GENERALI INVESTMENTS SICAV - Gruppo Banca Esperia
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Relazione del Gestore degli investimenti<br />
sopra i valori di inzio anno (100). Anche l’oro ha prima proseguito la tendenza rialziasta portando da circa 1,410 dollari l’oncia<br />
a circa 1,900 nei mesi estivi: poi, anche in risposta al rafforzamento del dollaro, ha ripiegato chiudendo l’anno a 1,585 dollari.<br />
Le prospettive<br />
Negli ultimi mesi del 2011, i principali organismi internazionali hanno ridotto le previsioni di crescita per il 2012: le previsioni di<br />
consenso continuano ad evidenziare ritmi di crescita nel complesso solidi in tutte le aree emergenti mentre per i paesi avanzati<br />
i tassi di crescita saranno ancora inferiori al loro livello potenziale. In particolare, si continua a segnalare la fragilità dell’Area<br />
Euro che potrebbe essere ancora condizionata dalla crisi dei debiti sovrani e dalla necessità di adottare politiche fiscali<br />
restrittive.<br />
Analisi delle performance del portafoglio<br />
Comparti azionari<br />
Europa<br />
Il comparto European Equities Opportunity ha registrato un ribasso dell'11,87%, sovraperformando il proprio benchmark. Nel<br />
primo semestre il patrimonio del comparto è stato interamente investito sui mercati azionari. Nella seconda parte dell'anno, con<br />
la modifica della strategia, l'esposizione alle azioni è stata ridotta, restando compresa tra il 75 e il 90% del patrimonio in<br />
funzione della congiuntura macroeconomica. La riduzione dell'esposizione azionaria ha permesso di limitare l'impatto del<br />
crollo dei mercati azionari verificatosi nel terzo trimestre. Per quanto riguarda l'allocazione settoriale, il portafoglio del comparto<br />
è risultato mediamente sovraponderato nei settori IT ed energetico e sottoponderato nei settori finanziario e industriale.<br />
Sull'andamento del comparto ha inciso in particolare il ridimensionamento del settore delle utility verificatosi nel secondo<br />
semestre, quando era sovraponderato nel portafoglio, a causa dei rischi normativi che hanno spinto al ribasso le quotazioni.<br />
Sulla performance ha inciso anche l'andamento positivo dei titoli del settore sanitario, in cui il comparto era sottoponderato, i<br />
quali hanno nettamente sovraperformato il mercato nel secondo semestre. Viceversa, la sottoponderazione nel settore<br />
finanziario ha contribuito positivamente, considerato che questo segmento di mercato ha registrato la peggiore performance<br />
annuale. Per quanto riguarda la strategia di selezione titoli, il comparto ha tratto vantaggio dalle posizioni sovraponderate in<br />
RoyalDutchShell, Telenor, Sanofi, WM Morrison e BP. Viceversa, l'andamento negativo di Nokia, Unicredit, EDF, ArcelorMittal,<br />
Celesio, Actelion, E.ON e Ericsson ha penalizzato il comparto.<br />
Il comparto High Conviction Europe ha registrato un ribasso del 6,39%, ma ha sovraperformato il mercato in quanto è riuscito<br />
a proteggere il portafoglio dalle conseguenze dei ribassi di agosto e ad approfittare del successivo rimbalzo delle quotazioni,<br />
riuscendo così a contenere sia i rischi di ribasso, sia la volatilità rispetto al gruppo di omologhi. La prima parte dell'anno è stata<br />
caratterizzata dal graduale peggioramento del quadro macroeconomico, avvenuto in due tempi: dopo un avvio favorevole,<br />
l'intensificarsi della crisi del debito sovrano in Europa, le crisi geopolitiche nel Nord Africa e il terremoto in Giappone hanno<br />
accentuato la tendenza al rallentamento economico. Nella seconda parte dell'anno, i problemi di bilancio pubblico in Grecia e<br />
Portogallo hanno contagiato anche l'Italia e la Spagna, con spettacolari aumenti degli spread dei decennali rispetto al Bund. La<br />
<strong>Banca</strong> Centrale Europea, dopo aver aumentato a due riprese i tassi durante l'estate, nell'ultimo trimestre li ha riportati al livello<br />
dell'1%, intervenendo nel contempo per stabilizzare i mercati attraverso massicci acquisti di titoli di Stato italiani e spagnoli<br />
nell’ambito di un programma denominato Securities Market Program. Le misure d'austerità hanno inciso pesantemente sul<br />
tasso di crescita delle economie. In questo contesto difficile le autorità greche e spagnole hanno dichiarato di non essere in<br />
grado di rispettare gli obiettivi di bilancio del 2011. Le inevitabili nuove misure rischiano di influire ulteriormente sulla crescita,<br />
innescando un circolo vizioso che potrebbe provocare una depressione. L'anno si è concluso con il vertice dell'Unione<br />
europea del 9 dicembre, da cui è emersa una maggior consapevolezza politica della crisi, ma misure concrete ancora<br />
insufficienti. Nell'anno in cui gli Stati Uniti hanno subito l'abbassamento del rating deciso da Standard & Poor’s, anche la Gran<br />
Bretagna e la Francia rischiano di perdere la tripla A.<br />
Il comparto Central and Eastern European Equities ha subito un ribasso del 23,26%, ma ha registrato una sovraperformance<br />
del 4,59% rispetto al proprio benchmark. Per quanto riguarda l'allocazione geografica, la Polonia si è confermata il paese di<br />
maggior peso nel portafoglio del comparto, seguita dalla Repubblica ceca, dall'Austria, dall'Ungheria e dalla Turchia. Nel corso<br />
dell'anno le ponderazioni di Polonia e Ungheria sono state ridotte a favore di Austria e Turchia. Per quanto riguarda<br />
l'allocazione settoriale, l'esposizione ai bancari è stata ridotta così come le posizioni nel settore minerario e metalli, nonché in<br />
quello farmaceutico, mentre sono state incrementate quelle nelle telecomunicazioni, nel petrolio/gas e nelle utility. Il comparto<br />
ha puntato in particolare sulle azioni difensive con un buon rapporto dividendo/prezzo, confermando la sottoesposizione al<br />
settore bancario. La componente di liquidità del comparto a fine anno risultava pari al 5%. La crisi del debito sovrano europeo<br />
ha condizionato pesantemente i mercati azionari dei PECO. I mercati dell'Europa orientale hanno subito il diffondersi<br />
dell'avversione al rischio, che ha spinto al ribasso le quotazioni e causato il deprezzamento delle monete nazionali. Pertanto, i<br />
comparti che investono sui mercati europei emergenti hanno registrato consistenti disinvestimenti netti. Il governo ungherese<br />
ha nuovamente fatto ricorso a metodi poco ortodossi per mantenere sotto controllo il bilancio statale: nazionalizzazione dei<br />
fondi pensione obbligatori, aumento dell’imposizione fiscale a carico delle imprese, modifica della legge sulla banca centrale. Il<br />
Fondo Monetario Internazionale e l'Unione europea hanno interrotto le trattative sul rifinanziamento del debito e le agenzie<br />
hanno tagliato il rating delle obbligazioni ungheresi, abbassandolo a livello speculativo. I mercati azionari di tutti i paesi<br />
dell'Europa orientale hanno chiuso l'anno in rosso, con ribassi compresi tra il 5 e il 35%. Tra i cosiddetti PECO 3 (Polonia,<br />
Repubblica ceca, Ungheria), la borsa di Budapest ha fatto segnare una performance lievemente migliore, ma è pur sempre<br />
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