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<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />
“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />
orecchie, l’altra con l’attacco per il morso (fig. 1,5). Due<br />
esemplari molto simili di falere, in bronzo dorato, sono state<br />
rinvenute nella basilica di Aghios Achilleos sul lago Prespa ed<br />
hanno un diametro di 3,5 cm. 249 La correggia passa sotto la<br />
gola dove il cofanetto di Troyes, con molta precisione, mostra<br />
chiaramente la sua chiusura per mezzo di una fibbia (fig. 5).<br />
Tutte le corregge della cavezza potevano essere ornate<br />
da una decorazione formata da piccole rondelle in metallo<br />
dorato. Dall’esame delle falere originali possiamo ricavare che<br />
le singole corregge erano larghe almeno 3,5 cm., per lo meno<br />
nella parte terminale. Inoltre, dall’immagine del cofanetto<br />
vediamo come il bordo della cinghia della testiera fosse<br />
solcato da una doppia riga, intesa a rappresentare il rinforzo<br />
della correggia sui margini.<br />
Il morso (calina,rion( ma,sshma) 250 in uso tra il X ed il<br />
XII secolo derivava dal tipo trace 251 in ferro. Due aperture<br />
romboidali fiancheggiavano la bocca del cavallo, collegandosi<br />
alle falere inferiori del muso, mentre anelli inferiori corredati<br />
di piccole catene servivano per il passaggio delle briglie.<br />
In cuoio intrecciato erano anche le briglie, che<br />
terminavano con un cappietto per l’impugnatura. Nelle<br />
miniature dello Skilitzès la cinghia delle briglie viene tenuta<br />
da Anemas nella mano sinistra con cui impugna anche la<br />
cinghia dello scudo.<br />
Le cinghie frontali, che componevano la cosiddetta<br />
antilena, erano formate da una cinghia pettorale in cuoio,<br />
presumibilmente dorato, bordata e decorata da una doppia fila<br />
di placchette circolari metalliche in bronzo dorato. Al centro<br />
della stessa, il cuoio si restringeva per consentire l’attacco di<br />
una falera, spesso decorata. 252<br />
Le cinghie posteriori, o postilena, erano similmente<br />
ornate, sovente fornite di una striscia pendente dalla falera<br />
centrale, che terminava con piccole placchette, nel caso del<br />
cofanetto di Troyes a forma di cuore. 253 Postilena ed antilena<br />
passavano sopra una parte della sella ed entrando in due fori<br />
praticati lateralmente, nella copertura della stessa, si<br />
agganciavano sotto il sellino di cuoio, per mezzo di fibbie o<br />
bottoni (kompo,sia). 254<br />
La sella era composta da un sellino di cuoio del tipo<br />
rialzato, talvolta munito di arcione e retroarcione in legno,<br />
ricoperto di materiale imbottito (epìsellion) 255 e, spesso, di<br />
colore rosso scarlatto nelle miniature. Il corpo della sella era<br />
formato da questo primo sellino imbottito, che era retto dal<br />
249 MOUTSOPOLOS 1972, tav. 71.<br />
250 DIGEN. AKR. IV, 378 ; TACT. VI, 9.<br />
251 Sul morso trace in Bulgaria ed a Bisanzio dall’antichità al Medioevo si veda VENEDIKOV Iv., Le mors thrace, in<br />
“Izvestjia” (Bulletin de l’Institut Archéologique de Sofia), 21 (1957), pp. 153 ss.<br />
252 Si veda l’esemplare dell’XI secolo con croce iscritta in VETNIC 1983, p. 152, fig. 8, dalle dimensioni 6x3,5 cm.<br />
253 MOUTSOPOLOS 1972, tav. 50, fonte 61, anche essa di bronzo dorato.<br />
254 PSEUDO-KODINOS III, p. 170.<br />
255 TACT. VI, 9.<br />
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Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio