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Qui - Porphyra

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<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />

“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />

gravi disordini all’interno dell’amministrazione mussulmana, che<br />

causarono una stagnazione delle operazioni militari nell’isola.<br />

Nell’864, risolti i dissidi, riprese l’avanzata guidata dal nuovo<br />

governatore, un certo Khafagia ibn Sufyàn, che conquistò Noto<br />

e Scicli e subito dopo tentò la conquista di Siracusa, fallendo<br />

però nuovamente l’impresa. Un nuovo tentativo di aiuto fu<br />

inviato nel 867 dall’imperatore Basilio I, ma anche questa volta<br />

non ebbe l’esito sperato. Nel 877 ci fu un nuovo assedio arabo<br />

contro Siracusa, che capitolò dopo nove mesi: il 21 maggio<br />

dell’878, forzando un tratto di mura, i Mussulmani si riversarono<br />

in città distruggendo e uccidendo. Il patrizio al comando della<br />

città fu ucciso assieme a tutti i difensori superstiti, mentre il resto<br />

della popolazione fu fatto schiavo o prigioniero. Lo stesso<br />

vescovo finì in catene e venne rinchiuso a Palermo, per essere<br />

poi liberato qualche anno più tardi grazie alla diplomazia<br />

imperiale. Il saccheggio durò più di due mesi. Ecco cosa ci dice<br />

lo storico arabo Ibn ‘Idhari:<br />

Quest’anno il mercoledì quattordici di ramadàn (20 maggio) fu<br />

espugnata Siracusa; uccisovi più di 4000 barbari, e presovi tanto bottino<br />

quanto non se n’era mai trovato in altra città del politeismo. Nessuno degli<br />

uomini (da portar arme) scampò. I Mussulmani di Sicilia avevano assediato<br />

questa città per nove mesi e vi rimasero altri due mesi dopo averla espugnata.<br />

Indi la smantellarono. 91<br />

La caduta dell’antica capitale del Tema di Sicilia scosse<br />

profondamente l’animo di Basilio I, tanto che «dimostrò<br />

pubblicamente la sua ira e il suo dolore». 92 I poeti siciliani,<br />

scampati al massacro e rifugiatisi nelle sicure terre imperiali,<br />

scrissero lamenti (qrh/noi) sulla caduta di Siracusa. 93 Il testo forse<br />

più commovente fu scritto tuttavia da un dotto monaco chiamato<br />

Teodosio: si tratta di una lettera indirizzata a un tal arcidiacono<br />

Leone: 94<br />

Siamo stati conquistati, siamo stati conquistati, come non è stata<br />

conquistata Gerusalemme e prima di lei Samaria; abbiamo subito una<br />

conquista peggiore di quella delle isole Chettiem. 95<br />

Inizia così la lettera che narra il duro assedio e la misere<br />

condizioni di vita della popolazione siracusana, costretta a<br />

mangiare una sorta di purè di ossa. Non vi era pesce, per via del<br />

blocco navale, i prezzi erano alle stelle e in città si diffondevano<br />

malattie come la peste e il tetano. Siracusa non si riprese mai più<br />

dalla devastazione e divenne in poco tempo un centro minore,<br />

91 VON FALKENHAUSEN V., I bizantini in Italia, in I bizantini in Italia, Milano 1982, pp. 1-136: p. 50.<br />

92 Ibidem.<br />

93 “Spicilegium Romanorum”, 4 (1840), p. XXXIX; LAVAGNINI B., Siracusa occupata dagli Arabi e l’epistola di<br />

Teodosio il monaco, in “Byzantium” 29-30 (1959-1960), p. 278.<br />

94 O ZURETTI C., vItaloellhnika,, L’espugnazione di Siracusa nell’880. Testo greco della lettera del monaco Teodosio<br />

in Centenario della nascita di Michele Amari I, Palermo 1910, pp. 165-168; Epistola Theodosii monachi de excidio<br />

Syracusorum in CAIETANI O., Vitae sanctorum Siculorum, II, Panormi 1657, pp. 272-277 (indicati in bibliografia da<br />

VON FALKENHAUSEN, I Bizantini…, cit.).<br />

95 VON FALKENHAUSEN, I Bizantini…, cit., p. 51.<br />

41<br />

Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio

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