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<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />
“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />
Sulle gambe le guardie portavano brache aderenti o<br />
anaxyrides, 235 gambali imbottiti (toubia) e calzature: dalle<br />
miniature dello Skilitzès si evince la possibilità che gli<br />
Immortali portassero delle anassiridi di cotone di colore blu<br />
vivo o porpora scuro: allo stesso modo sono paonazzo-scure e<br />
decorate da una serie di cerchielli d’oro tra due filetti pure in<br />
filo d’oro le brache di san Teodoro. Erano brache molto<br />
aderenti e spesso decorate con disegni geometrici o vegetali.<br />
Le gambe erano talvolta coperte da gambali-stivali<br />
imbottiti di lana e seta. La loro forma si evince da quella dei<br />
toubia di san Teodoro. Si trattava di specie di gambali, che<br />
venivano portati a mo’ di stivale sopra le anaxyrides, legati<br />
con lacci più o meno preziosi sotto il ginocchio e poco sopra il<br />
collo del piede. In sostanza erano larghe bande di stoffa rigida<br />
arrotolate intorno alle gambe, con la funzione di calzettonischinieri.<br />
L’interpretazione della parola toubia - dal latino<br />
tibialia (gambali) - è spesso difficile nelle fonti del X-XI<br />
secolo, eccetto per il suo generale riferimento come protezione<br />
per la gamba: toubia in stoffa o cuoio potevano infatti essere<br />
usati nel senso di gambali per coprire lo stinco; talvolta il<br />
termine era usato per indicare vere e proprie brache, come<br />
nell’elenco delle vesti in dotazione ad un dromon per la<br />
spedizione contro Creta del 949. 236 Queste ultime potevano<br />
essere di lana leggera e di cotone imbottito rivestiti di seta. 237<br />
Altre volta la parola fa riferimento a veri e propri stivaletti,<br />
come per esempio nel poema del Digenis Akritas; in altre<br />
circostanze si riferisce solo ai gambali che coprono il piede o<br />
la parte inferiore della gamba, una protezione rinforzata<br />
talvolta altamente decorata con figure di animali, come le<br />
aquile imperiali, grifoni od altri simboli. 238<br />
A volte i gambali erano portati sopra veri e propri<br />
stivaletti da cavaliere, altre volte erano portati solo questi<br />
ultimi. Questo si vede in molte raffigurazioni artistiche dove i<br />
gambali sono separati con una linea dal piede dello stivale e vi<br />
è anche la linea di demarcazione superiore che segna le<br />
fasciature con cui i gambali erano legati. I colori sia dello<br />
stivaletto che del gambale nella miniatura di san Teodoro sono<br />
bianco-ceruleo. Spesso attaccati agli stivali vi erano speroni,<br />
di cui l’archeologia ci ha lasciato notevoli esempi. 239<br />
235 REISKE, Commentarii, pp. 847-852; sulle anaxyrides cfr. FRANCHI DE CAVALIERI 1929, pp. 211-216. Nel<br />
Menologion di Basilio II I soldati le portano di differenti colori, con fogge e decorazioni floreali, ed anche di differente<br />
tessuto lavorato, con figure e disegni a scacchi, romboidali, a cerchietti e spesso decorate – come per san Teodoro – con<br />
una banda centrale che scende fino al piede. Si veda per es. i fol. 18, 26, 32 del Menologion di Basilio II, in FRANCHI<br />
DE CAVALIERI 1907.<br />
236 Ibidem.<br />
237 DE CER. II, 678.<br />
238 DE CER. 470; HALDON 1990, p. 221.<br />
239 YOTOV 2004, tav. LXXVII-LXXX.<br />
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Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio