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<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />
“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />
LA TEORIA DELLA RETORICA A BISANZIO<br />
DAL TARDOANTICO ALLA RINASCENZA MACEDONE<br />
del prof. Roberto Romano<br />
Nel Fondo Supplemento greco della Bibliothèque<br />
Nationale di Parigi esiste un manoscritto, il Parigino suppl.gr.<br />
670, databile alla fine del X secolo, in cui è contenuto un lungo<br />
commentario al trattato Sugli stati della questione di Ermogene<br />
di Tarso, teorico della retorica dei ‘neosofisti’ d’età imperiale,<br />
commentario scritto da un tale Nilo monaco.<br />
Il manoscritto s’inquadra fra un cospicuo gruppo di<br />
testimoni che tramandano opere di commentatori di Ermogene<br />
(fra manoscritti ermogeniani e dei suoi esegeti se ne annoverano<br />
circa 180), il quale merita qualche notizia introduttiva, specie<br />
relativa alla sua fortuna.<br />
Nel vasto quadro della retorica tardo-imperiale la figura e<br />
la dottrina di E r m o g e n e d i T a r s o tardarono ad imporsi.<br />
Vissuto fra il 160 e il 225, per le sue innate doti di oratore fu una<br />
sorta di bambino prodigio: all’età di quindici anni declamò<br />
davanti all’imperatore Marco Aurelio. Più tardi, però, si diede<br />
solo alla stesura di trattati. Oltre ai Progimnasmi (introduzioni, o<br />
esercizi preparatori, alla retorica) – che alcuni studiosi<br />
considerano spuri – si cimentò in un difficile trattato, Sugli stati<br />
della questione retorica (De statibus, una sorta di ‘riforma’ delle<br />
dottrine di Ermagora di Temno) e trattò sistematicamente delle<br />
forme e delle modalità del discorso nella sua Stilistica (De ideis).<br />
Partendo dall’analisi degli oratori classici, specialmente<br />
Demostene, il suo fu un vademecum steso anche sulla scia<br />
dell’Arte retorica, falsamente attribuita ad Elio Aristide. Altri<br />
trattati furono quello Sul reperimento della materia (De<br />
inventione) e Sui mezzi dello stile veemente (De methodo<br />
vehementiae).<br />
Nell’opuscolo Sugli stati della questione Ermogene di<br />
Tarso sviluppò, pur contestandone alcuni aspetti, la teoria di<br />
Minuciano di Atene, accettandone anche la suddivisione in ben<br />
tredici sezioni: ‘supposizione’, ‘definizione’, ‘confutazione’,<br />
‘replica’, ‘controaccusa’, ‘cambiamento’, ‘assoluzione’,<br />
‘interpretazione della legge’, ‘ alternanza’, ‘contenuto letterale e<br />
significato’, ‘ricorso a leggi contraddittorie’, ‘deduzione’,<br />
‘ambiguità’.<br />
Il contenuto dell’opera, che riguarda l’oratoria<br />
giudiziaria, è compendiato da Ermogene stesso nel prologo,<br />
prima della lunga e complicata trattazione.<br />
Questo è dunque il metodo. Quando sorge una questione qualsiasi,<br />
bisogna investigare, per prima cosa, se l’oggetto del giudizio sia oscuro,<br />
ovvero chiaro. Se il caso non è chiaro ed evidente, bisogna ricorrere alla<br />
supposizione. La supposizione ricorre quando, da un fatto manifesto, bisogna<br />
investigare su qualcosa di poco chiaro [oppure dal sospetto che sorge circa<br />
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Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio