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Qui - Porphyra

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<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />

“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />

bestia nera di Cerulario, che lo considerava un suddito tiepido<br />

della corona – era figlio di Melo – e un cristiano latinofilo.<br />

Cerulario temeva poi che un riavvicinamento tra Roma e<br />

l’impero d’Oriente potesse riconsegnare la sua chiesa<br />

all’egemonia papale, che Leone rivendicava con coerenza su<br />

tutto il mondo cristiano.<br />

Dell’esito della questione politico-militare mi sono già<br />

occupato; 68 qui seguiremo le sorti della questione religiosa.<br />

Cerulario era un politico più che un uomo di chiesa. Accostato a<br />

Fozio spesso in modo inesatto, non ebbe la personalità religiosa<br />

di quest’ultimo. Il patriarca non commise l’errore foziano di<br />

combattere soprattutto con armi religiose. Volendo bloccare<br />

l’alleanza con l’Occidente, passò a screditare i latini<br />

denunciandone i riti e le usanze, ma non appellandosi agli altri<br />

patriarchi d’Oriente – privi di qualsiasi peso politico – bensì<br />

dinanzi ai suoi stessi fedeli. 69 Solo in un secondo momento passò<br />

all’attacco sulla pneumatologia. Chiuse tutte le chiese latine<br />

della capitale e creò un clima che non si arrestò neanche dinanzi<br />

alla profanazione delle Sacre Specie, ree di essere azzime.<br />

Leone di Ocrida scrisse poi al vescovo di Trani per conto<br />

del patriarca, chiedendogli che i latini ripudiassero tutti i riti<br />

sgraditi a Bisanzio. 70 La lettera fu trasmessa alla curia romana e<br />

Leone IX incaricò il cardinale Umberto di Silva Candida<br />

(†1061) di replicare.<br />

Umberto era uomo di inesauribile energia e vigore<br />

polemico. La sua risposta ricapitolava tutte le richieste del<br />

papato riformatore, condendole di una personale determinazione<br />

che arrivò a numerare novanta eresie tra i Greci. 71 La rottura<br />

sarebbe stata inevitabile se Leone IX e Argiro non fossero stati<br />

sconfitti dai Normanni, per cui la collaborazione tra Roma e<br />

Bisanzio contro di loro era indispensabile. Costantino IX e<br />

persino Cerulario – sottoposto a pressioni – chiesero la<br />

riconciliazione ecclesiastica. 72 Il papa inviò dunque una<br />

legazione, composta da Umberto di Silva Candida, Federico di<br />

Lorena (poi Stefano IX) e Pietro di Anagni.<br />

Essa fu ricevuta con onore dall’imperatore, ma ebbe<br />

freddi incontri con Cerulario, che rinfacciò agli ospiti infrazioni<br />

al cerimoniale; essi a loro volta non si sentirono abbastanza<br />

rispettati. La lettera papale – scritta da Umberto – non sembrò<br />

una buona base per la riconciliazione, almeno per l’ambizioso<br />

patriarca. Certo nella politica dei riformatori pregregoriani non<br />

c’era più spazio per privilegi autocefalici bizantini come quelli<br />

concessi da Giovanni XI o XIX. In questi frangenti Umberto<br />

proseguì, se non i negoziati, la propria polemica per dissipare i<br />

68 SIBILIO V., La battaglia di Civitate e la formazione dell’idea di Crociata, in “Atti del XXIV Convegno di Preistoria,<br />

Protostoria e Storia della Daunia, 29-30 novembre 2003”, San Severo 2004, pp. 115-124.<br />

69 MICHELE CERULARIO, Panoplia, in MICHIEL A., Humbert und Kerularios, cit..<br />

70 In PG CXX, 836-844.<br />

71 WILL, 65-85.<br />

72 DÖLGER, Reg., n. 911; GRUMEL, Reg., n. 864.<br />

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Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio

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