ripristino della fede<br />

cristiana, il vescovo Gerlando, proclamato santo già poco dopo la sua<br />

scomparsa e poi venerato come protettore principale della diocesi, ottiene<br />

la collaborazione di quattro compagni che lo hanno seguito da Besançon:<br />

Norberto, Gerardo, Deodato e ancora un altro Gerardo, i quali<br />

sono considerati il primo nucleo del Capitolo, che il santo organizza sul<br />

modello di quello della sua città di origine, dove era ancora vivissimo il<br />

ricordo di S. Ugo di Salins (1031-1066), che aveva dato grande impulso<br />

alla canonicale ed era stato il maestro spirituale dello stesso Gerlando.<br />

Lo storico della chiesa agrigentina Domenico De Gregorio afferma che<br />

è verosimile che Gerlando avesse adottato <strong>gli</strong> statuti promulgati dal suo<br />

maestro, i quali, poi, in sostanza, erano conformi alle regole di S. Isidoro<br />

di Sivi<strong>gli</strong>a (570-6356), detto “padre dei canonici” e che erano stati <strong>per</strong>cepiti<br />

dap<strong>per</strong>tutto e ratificati in sinodi e concili. Ugo di Salins aveva <strong>per</strong>ò<br />

voluto che il Capitolo fosse formato da sacerdoti e chierici non religiosi,<br />

fosse cioè “secolare” non “regolare”, e <strong>per</strong>ciò il capo doveva chiamarsi<br />

“decano” e non “priore”. Ancora in quell’epoca lo stato canonicale veniva<br />

considerato una via assai efficace <strong>per</strong> il rinnovamento della Chiesa<br />

e veniva incoraggiato da papa Urbano II (1088-1099).<br />

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