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Qui - Porphyra

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<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />

“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />

– per dirla senza mezzi termini – gente pronta a farlo fuori, ovvero – per<br />

essere più moderati nell’espressione – a rimproverargli il suo malanimo, a<br />

fustigarlo magari, metterlo in ceppi e deportarlo fuori città. A capo degli<br />

inviati non era infatti un diplomatico provetto in simili affari, non un<br />

funzionario di consumata esperienza nelle questioni civili o militari, ma uno<br />

di quegl’individui che dai trivi si sono d’un balzo installati a palazzo. 267<br />

Pessime premesse. Se devi ricondurre all’ordine un<br />

guerriero celebre per il carattere impetuoso, di certo non puoi<br />

inviargli un parvenu dal volto imbellettato. Anche Scilitze<br />

definisce Pardo un inetto, favorito solo dall’essere amico<br />

dell’imperatore. 268 Segue il resoconto dell’incontro tra Maniace e<br />

l’emissario di corte, a metà strada tra la commedia degli equivoci<br />

e un dialogo tra sordi.<br />

Ebbene, giunto a colui che aveva minacciato la ribellione, che era<br />

già a capo d’armati e in più messo in sospetto dal suo arrivo, costui, invece<br />

d’assicurargli in anticipo che veniva latore d’un messaggio di pace, manca<br />

addirittura di comunicargli per tempo il suo sbarco ed anzi, quasi a tendergli<br />

un’imboscata, gli si para improvvisamente dinnanzi a cavallo; senza<br />

convenevoli, senza un preambolo che avviasse il colloquio, subito prende<br />

bellamente a coprirlo d’invettive e a proferire durissime minacce. L’altro,<br />

vedendo i propri sospetti prender corpo e temendo, a buon diritto, che gli<br />

venisse tesa alle spalle chissà quale insidia, s’infiamma d’ira e leva il pugno<br />

contro l’ambasciatore, senza colpirlo, ma per spaventarlo. Questi, quasi lo<br />

avesse sorpreso per quel solo gesto in atto di flagrante ribellione, chiama i<br />

presenti a testimoni della sua arroganza, aggiungendo che «non potrà<br />

passarla liscia, còlto in sì enorme reato». Cosicché, tanto a Maniace quanto<br />

al suo esercito parve che tutto fosse ormai compromesso. Trasportati<br />

simultaneamente all’azione, prima uccidono l’ambasciatore e quindi, convinti<br />

che il monarca avrebbe ormai riservato loro il medesimo trattamento, danno<br />

il via all’aperta rivolta. 269<br />

Pardo e gli altri emissari furono dunque uccisi. 270 La<br />

cospicua somma che gli ambasciatori avevano portato dalla<br />

capitale venne requisita dal generale. Nell’ottobre del 1042<br />

Maniace si sollevò ufficialmente, facendosi proclamare<br />

imperatore dai propri soldati.<br />

Le fonti greche danno diverse interpretazioni sulle cause<br />

di questa ribellione. Per Psello la colpa è in larga parte del<br />

comportamento di Costantino IX Monomaco. Scilitze afferma<br />

che fu Romano Sclero a spingere l’imperatore a destituire<br />

Maniace.271 Secondo Attaliate invece la rivolta ebbe luogo<br />

perché Maniace esigeva che Zoe sposasse un esponente<br />

267 PSELLO, II, p. 13.<br />

268 SCILITZE, p. 428.<br />

269 PSELLO, II, pp. 13-15.<br />

270 GUGLIELMO DI PUGLIA I, 124 indugia sui dettagli più truculenti della morte di Pardo.<br />

Nel frattempo era giunto un emissario imperiale, e portava con sé ricchi doni. Questo sventurato uomo venne catturato da Maniace,<br />

che gli inflisse varie torture e poi gli fece riempire naso, orecchie e bocca con sterco di cavallo, e in questo modo lo uccise orribilmente in<br />

una stalla.<br />

271<br />

Opinione del tutto personale. Ritengo che il Monomaco preferisse risolvere la questione italiana scendendo a patti<br />

con le popolazioni locali: conditio sine qua non, la rimozione di Maniace dal comando. Il generale infatti, a causa del<br />

suo atteggiamento violento e vendicativo, si era inimicato tutta l’Italia bizantina.<br />

91<br />

Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio

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