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<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />
“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />
Nell’837 divenne patriarca di Costantinopoli e vi rimase fino alla<br />
restaurazione dell’iconodulia. La sua memoria fu condannata in<br />
un sinodo dell’863. Fu in corrispondenza epistolare con<br />
l’iconodulo Teodoro Studita, che ne apprezzò l’ampia<br />
preparazione.<br />
Giovanni il Grammatico avrebbe fatto traslitterare – dalla<br />
maiuscola alla minuscola – un manoscritto di Tucidide, e<br />
apografo di tale codice ( fra l’816 e l’820) sarebbe l’attuale<br />
Laurenziano plut. 69,2.<br />
Tornando alla raccolta dell’814, è verosimile che tutti i<br />
libri siano stati concentrati in una grande biblioteca di<br />
Costantinopoli, forse quella dell’Università imperiale. Gli<br />
“antichi libri” di cui parlano le fonti dovettero essere codici<br />
ingombranti, di papiro o pergamena, scritti nella massiccia<br />
scrittura maiuscola, con scriptio continuata, senza segni<br />
d’interpunzione, di difficile lettura.<br />
Ancòra in questo secolo si trascrissero codici in<br />
maiuscola, ad es. il Vaticano gr. 1291 (tavole astronomiche di<br />
Tolemeo), databile fra 813 e 820, a cui si aggiungono altri codici<br />
scientifici: Parigino gr. 2389 e Parigino gr. 2179.<br />
Il fatto più importante del IX secolo è l’adozione della<br />
nuova scrittura, la minuscola, derivata dalla stilizzazione della<br />
corsiva bizantina. È il metacaratterismo: trascrivendo i vecchi<br />
esemplari, ormai deteriorati, su nuovi codici, usando la<br />
minuscola, si veniva a risparmiare la carta pergamena. Col<br />
metacaratterismo è stato possibile salvare e trasmettere quasi<br />
tutto il patrimonio classico greco e cristiano di lingua greca.<br />
La scrittura minuscola consentiva molteplici vantaggi:<br />
a) maggior economicità, dato che la pergamena da consumare, a<br />
parità di linee di testo, era inferiore; b) le parole, staccate l’una<br />
dall’altra, erano maggiormente intelligibili; c) le parole inizianti<br />
per vocale avevano gli spiriti ed erano quindi anch’esse<br />
maggiormente intelligibili.<br />
L’esemplare realizzato veniva poi custodito con ogni cura<br />
e diveniva a sua volta ‘antigrafo’, modello, per altri codici.<br />
Anche dopo il IX secolo, comunque, è attestata la maiuscola per<br />
edizioni di lusso, testi liturgici e patristici. L’attuale Parigino gr.<br />
437 (opere di pseudo-Dionigi Areopagita) è stato trascritto in<br />
maiuscola all’epoca di Michele II, che lo donò al re Ludovico il<br />
Pio nell’827.<br />
I più antichi manoscritti in minuscola sono:<br />
a) il Leninopolitano (oggi Petropolitano) 219 (cosiddetto<br />
‘Evangeliario Uspensky’) finito di scrivere il 7 maggio 835 dal<br />
monaco Nicola di Studios; b) il Bodleiano D’Orville 301<br />
(contenente Euclide, Elementi), copiato per Areta di Cesarea<br />
nell’888.<br />
Vecchia ipotesi è che la minuscola sia nata nel convento di<br />
Studios, per opera di monaci interessati alla trascrizione dai testi<br />
in maiuscola. Accanto a quest’ipotesi, ve n’è un’altra: che la<br />
minuscola si sia sviluppata, piuttosto che in ambiente monastico,<br />
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Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio