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Pathologica 4-07.pdf - Pacini Editore

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PATHOLOGICA 2007;99:160-162<br />

PTHRP e PTHR1 e adattamento miocardico<br />

all’insulto ischemico<br />

V. Arena * , G. Monego ** , E. Arena * , E. Stigliano * , S. Pasquini<br />

* , F.O. Ranelletti *** , A.Capelli *<br />

* ** Istituto di Anatomia Patologica; Istituto di Anatomia<br />

Umana; *** Istituto di Istologia ed Embriologia<br />

Introduzione. Lo Human Parathyroid Hormone Related<br />

Protein (hPTHrP) ed il Parathyroid Hormone Receptor 1<br />

(PTHR1), formano un sistema ligando/recettore che influisce<br />

sulla fisiopatologia cardiovascolare. Nei miocardiociti umani,<br />

il PTHR1 è diffusamente espresso, mentre il PTHrP è prevalentemente<br />

espresso a livello atriale, con espressione sfumata/assente<br />

nei miocardiociti ventricolari. Nei modelli sperimentali,<br />

il PTHrP esogeno ha effetto inotropo, cronotropo e<br />

lusitropo positivi, nonché di vasodilatazione coronarica,<br />

agendo sul PTHR1. Il nostro studio, condotto su casistica autoptica,<br />

valuta l’espressione del PTHrP e del PTHR1 nei miocardiociti<br />

ventricolari umani, nonché eventuali variazioni in<br />

relazione all’ischemia.<br />

Obiettivi. Sulla base di osservazioni effettuate su una casistica<br />

ridotta, abbiamo deciso di ampliare lo studio dell’espressione<br />

di hPTHrP e PTHR1 nei miocardiociti ventricolari,<br />

raddoppiando il campione iniziale, valutando quindi eventuali<br />

correlazioni con l’ischemia, il tipo di morte, la coronarosclerosi,<br />

l’ipertrofia, il disarray.<br />

Metodi. L’espressione di hPTHrP e PTHR1 è stata studiata<br />

con metodica immunoistochimica su campioni di miocardio<br />

ventricolare sinistro prelevati da 101 riscontri diagnostici effettuati<br />

presso il Policlinico Universitario “A. Gemelli”. Su<br />

base clinico-morfologica abbiamo diviso la casistica in decessi<br />

per causa ischemica e non ischemica.<br />

Risultati e conclusioni. I miocardiociti ventricolari umani<br />

esprimono sia PTHrP, sia PTHR1. L’iperespressione del<br />

PTHrP risulta correlata in modo significativo con i segni di<br />

ischemia (Fisher 0,0196), con il disarray (Fisher = 0,0114),<br />

con l’ipertrofia (Fisher = 0,0456). L’iperespressione del<br />

PTHR1 risulta correlata con l’ischemia (Fisher = 0,0022),<br />

con la morte ischemica (Fisher = 0,0394), con la coronarosclerosi<br />

(Fisher = 0.0015), con l’ipertrofia miocardiocitaria<br />

(Fisher = 0,0080). L’iperespressione del peptide è correlata<br />

con quella del recettore, (Fisher = 0,0004), senza elementi a<br />

favore dell’ipotesi di down-regolazione recettoriale.<br />

Sulla base delle nostre osservazioni, il sistema<br />

hPTHrP/PTHR1 parrebbe agire come un modulatore della<br />

funzione ventricolare secondo circuiti paracrini ed autocrini,<br />

basandosi sul rilascio di peptide da parte dei miocardiociti<br />

ventricolari ancora vitali (e dall’endotelio). L’iperespressione<br />

di hPTHrP/PTHR1 entrerebbe pertanto a far parte dei numerosi<br />

meccanismi di adattamento miocardico all’ischemia ed<br />

al deficit funzionale.<br />

Cardiopatologia<br />

POSTERS<br />

Morte inattesa da grave cardiopatia<br />

polifattoriale in bambino “FIVET” di 12 mesi<br />

E. Barresi, R. Bussani, F. Silvestri<br />

UCO Anatomia Patologica, Ospedale di Cattinara, Trieste<br />

Un bambino di 15 mesi, nato, assieme ad un gemello, con<br />

metodica di procreazione assistita FIVET, venne portato all’osservazione<br />

dei sanitari del Pronto Soccorso Pediatrico per<br />

una tosse persistente stizzosa insorta qualche ora dopo un<br />

episodio di inalazione accidentale di materiale alimentare.<br />

Anamnesticamente il bambino risultava congenitamente ipotiroideo<br />

e circa due settimane prima aveva avuto una “flu-like<br />

syndrome”. La radiografia del torace evidenziava un’iperdiafania<br />

del polmone destro con sbandieramento mediastinico a<br />

sinistra. Il giorno seguente il polmone sinistro risultava già<br />

atelettasico. Venne eseguita in emergenza una broncoscopia<br />

con estrazione di alcuni frustoli di materiale alimentare dall’albero<br />

endobronchiale e ventilazione assistita cui fece velocemente<br />

seguito un quadro di pneumotorace sinistro con realizzazione<br />

di enfisema sottocutaneo toracico ed arresto cardiaco<br />

resistente a qualsiasi manovra rianimatoria. L’esame<br />

autoptico non evidenziò perforazioni parietali dell’asse tracheo-bronchiale<br />

post-broncoscopia, ma un cuore del peso di<br />

40 g con vistosa ectasia del distretto atrio-ventricolare destro<br />

e cospicua transilluminabilità del cosiddetto “triangolo della<br />

displasia”, anche con “bulging” dell’efflusso dell’arteria polmonare.<br />

L’istologia cardiaca dimostrò fenomeni di ipertrofia,<br />

attenuazione ed atrofia miocellulare, grave ispessimento fibroso<br />

endocardico con presenza di cellule muscolari lisce nel<br />

suo contesto, nonché, a carico della parete anteriore mediobasale,<br />

un piccolo “myocardial bridge” che comprimeva, e<br />

parzialmente disassiava l’arteria coronaria discendente anteriore<br />

ed il primo diagonale. La zona del triangolo della displasia<br />

appariva strutturalmente “displastica” anche se non<br />

sostituita da tessuto adiposo, fatto invece evidente a livello<br />

dell’apice ventricolare destro. A livello della parete posteriore<br />

ventricolare sinistra si evidenziava, inoltre, un ampio focolaio<br />

di miocardite linfoistiocitaria interstiziale in fase attiva.<br />

I dati morfologici cardiaci farebbero pensare ad una cardiomiopatia<br />

destra in fase iniziale o comunque ad una cardiomiopatia<br />

dilatativa polifattoriale, forse almeno in parte sostenuta<br />

dalla situazione di ipotiroidismo congenito. La miocardite<br />

attiva è stata un’ulteriore aggravante per un cuore già<br />

pesantemente compromesso, anche per le possibili problematiche<br />

aritmiche correlate. In questo contesto l’evento “ab ingestis”<br />

è stato probabilmente un destabilizzatore di una situazione<br />

di estrema fragilità cardiaca.

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