Pathologica 4-07.pdf - Pacini Editore
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POSTERS<br />
Lesioni a cellule colonnari della mammella<br />
associate calcificazioni: correlazioni radioistologiche<br />
R. Senetta, P. Campanino * , G. Mariscotti * , A. Sapino<br />
Dipartimento di Scienze Biomediche ed Oncologia Umana;<br />
* Dipartimento di Radiodiagnostica, Università di Torino<br />
Introduzione. Il rinnovato interesse, in questi ultimi anni,<br />
per le Lesioni a Cellule Colonnari (LCC) della mammella nasce<br />
principalmente dall’incremento di diagnosi in prelievi<br />
pre-operatori eseguiti con Core Biopsy o Stereotactic Vacuum<br />
Assisted Core Biopsy (VACB) per calcificazioni mammografiche.<br />
In letteratura i dati relativi all’incidenza di LCC, alle<br />
caratteristiche del quadro radiologico correlato e al significato<br />
clinico in studi di follow-up (FU) sono carenti.<br />
Metodi. 392 prelievi con VACB eseguiti su calcificazioni radiografiche<br />
da gennaio 2004 a giugno 2006 sono stati rivisti.<br />
È stata valutata: i) la frequenza di diagnosi istologica di LCC,<br />
ii) la correlazione tra morfologia delle calcificazioni e rischio<br />
radiologico (R) con la categoria diagnostica (B) delle LCC e<br />
iii) il FU clinico o chirurgico.<br />
Risultati. LCC sono state diagnosticate in 156/392 (39,7%)<br />
di VACB e nell’84% di questi, le calcificazioni riscontrate radiologicamente,<br />
erano istologicamente localizzate in LCC.<br />
Le calcificazioni radiologiche correlate a LCC erano di tipo<br />
amorfo/indistinto (42,9%) e granulare (25%). Frequentemente<br />
le calcificazioni erano distribuite in cluster, soprattutto in<br />
sede supero-esterna destra. Su 80 casi diagnosticati come B2,<br />
75 sono stati inviati a FU clinico e 5 casi a biopsia escissionale<br />
con riconferma di LCC senza atipie. Dei 43 casi di LCC<br />
con atipia (B3), in 14 non è stato riconfermato il quadro atipico<br />
all’esame su biopsia chirurgica, mentre in 1 caso su 10<br />
di LCC associate a Neoplasie Lobulari Intraepiteliali o Iperplasia<br />
Duttale Atipica era associato un Carcinoma Duttale in<br />
situ (CDIS) all’esame su pezzo chirurgico. Tutti i casi di LCC<br />
associati a CDIS (B5a) sono stati riconfermati al definitivo<br />
tranne uno diagnosticato come LIN.<br />
Conclusioni. I nostri dati suggeriscono che: i) le LCC rappresentano<br />
la causa di circa il 40% di VACB eseguite per il<br />
riscontro di calcificazioni mammografiche di basso sospetto<br />
radiologico, ii) l’escissione chirurgica di LCC atipiche, non<br />
associate ad altra patologia, diagnosticate su VACB, non è<br />
necessaria, vista la completa assenza di lesioni più aggressive<br />
all’esame istologico definitivo.<br />
Integrazione del Nottingham Prognostic<br />
Index con i fenotipi biologici per una migliore<br />
definizione prognostica delle pazienti affette<br />
da carcinoma della mammella<br />
M. Pedriali, P. Querzoli, R. Rinaldi, C. Frasson, I. Nenci<br />
Sezione di Anatomia, Istologia e Citologia Patologica del<br />
Dipartimento di Medicina Sperimentale e Diagnostica, Università<br />
di Ferrara<br />
Introduzione. La storia clinica dei carcinomi mammari infiltranti<br />
è determinata da fattori morfologici e biologici. Il pT,<br />
il pN ed il G hanno dimostrato avere un ruolo molto importante<br />
nella valutazione prognostica. Il Nottingham Prognostic<br />
Index (NPI) integra in un unico dato sintetico queste informazioni<br />
fornendo al clinico un potente strumento per stratificare<br />
la prognosi in tre classi di rischio. Gli studi su l’espres-<br />
sione genica hanno permesso di identificare tre profili biologici<br />
(basale, HER-2+/ER- e luminale) ad andamento prognostico<br />
differente. Un’analisi combinata 1 dei dati presentati da<br />
Nielsen 2 e Livasy 3 ha permesso di individuare con ottima approssimazione<br />
questi fenotipi biologici basandosi sull’espressione<br />
di un pannel di marcatori (ER, PR, HER-2) oggi<br />
indispensabili nella routine diagnostica del carcinoma della<br />
mammella.<br />
Metodi. Lo studio è stato condotto su 702 pazienti (pz) affette<br />
da carcinoma mammario infiltrante incidente negli anni<br />
1989-1993 diagnosticato presso la Sezione di Anatomia, Istologia<br />
e Citologia Patologica del Dipartimento di Medicina<br />
Sperimentale e Diagnostica dell’Università di Ferrara di cui<br />
era disponibile la caratterizzazione clinico-patologica (età ≤<br />
70 anni: 557 pz; 527 duttali, 109 lobulari, 66 speciali; pT: ≤<br />
2 cm: 450 pz). Sono stati raccolti i dati di follow-up (media:<br />
93 mesi, mediana: 101 mesi; range: 8-158 mesi), allestiti 31<br />
tissue micro arrays (TMA) su cui è stata effettuata la valutazione<br />
del G e dei parametri biologici (ER, PR, HER2) la cui<br />
integrazione ha permesso di identificare 118 casi con fenotipo<br />
basale o HER-2+ (ER-/PR-/HER-2- o HER-2+) e 549 casi<br />
a fenotipo luminale (ER+ e/o PR+).<br />
Risultati. Il 40,9% dei pz aveva un NPI ≤ 3.4 (buona prognosi),<br />
il 15% aveva NPI > 5,4 (alto rischio), il 44,1% dei pz<br />
aveva una prognosi intermedia (3,4 < NPI ≤ 5,4) Su questi ultimi<br />
si sono identificati 62 carcinomi a fenotipo basale/HER-<br />
2+ con andamento clinico sovrapponibile al gruppo ad alto<br />
NPI e 52 pazienti a fenotipo luminale, di età > 70 aa, con andamento<br />
clinico non statisticamente differente da quello del<br />
gruppo a basso NPI.<br />
Conclusioni. L’integrazione dei parametri morfologici con i<br />
profili biologici identificati dalla biologia molecolare può<br />
permettere una migliore stratificazione prognostica delle pazienti<br />
affette da carcinoma mammario infiltrante. Nella nostra<br />
casistica questa integrazione ha permesso di ricategorizzare<br />
la prognosi del 37% delle pazienti a NPI intermedio.<br />
Bibliografia<br />
1 Carey A, et al. Clin Cancer Res 2007;13:2329-34.<br />
2 Nielsen T, et al. Clin Cancer Res 2004;10:5367-74.<br />
3 Livasy CA, et al. Mod Pathol 2006;19:264-71.<br />
259<br />
Valutazione dello stato del gene HER-2 nel<br />
carcinoma della mammella: protocolli della<br />
metodica FISH a confronto<br />
E. Bonanno, A. Colantoni, A. Costantini, C. Fortunato, A.<br />
Marinucci, L.G. Spagnoli<br />
Università “Tor Vergata” di Roma<br />
Introduzione. Un passaggio cruciale nell’esecuzione della<br />
metodica FISH riguarda i pre-trattamenti necessari per consentire<br />
il legame della sonda con il DNA target. Scopo del<br />
presente studio è stato quello di mettere a punto una metodica<br />
di pre-trattamento standard che consentisse di migliorare<br />
la penetrazione della sonda nei tessuti inclusi in paraffina,<br />
senza determinare alterazioni morfologiche tali da impedire<br />
una corretta valutazione dell’espressione del gene.<br />
Materiali e metodi. Sono state valutate 40 neoplasie della<br />
mammella (20 incluse in tissue microarray) con diversa<br />
espressione della proteina C-erb-B2. Sono state utilizzate due<br />
diverse sonde (Pathvysion, Vysis; HER2 DAKO) e vari protocolli<br />
di pre-trattamento: enzimatico, come suggerito dalle<br />
case di produzione delle sonde; pre-trattamento con il forno