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Qui - Porphyra

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<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />

“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />

dell’imperatore.<br />

Il Taktikon dell’Escurial menziona un comandante o<br />

domestikos degli Athanatoi, 165 alle cui dipendenze troviamo<br />

un vicario o topoteretes. 166 Il resto del reggimento era stato<br />

probabilmente strutturato da Tzimiskès sul modello degli altri<br />

tagmata, e cioè:<br />

- un chartoularios, responsabile per l'amministrazione interna<br />

dell'unità ed incarichi eminentemente militari, come il<br />

comando di metà del tagma subordinatamente al topoteretes<br />

quando il reggimento andava in guerra senza il domestikos;<br />

- i komites, o comandanti dei singoli banda, cioè dei singoli<br />

reparti in cui il reggimento era diviso; 167<br />

- i domestikoi che, in una unità di cinquanta uomini<br />

comandavano una dekarchia, o fila di dieci cavalieri;<br />

- gli offikialioi juniores ed i portastendardi del reggimento;<br />

quindi probabilmente gli axiomatikoi che, seguendo<br />

l'interpretazione data dall’Haldon per le Scholai, erano<br />

probabilmente i semplici ufficiali subalterni che conservavano<br />

la loro funzione statuale di scortare, nelle cerimonie ufficiali,<br />

coloro che ricoprivano una dignità o axioma. 168<br />

- i mandatores ("messaggeri") con il compito di tenere i<br />

collegamenti fra le diverse unità o all'interno dello stesso<br />

bandon. Secondo i Taktika (c. 903 d.C.) 169 dell’imperatore<br />

Leone VI (886-912) ogni ufficiale romano-orientale dal rango<br />

di komes in su doveva avere un mandator a disposizione del<br />

suo immediato superiore, per la veloce trasmissione degli<br />

ordini.<br />

- ultimi nella scala dei ranghi venivano i semplici tagmatikoi, i<br />

soldati del reggimento.<br />

Secondo l’Anonymus Vari gli Athanatoi dovevano piazzare le<br />

loro tende insieme ad un altro reggimento della Guardia, le<br />

Ètairei/ai, nel campo imperiale (basilikon aplìkton). 170<br />

Equipaggiamento.<br />

Leone Diacono non si sofferma a descrivere con<br />

dovizia l’equipaggiamento degli Immortali. Dalle sue<br />

descrizioni si deduce che sicuramente si trattava di un<br />

equipaggiamento di prim’ordine e di grande ricchezza,<br />

comprendente certamente sia la corazza a scaglie sia la cotta<br />

di maglia, entrambe dorate. 171 Erano in sostanza dei cavalieri<br />

pesantemente corazzati, dei catafratti (katafra,ktoi). Non sono<br />

moltissime, ma non mancano, le fonti iconografiche dell’arte<br />

165<br />

Cfr. anche per una possibile diversa lettura di un sigillo della collezione Schlumberger KUHN 1991, p. 121, n. 38.<br />

166<br />

OIKONOMIDES 1972, liste a p. 271 e p. 273.<br />

167<br />

KUHN 1991, pp. 86-87.<br />

168<br />

HALDON 1984, pp. 288 ss.; 509.<br />

169<br />

TACT. XI, 20.<br />

170<br />

DENNIS 1985, pp. 250-252.<br />

171<br />

SCHLUMBERGER 1896, pp. 91-92. Non per nulla Leone Diacono (VIII, 4 p. 132) esalta la circostanza che gli<br />

Immortali sono detti «convenientemente corazzati» (teqwrakisme,nhn evpieikw/j).<br />

57<br />

Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio

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