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<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />
“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />
proprio carceriere arabo, che mostra di preoccuparsi del suo<br />
benessere. 331<br />
Anche in Digenis Akritas, le trattative tra i fratelli della<br />
giovane bizantina catturata, futura madre dell’eroe, e l’emiro,<br />
suo futuro padre, sono relativamente cordiali: non vi sono offese<br />
o aggressioni, solo tensione. Persino il duello combattuto tra il<br />
fratello gemello della ragazza e l’emiro per decidere di chi ella<br />
sarà (duello che, per inciso, l’emiro perde) si svolge in modo<br />
relativamente rispettoso. 332<br />
Questi esempi letterari rispecchiano molto bene le<br />
relazioni con altre società, in particolare con quella mussulmana,<br />
lungo i confini bizantini. Il mantenimento e lo scambio di<br />
prigionieri era una consuetudine; essi venivano quasi sempre<br />
rispettati da entrambe le parti, in particolare quando il livello<br />
sociale era lo stesso. In alcuni casi, i prigionieri erano trattenuti<br />
così a lungo che ne nascevano veri e propri rapporti di<br />
amicizia. 333<br />
Riguardo la frontiera in sé, i poemi acritici ne danno una<br />
visione molto più vitale e fluida dei documenti amministrativi o<br />
imperiali, dipingendola come una regione ostile, fuori<br />
dall’autorità dell’imperatore bizantino o del califfo abbasside e<br />
dominata da banditi e animali feroci. Una visione questa molto<br />
vicina alla realtà, dal momento che lungo la frontiera orientale<br />
esistette davvero una “terra di nessuno” creata da Costantinopoli<br />
e Baghdad per ostacolare da entrambe le parti la circolazione di<br />
informazioni o lo spionaggio, attività che abbisognano della<br />
presenza di una struttura commerciale, di città e, in definitiva, di<br />
uno stato. 334<br />
Tuttavia, questa regione non era completamente libera da<br />
ogni forma di potere o autorità: c’erano gli akritai. Possiamo<br />
così capire un episodio contenuto nella versione di Grottaferrata<br />
e che di primo acchito può sembrare curioso. L’imperatore<br />
bizantino, durante una campagna militare contro i “Persiani”,<br />
decide di recarsi in visita da Digenes Akritas. 335 L’eroe si mostra<br />
chiaramente sospettoso ed inquieto per la presenza<br />
dell’imperatore, a cui rivolge uno strano discorso, dandogli<br />
consigli sulle responsabilità imperiali e dicendo 336 : «Reggere e<br />
governare non sono una parte di quel potere (essere imperatore)<br />
/ che Dio e la Sua destra possono solo dare». Un’affermazione<br />
curiosa considerando che, secondo la tradizione politica<br />
bizantina, l’imperatore era scelto da Dio proprio per “governare<br />
e reggere” i Romani e la Romania.<br />
È perciò molto probabile che Digenis si riferisca alla<br />
frontiera est, che da molto tempo aveva perso ogni abitudine al<br />
331 Armouris, vv. 105-113.<br />
332 Grottaferrata I, vv. 30-338; Escorial, vv.1-224.<br />
333 HALDON, op. cit., pp.245-246.<br />
334 HALDON, op. cit., p.39.<br />
335 Grottaferrata IV, vv. 971-1089.<br />
336 Grottaferrata IV, vv. 1040-1041: «To rule and reign is not part of that power (of being an Emperor),/ Which God<br />
and His right hand can alone give».<br />
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Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio