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Qui - Porphyra

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<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />

“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />

Tuscolo. Egli perseguirà con una nuova consapevolezza la<br />

collaborazione con Melo per la liberazione della Puglia, perché<br />

ben più alta è la considerazione che egli ha del papato rispetto al<br />

predecessore. Sui suoi rapporti complessi e conflittuali con<br />

Bisanzio mi sono già dilungato in un altro studio, al quale<br />

rimando anche per la storia generale dei papi di questo periodo<br />

in relazione all’Oriente. 64 <strong>Qui</strong> mi basta ricordare che l’appoggio<br />

da lui dato a Melo, l’intervento tedesco da lui caldeggiato e la<br />

posizione favorevole al canto del Filioque nel Credo furono tre<br />

pilastri di una lotta antigreca da lui consapevolmente perseguita.<br />

Il papato di Benedetto VIII fu una tappa importante nel<br />

progressivo allontanamento delle due chiese. Egli tolse il velo<br />

dell’ambiguità dalle questioni controverse: i differenti interessi<br />

politici delle due Rome, l’usurpazione dei diritti papali in Italia,<br />

lo sviluppo autonomo della pneumatologia latina, la legittimità<br />

di una corona imperiale occidentale autocefala, quasi pendant<br />

alla mitria patriarcale autonoma del Bosforo. L’epoca<br />

dell’ecumenismo imperiale era definitivamente tramontata in<br />

Occidente e il risentimento legittimista bizantino per la renovatio<br />

imperii aveva deteriorato i rapporti tra i due mondi, cozzando<br />

con la necessità storica che il mondo latino avesse una sua guida<br />

temporale.<br />

Un ultimo tentativo di accomodamento diplomatico si<br />

ebbe probabilmente quando Basilio II e il patriarca Eustazio<br />

(1019-1025) inviarono a Giovanni XIX (1024-1032), fratello e<br />

successore di Benedetto VIII, una legazione (1024) che chiedeva<br />

la delimitazione delle sfere d’influenza dei patriarcati romano e<br />

bizantino. Riallacciandosi forse alle dichiarazioni di Giovanni<br />

XI, Basilio voleva un inequivocabile riconoscimento del<br />

patriarcato ecumenico, per tranciare di netto ogni<br />

inframmettenza romana nel proprio impero. Di solito questa<br />

notizia, data da Rodolfo il Glabro, è considerata falsa, ma<br />

potrebbe essere plausibile. Eustazio riconosceva il primato<br />

mondiale di Roma e chiedeva il predominio in tutto l’Oriente.<br />

Ma Giovanni XIX non poté cedere su un punto del genere e da<br />

questa data il suo nome scomparve dai dittici. 65<br />

In effetti, l’aspetto più incredibile della notizia di<br />

Rodolfo il Glabro è che il Papa sarebbe stato favorevole, ma che<br />

i riformatori sparsi in tutta Europa si opposero. Probabilmente la<br />

curia stessa si avvide del pericolo insito in un simile<br />

riconoscimento. A meno che la disponibilità di Giovanni XIX<br />

non fosse coerente con la Realpolitik inaugurata da Giovanni XI<br />

riconoscendo il particolare primato bizantino. Paradossalmente,<br />

oggi una simile soluzione sarebbe ideale, nel quadro di una<br />

ricomposizione dello scisma d’Oriente.<br />

In questo lasso di tempo, neanche nel campo della<br />

giurisdizione ecclesiastica i Bizantini stettero con le mani in<br />

64 Cfr. SIBILIO V., Il Papato, la Capitanata e la Battaglia di Canne del 1018, in “XXV Convegno di Preistoria,<br />

Protostoria e Storia della Daunia, San Severo 3-4-5 dicembre 2004”, San Severo 2005, pp. 233-240.<br />

65 RODOLFO IL GLABRO, Historiae sui temporis, IV, 1, in Patrologia Latina (=PL) CXLII, 670-672.<br />

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Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio

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