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<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />
“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />
carattere profano e religioso. Il più antico autore esaminato è<br />
Erodoto (cod. 60), il più recente Niceforo patriarca (IX secolo,<br />
cod. 66). Varia è l’estensione dei sunti: alla riga e mezzo circa<br />
dedicata all’Introduzione alla Scrittura di Adriano (cod.2) si<br />
contrappongono le 75 pagine dedicate al Trattato circa<br />
l’incarnazione di Cristo del monaco Giobbe (cod. 222). Scrittori<br />
pagani e cristiani sono presentati senza alcuna considerazione per<br />
la cronologia. Vi sono degli autori che ricorrono più di una volta:<br />
Eschine (codd. 61 e 264), Isocrate (codd. 159 e 260), Filostrato<br />
(codd. 44 e 241), Teodoro di Mopsuestia (codd. 4, 38, 81, 177),<br />
Giovanni Filopono (codd. 21, 55, 75. 215; il commento alla<br />
creazione di Giovanni, Sull’Esamerone, è trattato due volte:<br />
codd. 43 e 240), Ippolito (codd. 121 e 202).<br />
Gli autori esaminati sono: a) classici ed ellenistico-romani:<br />
Erodoto, Ctesia, Teopompo, Agatarchide, Diodoro Siculo,<br />
Dionigi di Alicarnasso, Giuseppe Flavio, Plutarco, Appiano,<br />
Arriano, Memnone, Dione Cassio, Erodiano, Dexippo,<br />
Cefalione, Flegonte, Amintiano; b) cristiani e bizantini:<br />
Olimpiodoro, Eunapio di Sardi, Prassagora, Candido, Malco,<br />
Zosimo, Nonnoso, Teofane di Bisanzio, Procopio di Cesarea,<br />
Teofilatto Simocatta, Niceforo Patriarca, Sergio confessore,<br />
Eusebio di Cesarea, Socrate, Sozomeno, Evagrio, Teodoreto,<br />
Filostorgio, Giustino, Ireneo, Ippolito, Clemente Alessandrino,<br />
Origene, Panfilo, Metodio d’Olimpo, Atanasio, Basilio il<br />
Grande, Gregorio di Nissa, Cirillo Alessandrino, Giovanni<br />
Crisostomo, Sinesio di Cirene, Teodoreto, Procopio di Gaza,<br />
Sofronio di Gerusalemme, per citare i più noti.<br />
Nella Biblioteca i codici cristiani prevalgono sui profani<br />
(158 contro 122); i codici profani rappresentano 99 autori, di tutti<br />
i generi letterari, esclusa la poesia. Gli storici hanno il posto<br />
d’onore: 39 codici e 31 autori, di cui solo 4 classici. Si constata<br />
che Fozio leggeva ancòra i 40 libri di Diodoro Siculo (ora<br />
abbiamo I-V e XI-XX, più alcuni frammenti), la Storia romana<br />
di Appiano per intero (ventiquattro libri: ora abbiamo VI-VIII e<br />
XI-XVII più qualche frammento), le opere storiche di Arriano<br />
(oggi risultano perdute Bithynica, in 8 libri, Parthica, in 17, e la<br />
Storia dei diadochi). Venti storici ci sono noti solo grazie a<br />
Fozio. Secondo vecchie statistiche, si sa che Fozio possedeva<br />
ancòra sessanta opere profane per noi interamente o parzialmente<br />
perdute. Fra le opere a carattere religioso, 70 fra quelle note a<br />
Fozio ci sono pervenute, 100 circa sono andate perdute, anche<br />
perché alcune di esse erano state scritte da eretici.<br />
Particolarmente prezioso per noi è il riassunto della<br />
Crestomazia di Proclo (V sec.), una sorta di storia della<br />
letteratura greca ante litteram.<br />
Come mai mancano grandi autori, come Omero, Esiodo,<br />
Platone, Aristotele, ecc.?<br />
Dalle citazioni ricorrenti in Fozio stesso e da altre che<br />
ricorrono in altri testi dell’epoca si comprende che non cessò mai<br />
la conoscenza e la diffusione libraria dei grossi nomi della<br />
letteratura classica, che anche al tempo dell’iconoclasmo<br />
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Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio