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<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />
“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />
LA RICONQUISTA ROMEA DEL MERIDIONE:<br />
NICEFORO FOCA IL VECCHIO E GREGORIO,<br />
UN VALIDO ESEMPIO DI TATTICISMO POLITICO<br />
di Nicola Bergamo<br />
Breve introduzione storica.<br />
Dopo la caduta dell’esarcato, avvenuta per mano del re<br />
Longobardo Astolfo 77 il 4 luglio del 751, Bisanzio perse gran<br />
parte del proprio potere in Italia. Molte sono le fonti che<br />
attribuiscono la caduta del potere imperiale all’introduzione<br />
dell’Iconoclastia, 78 operata con decreto imperiale il 30 giugno<br />
740. 79 Ma seppure la situazione sembra irrimediabilmente a<br />
favore di questa tesi, l’esarcato crollò per via dei dissidi interni<br />
che, in quasi duecento anni di scontri tra i poteri locali, portarono<br />
ad un complessivo distaccamento della provincia italiana<br />
dall’impero. L’esarco, di nomina imperiale e quasi sempre di<br />
estrazione orientale, non garantì il ruolo super partes richiesto<br />
dalla sua figura; molti esarchi perirono anzi sotto il ferro amico<br />
dei Romani d’Italia, mentre altri vennero uccisi perché dichiarati<br />
cospiratori. 80 L’avvento di Carlo Magno e la pace di Aquisgrana<br />
portarono ad una cristallizzazione della situazione geopolitica<br />
italiana che rimase pressoché immutata fino al Risorgimento. Il<br />
Meridione d’Italia quindi, dalla costituzione del Patrimonium<br />
Sancti Petri, divenne una realtà a sé e rimase in mano imperiale,<br />
con alterne vicende, fino al 1071, data della conquista di Bari da<br />
parte di Roberto d’Altavilla.<br />
Dopo la caduta di Ravenna, le famiglie senatorie decisero<br />
di migrare verso le zone ancora sotto il controllo di Bisanzio,<br />
come avevano già fatto durante l’invasione longobarda. 81<br />
La Sicilia divenne così il centro politico e amministrativo del<br />
potere romeo in Italia e sede dello stratego che governava pure<br />
sulla Calabria. L’impero dovette scendere a compromessi con il<br />
redivivo principato di Benevento, che di fatto divenne l’erede<br />
politico del decaduto regnum Langobardorum, 82 e con i vari<br />
77<br />
DELOGU P., Il regno longobardo, in DELOGU P.– GUILLOU A.– ORTALLI G., Longobardi e Bizantini, Torino<br />
1980, pp. 3-216.<br />
78<br />
Per quanto concerne la situazione in Italia, GUILLOU A. – BURGARELLA F., L’Italia Bizantina dall’esarcato di<br />
Ravenna al tema di Sicilia, Torino 1988; RAVEGNANI G., I bizantini in Italia, Bologna 2004.<br />
79<br />
Per quanto riguarda l’editto di Leone III Isaurico, ossia il silentium, vedi GERO S., Byzantine iconoclasm during the<br />
Reign of Leo 3. : with particular attention to the oriental sources, Louvain 1973.<br />
80<br />
Eleuterio e Mizizios, cfr. GUILLOU- BURGARELLA, op. cit., p. 75; RAVEGNANI, op. cit., p. 111.<br />
81<br />
Per quanto riguarda la situazione delle famiglie senatorie dopo la guerra gotica e nel periodo longobardo, cfr.<br />
GASPARRI S., Prima delle Nazioni, Popoli, etnie e regni fra antichità e Medioevo, Roma 2001; POHL W., Le origini<br />
etniche dell'Europa. Barbari e Romani tra antichità e medioevo, Roma 2000.<br />
82<br />
AZZARA C., Il ducato di Benevento e l'eredità del regno dei longobardi, in Ritornano i Longobardi. Il monastero di<br />
S. Vincenzo al Volturno e la tradizione dei Longobardi di Benevento, Benevento s.d. (2003), pp. 23-27. Inoltre VON<br />
FALKENHAUSEN V., I Longobardi meridionali, in AA.VV., Il Mezzogiorno dai Bizantini a Federico II, III, Torino<br />
1983, pp. 251-364.<br />
38<br />
Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio