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Qui - Porphyra

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<strong>Porphyra</strong> Anno IV, numero IX, Maggio 2007<br />

“L’età macedone: dotti, militari, patriarchi”<br />

flotta imperiale guidata da Nasar, che aveva sconfitto navi<br />

saracene all’altezza di Punta Stilo. 104 Le truppe proseguirono<br />

lungo la Calabria riconquistando tutte le piazzaforti che erano<br />

cadute in mano nemica, finché giunsero nei pressi di Taranto.<br />

<strong>Qui</strong>, anche se numericamente superiori e meglio equipaggiati,<br />

furono sconfitti dai saraceni: nello scontro morì lo stesso<br />

Procopio. 105 Lo stratego Leone, ora libero da impedimenti, riuscì<br />

subito dopo a conquistare la città, cacciandone la guarnigione<br />

araba. L’offensiva riprese negli anni tra l’882 e l’883, con<br />

l’arrivo di un nuovo esercito guidato dallo stratego Stefano<br />

Massenzio. Per l’incapacità dimostrata sul campo, il nuovo<br />

generale fu subito richiamato in patria e al suo posto fu inviato<br />

uno dei più valenti comandanti dell’epoca e forse di tutta la storia<br />

romea: Niceforo Foca, detto il Vecchio in quanto nonno del più<br />

famoso Niceforo II Foca. 106 Oltre al cambio di dirigenza, furono<br />

inviati altri contingenti, tra cui un gruppo consistente di<br />

Manichei, appena sottomessi all’impero.<br />

Niceforo proveniva da una importante famiglia di<br />

aristocratici militari e dimostrò subito la sua abilità, lanciando<br />

una grande offensiva che permise la conquista di Amantea,<br />

Tropea e Santa Severina. Successivamente, si mosse verso la<br />

Puglia per cacciare i Longobardi che erano lì stanziati. La sua<br />

dote più importante era la poliedricità. Egli non era solamente un<br />

grande generale, ma vantava pure una grande abilità oratoria e<br />

politica che gli permise di ottenere risultati strabilianti. Il suo<br />

governo venne ricordato come lungimirante e “illuminato” tanto<br />

che le popolazioni sottomesse dedicarono una chiesa in suo<br />

onore. Lo stesso Leone VI, nei suoi Taktikà, 107 elogia il generale<br />

romeo, citandolo come modello per i generali incaricati della<br />

ricostruzione del territorio e della riorganizzazione di paesi<br />

riconquistati. I Longobardi, infatti, non furono sottomessi e<br />

umiliati, ma poterono godere di una certa libertà e per un lungo<br />

periodo non furono gravati da alcune imposte. Nell’anno 886<br />

Niceforo fu richiamato a Costantinopoli. Alla sua partenza,<br />

lasciò i domini imperiali in Italia al culmine della loro potenza.<br />

Le ultime vicende avevano reso Bisanzio un impero<br />

temuto e rispettato, anche per via della coincidente decadenza del<br />

rivale d’Occidente. 108 L’Italia settentrionale divenne terreno di<br />

battaglia, mentre quella meridionale, avendo perso i punti di<br />

riferimento tradizionali, riconobbe in Bisanzio la propria guida.<br />

Ciò sarebbe dimostrato da un uso sempre più intenso di titoli<br />

104 Ibidem.<br />

105 Sembra che Procopio sia morto per via della defezione dello stratego Leone, geloso della sua posizione di potere.<br />

Cfr. RAVEGNANI, Bisanzio e Venezia, cit., p. 157.<br />

106 Cfr. ODB, s.v. NIKEPHOROS II PHOKAS.<br />

107 Un libro di tattica militare, redatto da Leone VI detto il Saggio, all’incirca nel 905 d.C. (traduzione italiana, anche se<br />

solamente parziale, in CARILE A. – COSENTINO S., Storia della marineria bizantina, Bologna 2004, pp. 289-305;<br />

cfr. anche ODB, s.v. TAKTIKA OF LEO VI). Basato sullo Strategikon di Maurizio descrive tattiche, armamenti, assedi,<br />

scelte strategiche prima e dopo la battaglia. Cfr. CASCARINO G. (a cura di), Maurizio Imperatore, Strategikon<br />

Manuale di arte militare dell'Impero Romano d'Oriente, Rimini 2006.<br />

108 L’impero carolingio cadde nell’anarchia dopo la morte di Carlo il Grosso, avvenuta nell’887.<br />

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Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio

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