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<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />
“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />
Fatto inaudito (ma così piacque alla celeste Provvidenza)<br />
il bambino nasce in violazione della legge.<br />
La legge fu abrogata e una nuova fu fatta,<br />
e Leone concesse al Santo Canone di esprimere il proprio giudizio.<br />
O abisso della volontà divina.<br />
Si purifica poi dalla colpa con fiumi di lacrime<br />
e di nuovo è ammesso nella madre Chiesa. 386<br />
«Per il sole portatore di luce» disse il disco della luna<br />
«potessi in questo momento vedere il dolcissimo Leone»<br />
Attraverso ulcere materiali il tuo corpo si dissolve<br />
affinché ruga o macchia non resti nella sua anima. 387<br />
Erede dello scettro, sovrano per discendenza paterna,<br />
Alessandro, il sole della porpora, ecco sorge.<br />
Con lui si leva un altro astro,<br />
Costantino, nato dal fianco di Leone.<br />
Celebra con canti, o Città, la discendenza di Basilio,<br />
che più purpurea rende la tua porpora.<br />
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ 388<br />
Dice il Signore: «Nella generazione dei giusti<br />
i miei occhi vedranno e il mio orecchio sentirà.»<br />
o Città fortunata.<br />
Salute a te, Leone mio signore, seppur tra i gemiti dell’Ade,<br />
salute a te, anima dolcissima, compagna degli angeli.<br />
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ 389<br />
Celebralo come imperatore, come amico, come signore.<br />
Tu, anche dopo la morte, ricordati di Costantino.<br />
Salute a te, Leone mio signore.<br />
Gemete, e siano i vostri gemiti misti a lacrime.<br />
Riempite tutta la tomba dei miei lamenti.<br />
Tutto è vanità.<br />
386 A differenza del carme precedente, dove la questione tetragamica era solo allusa, in questo componimento i<br />
contrasti con il patriarcato costantinopolitano hanno esplicita menzione. Ne sono evocati i passaggi salienti: la<br />
mancanza, dopo il terzo matrimonio, di un erede legittimo; la nascita di Costantino VII (settembre 905); le dispute in<br />
materia di diritto civile e canonico; la riammissione dell’imperatore in seno alla Chiesa (febbraio 907). Sulla<br />
corrispondenza tra la sequenza di atti giuridici indicata dal carme e l’evidenza delle fonti storico-giuridiche, cfr.<br />
ŠEVČENKO, pp. 208-209: «La legislazione abrogata deve essere costituita dal Canone 80 di S. Basilio (…) (contro la<br />
poligamia), da Procheiros Nomos, tit. 4, 25 (…) (i bambini nati da un quarto matrimonio sono illegittimi) e soprattutto<br />
dalla novella 90 dello stesso Leone (…) (il diritto civile è assimilato a quello canonico nel punire il terzo matrimonio).<br />
La creazione di una nuova legge può riferirsi alla decisione di Leone di convocare un concilio nel quale i<br />
rappresentanti di altri patriarcati, in particolare di quello romano, si pronunciassero a favore del quarto matrimonio<br />
(…). Il Santo Canone che esprime il proprio giudizio sarebbe allora questo concilio, che si riunì nel febbraio del 907,<br />
assolvendo Leone e confermando l’allontanamento di Nicola Mistico» (traduzione nostra).<br />
387 Un nuovo riferimento alla malattia che risultò fatale all’imperatore, ora esplicitamente interpretata come espiazione,<br />
imposta dalla volontà divina, per la violazione delle sante leggi ecclesiastiche.<br />
388 Il manoscritto omette un distico di versi politici con funzione di koukoulion, il cui testo può essere agevolmente<br />
indicato nei vv. 17-18 del carme I.<br />
389 Manca nel manoscritto il distico corrispondente alla lettera psi.<br />
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Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio