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GENERALI INVESTMENTS SICAV - Gruppo Banca Esperia

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Relazione del Gestore degli investimenti<br />

deciso da Standard & Poor’s (da AAA a AA+). L'indice S&P 500 ha subito un nettissimo arretramento (-17%) tra la prima<br />

settimana di luglio e la prima settimana di agosto. Nell'analogo periodo il comparto ha sottoperformato il mercato. Negli ultimi<br />

mesi del 2011 i dati macro pubblicati negli USA sono migliorati (mercato del lavoro e indice ISM) e l'andamento del comparto è<br />

risultato in linea con il benchmark.<br />

Mercati mondiali<br />

Il comparto Global Multi Utilities ha realizzato una performance negativa pari a -8,85%, mentre il suo benchmark ha subito un<br />

ribasso dello 0,52%. Dalla data di lancio nel 2003, il comparto ha sovraperformato il benchmark di oltre il 47,00%. Il 2011 è<br />

stato caratterizzato dalla crisi del debito dell'eurozona e dall'incidente di Fukushima. La crisi dell'eurozona ha aperto la strada<br />

all'introduzione di nuove tasse nel settore dei servizi pubblici, come la tassa sul carburante nucleare in Germania, dove lo<br />

shock provocato dall'incidente di Fukushima ha anche accelerato l’abbandono di questa fonte energetica. In Spagna è in<br />

discussione l'introduzione di nuove tasse, compresa una tassa sul nucleare e sulle centrali idroelettriche. Il prezzo del petrolio<br />

è rimasto stabile per tutto l'anno, ma, vista l'attuale situazione in Medio Oriente, è probabilmente destinato ad aumentare. I titoli<br />

del settore energetico hanno subito pesanti ribassi: Saipem (-10,80%), Galp Energia (-20,60%), Encana (-34,50%) e<br />

Transocean (-41,70%), tutti in deciso peggioramento. Da sottolineare, però, anche alcune eccezioni quali: Exxon (+19,80%),<br />

ConocoPhillips (+10,60%) e BG Group (+9,00%). Nel settore delle telecomunicazioni le quotazioni di France Télécom,<br />

Telefónica e Deutsche Telekom sono scese, mentre Telenor e BT Group hanno registrato discreti rialzi. Tra le utility, Iberdrola<br />

(-13,90%), Gaz de France (-21,30%) e E.on (-27,30%) hanno subito ribassi, ma per alcune società non presenti in portafoglio,<br />

come RWE e TEPCO, l'arretramento è stato ancora più consistente. Accentuati ribassi anche per i titoli del settore della<br />

fornitura idrica, come Veolia (-61,30%) e Suez Environnement (-42,40%).<br />

Dalla data di lancio il comparto Greater China Equities ha registrato un ribasso del 17,87%. Nel 2011 la volatilità è stata<br />

particolarmente accentuata, con un andamento dei mercati caratterizzato da due fasi distinte: dopo i primi sei mesi piatti, nella<br />

seconda parte dell'anno si sono registrati accentuati ribassi, seguiti da temporanei rimbalzi delle quotazioni. L'anno si è chiuso<br />

con un netto arretramento di circa il 20%, sia per il comparto che per i mercati. Il settore finanziario cinese ha subito le<br />

conseguenze delle restrizioni alla crescita degli impieghi e dell'aumento del costo del danaro, che hanno esercitato una spinta<br />

al ribasso sui mercati. Il settore immobiliare ha pagato il prezzo più alto, a causa del peggioramento del clima di fiducia e della<br />

domanda provocato dalle restrizioni sul credito e dall'aumento delle tasse. Brillante invece l'andamento del settore finanziario a<br />

Taiwan, trainato dalle opportunità offerte dal mercato cinese. Sempre a Taiwan, il settore tecnologico ha viceversa patito le<br />

conseguenze del rallentamento della domanda globale, tranne alcune società che hanno beneficiato della crescita delle<br />

vendite di smartphone e tablet. I titoli del settore dei consumi, nonostante le correzioni subite nella seconda parte dell'anno,<br />

hanno registrato ottime performance, sostenuti dalla previsione della trasformazione della Cina in un'economia maggiormente<br />

orientata ai consumi. La cessione o il ridimensionamento in portafoglio di alcuni titoli è stato giustificato dalle pesanti<br />

conseguenze di eventi specifici come aumenti di capitale, problemi di sicurezza dei prodotti, vertenze legali su brevetti ecc.<br />

Altri fattori negativi, quali le incertezze provocate dalla mancata risoluzione della crisi del debito sovrano europeo e i flussi di<br />

disinvestimento dai fondi, hanno incoraggiato un approccio prudente nel terzo trimestre.<br />

Comparti obbligazionari<br />

Il comparto Euro Bonds ha registrato una performance del 3,27%, da confrontare con il rialzo dell'1,78% del benchmark. Dopo<br />

un primo semestre relativamente calmo, la seconda parte del 2011 è stata segnata dall'intensificarsi della crisi del debito<br />

sovrano europeo, estesasi all'Italia e alla Spagna, con considerevoli aumenti dei tassi e degli spread dei titoli decennali dei<br />

paesi periferici rispetto al Bund. Negli ultimi mesi dell'anno anche i titoli francesi e austriaci sono stati, loro malgrado, coinvolti<br />

nella crisi che ha colpito l'eurozona. La <strong>Banca</strong> Centrale Europea, dopo aver aumentato a due riprese i tassi durante l'estate,<br />

nell'ultimo trimestre li ha riportati al livello dell'1%, intervenendo nel contempo per stabilizzare i mercati attraverso massicci<br />

acquisti di titoli di Stato italiani e spagnoli nell’ambito di un programma denominato Securities Market Program. I nuovi governi<br />

insediati in Grecia, Italia e Spagna, nonché il governo francese, hanno varato nuovi pacchetti di misure d'austerità per<br />

migliorare la sostenibilità dei conti pubblici, mentre l'Europa ha compiuto i primi timidi passi per perfezionare gli strumenti<br />

finalizzati al salvataggio dei paesi in difficoltà o modificare i trattati europei. Nel corso dell'anno il rendimento del decennale<br />

tedesco è passato dal 3,50% all'1,70%, mentre il titolo a 2 anni è passato dall'1,80% allo 0,15%. Negli ultimi mesi del 2011 lo<br />

spread tra Bund e BTP si è ampliato da 200 pb a 500 pb. La duration del comparto è rimasta neutra nel primo semestre per poi<br />

diminuire di 1 anno circa nel corso degli ultimi 2 trimestri. L'esposizione ai paesi periferici è stata dimezzata, in particolare<br />

vendendo i BTP con le scadenze più lunghe, mentre sono aumentati gli investimenti del comparto in titoli tedeschi, finlandesi<br />

e, verso la fine dell'anno, francesi e austriaci.<br />

Nel 2011 i comparti Euro Bonds 1/3 Years, Euro Bonds 3/5 Years, Euro Bonds 5/7 years e Euro Bonds 10+ Years hanno<br />

registrato i seguenti rendimenti: 1,59%, 2,09%, 3,16% e 5,28%, sovraperformando i rispettivi benchmark. Dopo un primo<br />

semestre relativamente calmo, la seconda parte del 2011 è stata segnata dall'intensificarsi della crisi del debito sovrano<br />

europeo, estesasi all'Italia e alla Spagna, con considerevoli aumenti dei tassi e degli spread dei titoli decennali dei paesi<br />

periferici rispetto al Bund. Negli ultimi mesi dell'anno anche i titoli francesi e austriaci sono stati, loro malgrado, coinvolti nella<br />

crisi che ha colpito l'eurozona. La <strong>Banca</strong> Centrale Europea, dopo aver aumentato a due riprese i tassi durante l'estate,<br />

nell'ultimo trimestre li ha riportati al livello dell'1%, intervenendo nel contempo per stabilizzare i mercati attraverso massicci<br />

acquisti di titoli di Stato italiani e spagnoli nell’ambito di un programma denominato Securities Market Program. I nuovi governi<br />

insediati in Grecia, Italia e Spagna, nonché il governo francese, hanno varato nuovi pacchetti di misure d'austerità per<br />

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