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<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />
“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />
rappresentanti le imprese di Anemas e degli Immortali si<br />
presentano simili a quelle ritrovate vicino a Silistra. 189<br />
Diversi tipi di scaglie vennero utilizzate nella<br />
costruzione di queste corazze. L’esemplare di Silistra lo<br />
mostra chiaramente. Ve ne erano di circa 7 cm. e di circa 10<br />
cm., con uno spessore medio di 6 mm. Le lamelle più grandi<br />
presentavano alternativamente 11 e 12 buchi per il fissaggio<br />
tra di loro ed al substrato di cuoio: le lamelle più piccole (fig.<br />
2) erano allacciate solo alla base di cuoio e disposte ai margini<br />
dell’armatura (sotto la cintura e sui lati). Sul corpo principale<br />
le lamelle venivano contestualmente attaccate fra loro in senso<br />
verticale (mediante lacci) ed orizzontale (mediante un filo di<br />
ferro di bronzo, secondo una vecchia consuetudine romana)<br />
sovrapponendosi come le tegole di un tetto, e fissate alla base<br />
(sistema del doppio ancoraggio) mediante un ribattino centrale<br />
o, in alternativa, la loro legatura alla stessa da un solo lato in<br />
maniera da formare strati sovrapposti di scaglie disposti<br />
ordinatamente. Questo assicurava che la divisione fra ciascun<br />
paio di scaglie fosse coperta per metà della sua lunghezza da<br />
sopra e per l’altra metà da sotto. I fili metallici in bronzo erano<br />
invece solitamente lunghi dai 2 ai 2,5 cm. e generalmente<br />
rotondi nella sezione a croce, oppure rettangolari, cioè tagliati<br />
dalla lamina di bronzo in sottili strisce ampie da 1mm. a 2mm.<br />
Prescindendo per un momento dalla protezione delle<br />
spalle, la corazza pettorale si presentava come un blocco<br />
compatto contornato di cuoio (fig. 1,2). Il substrato di cuoio,<br />
che era visibile ai margini del corpetto, era ribordato sulla<br />
parte metallica ed aveva alla base del collo forma leggermente<br />
triangolare (come illustrato dalle miniature dello Skilitzès).<br />
La chiusura di simili corazze a scaglie è di difficile<br />
interpretazione. Probabilmente, per analogia con i modelli<br />
romani di epoca classica, avveniva sul lato destro del corpo<br />
per mezzo di piccole fibbiette, e sicuramente sulle spalle,<br />
come mostra, per una corazza lamellare dorata pertinente alla<br />
guardia imperiale, la celeberrima miniatura di Johannes,<br />
proximos delle Scholai. 190 Diverse fibbiette di chiusura, in<br />
argento, sono state rinvenute nella fortezza di Pacului Soare,<br />
in Romania, fortificata da Tzimiskès dopo la riconquista della<br />
Dobrugia, a seguito della fortunata campagna contro i<br />
Russi. 191<br />
Il klibanion poteva assumere l’aspetto di una veste<br />
corazzata ed arrivare fino alle gambe, oppure fermarsi poco<br />
sotto la vita, chiusa dalla cintura, come si vede nelle miniature<br />
e nella immagine di san Teodoro. Se corta, presentava sotto<br />
l’addome un bordo di cuoio (kymation), spesso dorato od<br />
argentato, a linguette tondeggianti.<br />
189 YOTOV 2004, fig. 700 e tav. LXIII.<br />
190 Il pro,ximoj delle Scholai Johannes è raffigurato nel manoscritto miniato armeno dei Vangeli di Adrianopoli, inizio<br />
dell’XI sec. (1007), San Lazzaro Lib., Ms. n. 887 /116 Venezia.<br />
191 DIACONU-VILCEANU 1972, p. 155 fig. 62,10.<br />
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Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio