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Qui - Porphyra

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<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />

“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />

mano: in Capitanata si moltiplicarono i monasteri di regola<br />

basiliana; già da prima del 1005 promossero Lucera ad<br />

arcidiocesi, unita a Lesina; a Bari poi il rango ecclesiastico della<br />

città viene eguagliato a quello politico con l’istituzione<br />

dell’arcivescovado forse sin dalla metà del X secolo, ma Roma<br />

lo riconobbe probabilmente solo nel 1025, con Giovanni XIX,<br />

forse per amore di pace. Di solito i Greci ottenevano la fedeltà<br />

dei presuli latini elevando ad arcidiocesi le sedi dei capoluoghi,<br />

o sottraendo le diocesi ai metropoliti esterni. 66<br />

La rottura: lo scisma del 1054.<br />

Fino a che la dinastia macedone fu nel suo splendore e il<br />

papato in decadenza, la prima non faticò a dominare la chiesa<br />

bizantina e il secondo non poté opporgli resistenza. L’impero<br />

germanico supportò quanto poté il papato contro Bisanzio, ma fu<br />

un supporto politico, non potendo influire minimamente nelle<br />

dinamiche interne della chiesa greca. Le cose cambiarono<br />

quando la dinastia macedone entrò in decadenza e il papato<br />

risorse con nuovo splendore, quello dei riformatori.<br />

Esso ripristinò i programmi accentratori di Niccolò I, ma<br />

non ebbe di fronte un Basilio I, e questo fu un guaio. Un grande<br />

imperatore poteva facilmente comprendere l’ambizione romana<br />

e tentare di farla coincidere con la propria, nel quadro di un<br />

dominio mondiale di tipo costantiniano-giustinianeo. Ma un<br />

imperatore mediocre non poteva né fronteggiare la risolutezza<br />

della Santa Sede né governare la chiesa bizantina. Questa aveva<br />

via via metabolizzato i programmi foziani: il risorgere ciclico<br />

dell’antipapalismo nel X sec. ne è la prova. I patriarchi bizantini<br />

miravano all’egemonia sull’ecumene greco-cristiana, percepita<br />

sempre più – e neanche a torto – come un corpo separato del<br />

mondo cattolico. Non potendo mirare al dominio su tutta la<br />

chiesa, ragionevolmente miravano al controllo della propria,<br />

specie in un momento storico in cui essa si andava espandendo<br />

nei Balcani grazie alle campagne di Basilio II, che nel 1018<br />

aveva abbattuto l’impero bulgaro e abolito il patriarcato di<br />

Ocrida.<br />

La chiesa bizantina era dunque in espansione – nell’987<br />

anche la Russia aveva abbracciato il cristianesimo nella forma<br />

greca – mentre la casa macedone avvizziva. Morto in solitudine<br />

il dispotico Basilio II (1025), iniziò un periodo in cui<br />

l’aristocrazia burocratica della capitale esercitò il predominio<br />

sullo stato. Costantino VIII regnò da solo fino al 1028, lasciando<br />

il trono alla figlia Zoe e al marito che le aveva procurato in<br />

articulo mortis: Romano III Argiro (1028-1034), eparca di<br />

Costantinopoli. Ma ben presto questi fu assassinato per ordine<br />

della moglie, che lo rimpiazzò con il suo giovane amante,<br />

Michele IV di Paflagonia (1034-1041). Eminenza grigia del<br />

truculento cambio al vertice era stato il fratello del nuovo<br />

66 Cfr. CORSI, Ai confini cit., pp. 122, 194-199.<br />

33<br />

Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio

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