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<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />
“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />
alla quale è montato il camaglio. La calotta, benché conica, è<br />
lievemente arrotondata, così come si vede in molte miniature<br />
costantinopolitane. 184<br />
L’elmo presenta buchini sul bordo per l’attacco di una<br />
striscia di cuoio da cui pende il camaglio in cotta di maglia,<br />
ancora parzialmente preservato. Questo, sul retro, arriva a<br />
coprire il collo, scendendo fino alle spalle. Abbiamo visto<br />
come Niceforo ricordi che, sul davanti di tali elmi, venisse<br />
portata una visiera di cotta di maglia o scaglie di ferro, una<br />
zaba, che lasciava scoperti solo gli occhi del guerriero 185 ed<br />
era formata da tre strati di cotta di maglia attaccati ad una base<br />
di cuoio. Si trattava fondamentalmente di un elmo fornito, alle<br />
estremità, di un visore di maglia coprente il viso, in stile<br />
orientale, una eredità di tipo persiano sassanide passata<br />
nell’armamento romano. 186<br />
Il colore giallo delle miniature ci suggerisce che gli<br />
elmetti della guardia, seppure di ferro, fossero dorati. L’elmo<br />
era altresì probabilmente dotato di sottogola, verosimilmente<br />
annodato sotto il mento ma non visibile esteriormente (fig. 1).<br />
Corazze.<br />
Niceforo attribuisce ai catafratti l’utilizzo della più<br />
famosa corazza del mondo militare romano del medio periodo<br />
bizantino: il klibanion, una corazza a scaglie o lamelle spesso,<br />
per i cavalieri dei tagmata e della guardia, completamente<br />
dorata. 187 L’uso della corazza a scaglie dorata da parte degli<br />
Immortali è confermato dalle miniature dello Skilitzès.<br />
Il corpetto a scaglie era formato da lamelle di ferro<br />
dorato attaccate ad una base di cuoio; nonostante vi sia chi si<br />
ostini a negare la scarsità di reperti militari pertinenti al<br />
mondo della Bisanzio medioevale, una grande massa di<br />
frammenti di armature a scaglie e lamellari è stata rinvenuta<br />
sul territorio della attuale Bulgaria. 188 Molti reperti, che<br />
confermano in maniera impressionante la tipologia di scaglie e<br />
lamelle illustrate nelle pitture dei santi militari delle chiese e<br />
dei soggetti militari pertinenti alla vita di Cristo, attestano la<br />
veridicità della cultura materiale illustrata sulle pitture del<br />
periodo. Molte parti di corazze datano all’epoca della dinastia<br />
macedone e, seppure possano essere state utilizzate tanto dai<br />
guerrieri bulgari quanto dall’esercito romano, rappresentano la<br />
tipologia dell’armamento in uso nel periodo tra il IX ed il XII<br />
secolo. Le scaglie illustrate nelle miniature dello Skilitzès<br />
184<br />
Cfr. FRANCHI DE CAVALIERI 1907, p. 4, n. 3 (rappresentazione di Giosuè e dell’arcistratega Michele); cfr. anche<br />
KOLIAS 1988, tav. XVI.<br />
185<br />
Sulla trasformazione del termine zaba da termine generale che indica la corazza a maglia di ferro a termine tecnico<br />
designante parti di protezioni corazzate in anelli di ferro, scaglie di metallo o materiale imbottito di feltro cfr. KOLIAS<br />
1988, pp. 65-66.<br />
186<br />
NICOLLE 1996, pp. 16 ; 30.<br />
187 DE CER., p. 506; HALDON 1990, p. 149.<br />
188 Cfr. i recenti lavori di YOTOV 2004 e VITLYANOV 1996.<br />
60<br />
Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio