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Qui - Porphyra

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231 THIERRY 2002, sch. 71.<br />

232 DE CER. I, 125.<br />

233 DE CER. II, 525.<br />

234 NOVICKAJA 1974, figg. 1-2-3.<br />

<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />

“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />

vita in giù. Si trattava pertanto di un vero e proprio kaftan da<br />

cavaliere, fatto di materiali preziosi (seta intessuta d'oro,<br />

broccato). Non sempre lo skaramangion era interamente<br />

dorato, ma poteva essere di un certo tipo di colore con disegni<br />

e riflessi d'oro sulla sua superficie. Il vestito poteva avere<br />

intessute figure di animali, cucite in rilievo molto spesso. 231 Di<br />

origine barbaro-orientale, lo skaramangion era venuto a<br />

Bisanzio direttamente dalla Persia sassanide e dai popoli<br />

turchi delle steppe e non era niente altro che una versione del<br />

kaftan del cavaliere caucasico-persiano. Se la corte bizantina<br />

adottò peraltro costumi orientali è perché il mondo barbaropersiano<br />

glieli aveva trasmessi e questi vestiti furono al tempo<br />

stesso uniformi militari e costumi di corte. La corte imperiale<br />

non fu mai esclusivamente asiatica, ma seppe unire alle mode<br />

orientali tutto il suo retaggio culturale greco-romano. Allo<br />

stesso modo, ed anche prima della corte, l’esercito.<br />

Tutti gli ufficiali dei tagmata avevano il loro proprio<br />

skaramangion, che indossavano nelle varie feste: così sono<br />

menzionati quelli dei domestikoi, 232 quando nel giorno della<br />

elevazione del Santo Legno (la vera Croce) ricevono<br />

l’imperatore alle porte dello Spatharikion; quelli dei<br />

topoteretai e dei chartoularioi dei Noumera, del reggimento<br />

delle mura e degli ufficiali corrispondenti della Vigla nel<br />

grande concistoro degli alti ufficiali. 233 È chiaro che questa<br />

regola riguardava anche gli ufficiali degli Athanatoi.<br />

Il chiton o divitision era una tunica di lino o lana<br />

rivestita di seta broccata, con un bordo pesantemente decorato<br />

a fili d’oro. La seta della superficie della tunica era spesso<br />

cosparsa di disegni floreali appena accennati.<br />

In tombe del X-XI secolo della Crimea sono<br />

sopravvissute delle decorazioni di questo tipo di tuniche: si<br />

tratta di decorazioni in filo pesante d’oro su una base di seta<br />

rosso fragola. 234<br />

San Teodoro cinge a mezzo petto una fascia bianca,<br />

annodata sul davanti, un simbolo di grado, vecchio retaggio<br />

della zona militaris dell’antica Roma, che probabilmente<br />

ancora distingueva gli ufficiali. Egli porta una clamide<br />

azzurra, affibbiata invariabilmente sulla spalla destra, adorna<br />

di un tablion d’oro a ricami. La clamu,j era anche il<br />

paludamentum militare da gran parata che veniva indossato<br />

sopra lo skarama,ggion come sopravveste. Portato con la<br />

tunica, era il vestito da cerimonia per eccellenza, che<br />

l’imperatore portava addirittura sul letto di morte. I dignitari, i<br />

militari e lo stesso imperatore lo deponevano prima di mettersi<br />

a tavola e prima della lettura dei santi Vangeli nel giorno della<br />

Festa dell’Ortodossia.<br />

70<br />

Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio

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