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Qui - Porphyra

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<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />

“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />

Oggi ci restano alcuni manoscritti che testimoniano tale<br />

attività di Areta: cod. Bodleiano D’Orville X 1 (Euclide, copiato<br />

dal chierico Stefano), Bodleiano Clarckianus 39 e Vaticano gr. 1<br />

(Platone, in due volumi, scritto da Giovanni calligrafo, nel<br />

novembre 915), Harleiano 5694 (Luciano, copiato da Baanes nel<br />

912/13); Parigino gr. 451 (Apologeti, scritto da Baanes nel 914),<br />

Parigino gr. 2951 e Laurenziano plut. 60,3 (Aristide, scritto da<br />

Giovanni calligrafo fra il 918 e il 927), Mosquense gr. 934 (opere<br />

dogmatiche, scritto dal diacono Stiliano nel 932).<br />

Ma abbiamo le prove che sono andati perduti, o non sono<br />

stati finora identificati come realizzati per conto di Areta,<br />

manoscritti dei seguenti autori: Dione Crisostomo, Pausania,<br />

Filostrato (Vita di Apollonio di Tiana), Plutarco (Vite parallele),<br />

Lesbonatte grammatico, Giuliano Apostata, Polluce<br />

(Onomastico), Fozio stesso (Biblioteca).<br />

Durante la crisi iconoclastica, è certo che in I t a l i a<br />

m e r i d i o n a l e sussistesse un buon livello di cultura greca,<br />

come è provato da alcune testimonianze indirette.<br />

È noto infatti che S. Giovanni Damasceno, il campione<br />

dell’iconodulia, mentre ancòra soggiornava presso gli Arabi, sia<br />

stato istruito da un tal Cosma italiota che, preso prigioniero dagli<br />

Arabi, era stato condotto in Siria. Egli insegnò retorica, filosofia,<br />

aritmetica, geometria, musica, astronomia, e scienze naturali.<br />

Metodio di Siracusa, che fu prima patriarca di<br />

Costantinopoli e poi esule a Roma fra l’815 e l’821, acquisì nella<br />

città natale l’istruzione necessaria per la sua carriera<br />

ecclesiastica. Se è vero che manoscritti greci destinati<br />

all’istruzione risultano attestati solo a partire dal IX-X secolo,<br />

anche in epoca precedente, fra l’VIII e il IX, dovettero essere<br />

presenti presso le biblioteche di conventi e cattedrali.<br />

I protagonisti delle Vite dei Santi fra l’VIII e il IX secolo<br />

appartennero quasi tutti a famiglie agiate ed avevano ricevuto<br />

una buona istruzione di base.<br />

All’VIII secolo è da assegnare l’eucologio Vaticano<br />

Barberiniano gr. 336. Al IX secolo sono da assegnare il Vaticano<br />

gr. 2059 (Giovanni Climaco e Basilio Magno), il Vaticano gr.<br />

2066 (Gregorio di Nissa). Tali codici sono ancòra in maiuscola,<br />

scrittura che in Italia meridionale sembra essere stata usata più a<br />

lungo, sino alla fine del IX secolo.<br />

Il già citato Metodio di Siracusa fu innografo: di lui<br />

restano tre canoni. La più significativa figura di innografo<br />

durante il periodo iconoclastico fu quella di Giuseppe innografo<br />

da Palermo ( 816-886), che scrisse, secondo la tradizione, 466<br />

canoni, 9 contaci e altri componimenti minori. Nell’VIII secolo<br />

operarono anche Teodosio di Siracusa , Giorgio Siceliota ed Elia<br />

Siceliota; Teodoto, Procopio e altri innografi sono da ascrivere al<br />

IX secolo.<br />

Durante la seconda fase dell’iconoclasmo anche in Italia<br />

meridionale vi furono segni di ripresa, quantunque un evento<br />

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Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio

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