Pathologica 4-07.pdf - Pacini Editore
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PATHOLOGICA 2007;99:225-229<br />
Patologia dell’apparato respiratorio<br />
Mesotelioma maligno della pleura (MMP):<br />
analisi di fattori prognostici<br />
G. Serio, A. Scattone, M. Musti * , A. Marzullo, R. Nenna,<br />
D. Cavone * , M. Loizzi ** , L. Pollice, A. Pennella ***<br />
Dipartimento di Anatomia Patologica, Università, Bari; * Dipartimento<br />
di Medicina Interna e Pubblica, Università, Bari;<br />
** Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Università, Bari;<br />
*** Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Università, Foggia<br />
Il MMP è un tumore aggressivo, resistente alle terapie in uso<br />
e la sua sopravvivenza è di circa 6-18 mesi. Solo pazienti con<br />
MMP epiteliale in stadio I-N 0 , mostrano più lunga sopravvivenza<br />
e possono beneficiare di trattamenti multimodali come<br />
chirurgia demolitiva combinata a chemio- e/o radioterapia.<br />
Pertanto, si rende necessario identificare fattori prognostici<br />
predittivi di sopravvivenza e di risposta alla terapia. Allo scopo,<br />
abbiamo studiato il significato prognostico di alcune variabili<br />
clinico-patologiche e biologiche nel MMP.<br />
Metodi. Sono stati selezionati 122 pazienti con MMP che<br />
avevano ricevuto solo una biopsia toracoscopica e successiva<br />
chemioterapia palliativa. Tutti i casi erano inseriti nel Registro<br />
Regionale Mesotelioma (COR Puglia-DPR 366/96).<br />
Lo stadio clinico è stato ottenuto dalla rivalutazione delle immagini<br />
TAC e di RMN. Indice Mitotico (IM), grado nucleare,<br />
necrosi, flogosi, desmoplasia ed espressione immunoistochimica<br />
di MIB-1 e p27 sono stati valutati e i risultati sottoposti<br />
ad analisi statistica univariata e multivariata (Cox regression<br />
model).<br />
Risultati. Abbiamo osservato 83 (68%) mesoteliomi epitelioidi,<br />
28 (23%) bifasici e 11 (9%) sarcomatoidi; 73,8% erano<br />
maschi e 26,2% femmine. L’età media al tempo della diagnosi<br />
era 66,6 anni (range: 23-90) ed il tempo medio di sopravvivenza<br />
12,5 ± 11,5 mesi (range 1-72). 81 pazienti erano<br />
in stadio I (sopravv. media 17 mesi), 27 in stadio II (sopravv.<br />
media 4 mesi) e 14 in stadio III (sopravv. media 4 mesi). Le<br />
differenze erano significative (p = 0,0001). Pazienti con mesotelioma<br />
epiteliale presentavano una più lunga sopravvivenza<br />
[p = 0,005; 95% (CI), 11,3 a 16,7 mesi]. 30 casi avevano<br />
grado nucleare 2 e 92 grado 3 con sopravvivenza più lunga<br />
nei tumori grado 2 (p = 0,006). L’IM presentava score 1 (1-5<br />
mitosi) in 55 casi, score 2 (6-10 mitosi) in 46 e score 3 (> 10<br />
mitosi) in 21. Nei tumori con mitosi < 5 la sopravvivenza media<br />
era 20,9 ± 1,6 mesi e le differenze erano altamente significative<br />
(p = 0,0001). Una correlazione significativa è stata<br />
osservata nell’espressione dei due marcatori MIB-1 e p27<br />
con il tempo di sopravvivenza (r s = -0,216; p = 0,01). Un’alta<br />
espressione di p27 (> 50%) e una bassa espressione di<br />
MIB-1 (< 25%) erano significativamente correlate ad una più<br />
lunga sopravvivenza (> 12 mesi). All’analisi multivariata IM,<br />
stadio e p27 sono risultati parametri prognostici indipendenti<br />
predittivi di sopravvivenza.<br />
Conclusioni. Indice mitotico, p27 e stadio clinico rappresentano<br />
validi indicatori prognostici nel MMP.<br />
Mesotelioma papillare (ben differenziato) in<br />
situ<br />
G. Caprara, C. Ligorio, S. Damiani<br />
Anatomia Patologica, Università di Bologna, Ospedale<br />
“Bellaria”, Bologna<br />
Il mesotelioma in situ è un’entità piuttosto controversa, al<br />
punto che secondo alcuni Autori, è giustificato parlare di lesione<br />
in situ solo se accanto a questa è identificabile un franco<br />
mesotelioma invasivo 1 . Nel caso che riportiamo, la paziente,<br />
una donna di 68 anni, senza storia di esposizione all’asbesto,<br />
si è presentata con versamento pleurico monolaterale<br />
recidivante e resistente a qualsiasi trattamento medico,<br />
anti-infiammatorio e chemioterapico. Poiché, nell’arco di un<br />
anno, il quadro clinico non veniva risolto da alcuna terapia e<br />
anche a in seguito a ripetuti esami citologici sul liquido del<br />
versamento, con esito in diagnosi di malignità, la paziente<br />
veniva inviata al tavolo operatorio, nonostante un quadro<br />
TAC negativo e una diagnosi istologica di iperplasia mesoteliale<br />
condotta su materiale bioptico ottenuto in corso di toracoscopia.<br />
La paziente venne sottoposta a pleuropneumonectomia<br />
più asportazione di aree ispessite della pleura parietale.<br />
All’esame macroscopico la pleura viscerale e i frammenti<br />
di pleura parietale mostravano solo focali ispessimenti di lieve<br />
entità. Dopo accurato campionamento l’esame istologico<br />
dimostrò la presenza di una proliferazione di elementi mesoteliali<br />
con atipie nucleari evidenti, organizzati in papille talora<br />
complesse e anastomizzate, ma in assenza di invasione del<br />
tessuto connettivale sub-pleurico. All’indagine immunoistochimica<br />
le cellule che rivestivano le papille sono risultate positive<br />
con anticorpi anti-calretinina, anti-citocheratina 7 e anti-D2-40,<br />
mentre la desmina ha colorato solo il mesotelio<br />
normale residuo. Infine le colorazioni con anticorpi anti-laminina<br />
e anti-collagene IV hanno confermato la presenza di<br />
una membrana basale intatta e continua al di sotto delle cellule<br />
mesoteliali. A sei anni dalla iniziale diagnosi la paziente<br />
è libera da malattia. Tale caso pone l’attenzione sul riconoscimento<br />
e la valutazione del mesotelioma in situ. In realtà,<br />
sembra che si possano riconoscere due diversi tipi di mesotelioma<br />
maligno: a) il mesotelioma maligno diffuso convenzionale,<br />
che ne rappresenta la forma più comune e che consiste<br />
di una neoplasia aggressiva, estesamente invasiva, in cui<br />
solo occasionalmente si osservano focolai “in situ”, peraltro<br />
privi di significato clinico e b) una variante rara, il mesotelioma<br />
papillare ben differenziato, inizialmente descritto nel<br />
peritoneo di giovani donne. Questa variante è considerato un<br />
tumore “borderline” a basso potenziale di malignità in cui,<br />
per definizione, l’invasione è minima o assente (mesotelioma<br />
in situ) 2 . Il caso da noi riportato rientra in questo secondo tipo<br />
di mesotelioma maligno. Riconoscere il mesotelioma papillare<br />
ben differenziato in situ/con invasione minima sembra<br />
essere di cruciale importanza, dato che alcuni pazienti hanno<br />
sopravvivenze di oltre 10 anni, anche in assenza di trattamenti<br />
chirurgici radicali 2 .<br />
Bibliografia<br />
1 Henderson DW, et al. AM J Clin Pathol 1998;110:397-404.<br />
2 Galateau-Sallè F, et al. Am J Surg Pathol 2004;28:534-40.