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Guida degli Archivi capitolari d'Italia. I - Direzione generale per gli ...

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Enrico Cardona nomina canonici i sei sacerdoti che da tempo svolgono<br />

le funzioni di parroci. Ma essi non sono stati considerati appartenenti al<br />

capitolo.<br />

Per eliminare i contrasti e dopo qualche altro precedente tentativo, l’arcivescovo<br />

Girolamo Venero, nel 1625 istituisce una “Collegiata” di canonici<br />

nella vicina chiesa del Crocefisso, sede di intenso culto. Quella<br />

chiesa viene allora considerata “concattedrale”. Ma i contrasti non cessano.<br />

Il clero secolare viene in qualche modo appagato con l’istituzione,<br />

nella chiesa cattedrale, di un corpo di 18 regi prebendati e di 20 vicari<br />

di coro. Questa situazione si mantiene sino al 1866 quando tutte queste<br />

istituzioni vengono colpite dalla legge di soppressione delle corporazioni<br />

religiose.<br />

Da quel momento il capitolo dei benedettini non esiste più nella realtà,<br />

ma, sul piano giuridico, le contese con il clero secolare si protraggono fino<br />

al 3 settembre 1918 quando, con decreto della S. Congregazione Concistoriale,<br />

il capitolo viene ricostituito con sacerdoti secolari, che si<br />

insediano solo nel 1925.<br />

Attualmente il Capitolo risulta formato da 12 canonici e 6 mansionari.<br />

La prima dignità è quella di arcidiacono, la seconda quella di decano, la<br />

terza quella di ciantro. Vi è poi il canonicato teologo ed il canonico penitenziere.<br />

Tra i benedettini di Monreale si sono distinti Paolo Catania, poeta e letterato,<br />

vissuto tra il ‘500 ed il ‘600, Mauro Marchesi, suo coetaneo, giudice<br />

dell’Inquisizione, Vincenzo Barralis, fondatore della biblioteca nel<br />

1609, Benedetto Balsamo († 1844), arcivescovo di Monreale, restauratore<br />

del Duomo, dopo il rovinoso incendio del 1811 e soprattutto Domenico<br />

Benedetto Gravina, l’ultimo abbate storico, archeologo, erudito, che<br />

pubblica nel 1860 una monumentale o<strong>per</strong>a in due volumi in folio sul duomo<br />

di Monreale, arricchita di tavole cromolitografiche e disegni.<br />

Avuto riguardo a quanto detto sopra, l’archivio capitolare si identifica con<br />

quello del monastero dei Benedettini.<br />

La documentazione più antica e più pregiata, che va dall’epoca normanna<br />

verso la metà del ‘400, è costituita dal “Tabulario di Santa Maria La<br />

Nuova di Monreale”, una raccolta di 345 <strong>per</strong>gamene, gelosamente conservate<br />

dal Capitolo dei Benedettini, ma, poi essendo considerata appartenente<br />

allo Stato <strong>per</strong> effetto della legge del 1866, è stata trasferita presso<br />

la Biblioteca Regionale Centrale di Palermo nel 1941, dove è diligentemente<br />

custodita, microfilmata e resa di pubblica fruizione.<br />

La documentazione cartacea, che va dalla fine del ‘400 al 1866 è stata recu<strong>per</strong>ata<br />

intorno al 1960, insieme a quanto rimaneva <strong>de<strong>gli</strong></strong> archivi delle<br />

corporazioni religiose soppresse e depositata presso la chiesa collegiata<br />

di Monreale, dove con quella <strong>de<strong>gli</strong></strong> altri archivi suddetti, è stata riordinata.<br />

È formata da 560 registri e da 756 faldoni.<br />

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<strong>Guida</strong> <strong>de<strong>gli</strong></strong> <strong>Archivi</strong> <strong>capitolari</strong> d’Italia, I

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