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<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />
“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />
ellenofono. 130 Questa tesi sarebbe suffragata dagli editti redatti in<br />
quel periodo, solo il 25% dei quali è scritto in greco, contro il<br />
rimanente in latino, a differenza del tema di Calabria, dove gli<br />
atti erano per il 57% in greco e per il 43% in latino, per arrivare<br />
all’uso esclusivo del greco in Lucania. 131<br />
Gli stati che confinavano con il dominio imperiale, anche<br />
se di fatto indipendenti, riconoscevano a Bisanzio una sorta di<br />
supremazia e un ruolo di guida, come dimostrerebbe il<br />
comportamento di Atenolfo I, principe di Capua e Benevento.<br />
Egli inviò il figlio Landolfo a Costantinopoli per chiedere aiuto<br />
contro i Saraceni e Leone accolse il giovane principe longobardo,<br />
insignendolo del titolo di patrikios.<br />
La popolazione.<br />
La popolazione del tema di Langobardia era abbastanza<br />
eterogenea: era composta prevalentemente da genti di stirpe<br />
greca, dislocate in Calabria, in diverse zone della Basilicata e<br />
nella terra d’Otranto, mentre i Longobardi e le popolazioni latine<br />
erano insediate nella Puglia centro-settentrionale e nella parte<br />
orientale della Basilicata. 132 Secondo alcuni studi, la popolazione<br />
ammontava a ben 107 mila abitanti, con una densità abitativa<br />
pari a 5, 48 abitanti per chilometro quadrato. 133 Il diritto privato<br />
sopravvisse ai Romei, che lo integrarono al loro sistema: infatti<br />
vi sono contratti matrimoniali che venivano chiamati meffium e<br />
morghencap, oppure atti di compravendita dove appare la chiara<br />
parola longobarda launegilt. Sembra che molti paragrafi<br />
dell’editto di Rotari e delle novelle di Liutprando fossero citati<br />
per esteso. 134 I Longobardi che presero residenza o migrarono in<br />
Calabria cambiarono invece lingua e si amalgamarono con la<br />
gente del luogo, tanto che i loro discendenti si possono ricordare<br />
solamente grazie a qualche nome, ad esempio Adelchi, o a<br />
soprannomi come Longibardos. Comunque, non si potrà mai<br />
tracciare un profilo della popolazione in quei luoghi, dato che era<br />
in uso nell’impero trasferire gruppi di persone nei vari territori.<br />
Vi sono testimonianze di truppe provenienti da Cefalonia,<br />
Durazzo, Grecia, Peloponneso, Tracia, Macedonia, Cappadocia,<br />
Armenia e sono inoltre note presenze di Russo-Vareghi.<br />
Gli Armeni componevano l’élite dell’esercito romeo e si<br />
spostavano quindi con i vari generali su molti fronti: durante la<br />
campagna di Niceforo Foca il Vecchio un nutrito gruppo si<br />
stanziò in Calabria. 135 Gli strateghi di Langobardia furono più<br />
volte di stirpe armena, come lo stesso conquistatore di<br />
Benevento, Simbatichio. Nelle fonti inoltre si trovano diversi<br />
nomi riconducibili alla stessa etnia, come Krikorios, Kurtikes,<br />
130 Ibidem.<br />
131 Ibidem.<br />
132 GUILLOU, L’Italia..., cit., p. 92.<br />
133 La cifra, presa con le dovute precauzioni, è menzionata in GUILLOU, L’Italia..., cit., p. 92.<br />
134 Ibidem.<br />
135 GUILLOU, L’Italia..., cit., p. 93.<br />
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Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio