Pathologica 4-07.pdf - Pacini Editore
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POSTERS<br />
Studio clinicopatologico, immunoistochimico<br />
e ultrastrutturale di 2 casi di carcinomi<br />
mioepiteliali a cellule chiare delle ghiandole<br />
salivari<br />
N.S. Losito * , G. Botti * , F. Ionna ** , G. Pasquinelli *** **** , M.<br />
Bisceglia ****<br />
Dipartimenti di * Patologia Clinica e di ** Otorinolaringoiatria,<br />
Istituto Nazionale Tumori, Fondazione “G. Pascale”,<br />
Napoli; *** Dipartimento di Patologia Clinica, Università di<br />
Bologna, Policlinico “S. Orsola”, Bologna; **** Dipartimento<br />
di Patologia Clinica, IRCCS “Casa Sollievo della Sofferenza”,<br />
San Giovanni Rotondo<br />
Introduzione. Cellule chiare (CC) risultano ben descritte<br />
nella composizione di mioepiteliomi benigni e di quelli maligni,<br />
o carcinomi mioepiteliali (CM), delle ghiandole salivari,<br />
a volte come componente parziale, a volte come componente<br />
esclusiva o prevalente. Sono stati però finora pubblicati<br />
in letteratura in totale solo 13 casi appartenenti a questa seconda<br />
categoria, di cui 10 a carico della parotide, 1 della sottomandibolare,<br />
e 2 di ghiandole salivari minori (1: palato; 1:<br />
seno mascellare) 1 2 . Abbiamo osservato 2 casi di CM a CC<br />
della ghiandola sottomandibolare (GS), entrambi analizzati<br />
con indagini immunoistochimiche e ultrastrutturali.<br />
Materiali, metodi, e risultati. Aspetti clinicopatologici. Caso<br />
1. Donna di 67 anni, affetta da una tumefazione dura e fissa<br />
ai piani contigui in sede sottomandibolare sinistra, presente<br />
da molti anni e in rapido accrescimento da pochi mesi. Intervento<br />
di scialoadenectomia radicale: neoplasia solida di 10<br />
cm, di colorito grigiastro in sezione. Caso 2. Donna di 64 anni,<br />
affetta da una tumefazione dura e fissa in sede sottomandibolare<br />
sinistra, comparsa da 6 mesi, diagnosticata come<br />
mioepitelioma-NOS a cellule chiare su agobiopsia perorale,<br />
preoperatoria. Intervento di scialoadenectomia radicale: neoplasia<br />
solida di 6 cm, di colorito giallastro in sezione.<br />
Esame istologico. Le neoplasie, in entrambi i casi, sono risultate<br />
costituite di cellule di grossa taglia, di aspetto chiaro,<br />
ricche di glicogeno (PAS+/PASD-), con pattern prevalente<br />
cordonale e trabecolare nel 1° caso e lobulo-alveolare solido<br />
nel 2°, infiltranti le parti molli adiacenti. Franche atipie, elevato<br />
indice mitotico (10 M:10 HPF), mitosi atipiche, e focolai<br />
di necrosi, in entrambe. Nel 1° caso, anche, sparsi focolai<br />
di metaplasma squamosa, abbondante matrice mixoialina, ed<br />
evidenza di un’area di un residuo tumore misto benigno; una<br />
metastasi linfonodale.<br />
Esame immunoistochimico. In entrambi i casi: positività per<br />
vimentina, proteina S-100, calponina, alpha-SMA, p63, CK-<br />
AE1/AE3, CK14, CK34Beta-E12; negatività per GFAP, Hcaldesmon,<br />
e desmina; negatività per CK7 e CK8.<br />
Esame ultrastrutturale. In entrambi i casi, nelle cellule: glicogeno<br />
libero, filamenti intermedi di tipo vimentinico, e microfilamenti<br />
contrattili di actina; tra cellule adiacenti: desmosomi;<br />
all’esterno: lamina basale pluristratificata commista<br />
a proteoglicani.<br />
Diagnosi differenziali considerate. Mioepitelioma benigno,<br />
carcinoma monomorfo a CC, carcinoma epi-mioepiteliale,<br />
carcinoma a CC ialinizzante, oncocitoma a CC, metastasi di<br />
carcinoma renale a CC. Diagnosi finali. Sulla base della documentata<br />
differenziazione ibrida, epiteliale e mioide, nello<br />
stesso citotipo, è stata posta diagnosi di carcinoma mioepiteliale,<br />
variante a CC, “ex tumore misto” il primo, “de novo” il<br />
secondo.<br />
Conclusioni e follow-up. Il CM a CC delle ghiandole salivari<br />
è molto raro. I 2 casi qui presentati sono il 2° e 3° in assoluto<br />
a sede nella GS, uno dei quali (caso 1) è il primo in assoluto<br />
insorto su adenoma pleomorfo, ed entrambi sono i primi casi<br />
studiati sul piano ultrastrutturale. Nel CM-CC il decorso è altamente<br />
aggressivo e la prognosi infausta. Nei nostri casi: recidiva<br />
locale dopo 3 anni nel 1° caso; rapida recidiva locale in<br />
pochi mesi nel 2° caso con invasione di strutture vitali, scarsa<br />
risposta alla radioterapia, exitus entro 16 mesi.<br />
Bibliografia<br />
1 Michal M, et al. Histopathology 1996;28:309-15.<br />
2 Savera AT, et al. Am J Surg Pathol 2000;24:761-74.<br />
273<br />
Correlazione tra espressione di proteine<br />
“chromosomal passenger” e parametri<br />
clinico-prognostici nei pazienti affetti da<br />
carcinoma squamoso del cavo orale<br />
P. Bufo, F. Sanguedolce, A. Santoro, M.C. Pedicillo, L. Lo<br />
Muzio * , C. Rubini ** , G. Pannone<br />
Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Sezione di Anatomia<br />
Patologica, Università di Foggia; * Dipartimento di Scienze<br />
Chirurgiche, Sezione di Patologia Orale, Università di Foggia;<br />
** Istituto di Anatomia patologica, Università di Ancona<br />
Introduzione. Le proteine “chromosomal passenger” (IN-<br />
CENP, chinasi Aurora-B e survivin) sono coinvolte nel corretto<br />
espletamento dell’evento mitotico, in quanto svolgono<br />
ruoli integrati in un complesso macromolecolare che regola<br />
la condensazione e la segregazione dei cromosomi, ed infine<br />
la citochinesi.<br />
Di queste, l’importanza della survivin nella cancerogenesi<br />
umana è stata ormai acclarata da numerosi studi, mentre la<br />
correlazione tra l’espressione delle altre proteine del gruppo<br />
è molto meno nota. Recenti evidenze sperimentali suggeriscono<br />
un ruolo di Aurora B nella cancerogenesi del distretto<br />
urogenitale maschile e della tiroide. Non esistono a tutt’oggi<br />
dati circa l’espressione genica di Aurora B nel carcinoma<br />
squamoso del cavo orale (OSCC).<br />
Materiali e metodi. L’espressione della proteina Aurora B è<br />
stata analizzata in 105 casi di OSCC mediante metodica standard<br />
immunoistochimica LSAB-HRP (linked streptavidinbiotin<br />
horseradish peroxidase), con anticorpo policlonale<br />
(NB100-294, Novus Biologicals); di tutti i pazienti sono stati<br />
raccolti i dati clinico-patologici e il follow-up a 5 anni.<br />
L’espressione proteica delle proteina e della sua forma attiva<br />
fosforilata è stata inoltre valutata mediante Western Blotting<br />
su 6 linee cellulari di OSCC di differente grado istologico e<br />
1 linea cellulare di cheratinociti normali.<br />
Risultati. In tutti i casi esaminati la proteina era significativamente<br />
iperespressa se paragonata all’epitelio normale. La<br />
valutazione statistica mediante analisi univariata ha dimostrato<br />
una correlazione significativa tra espressione di Aurora<br />
B e stadio clinico avanzato (p < 0,05). È stato inoltre rilevato<br />
un incremento dell’espressione proteica nei tumori meno<br />
differenziati, sebbene non statisticamente significativo. Il<br />
Western Blotting ha dimostrato in tutte le linee di OSCC un<br />
incremento statisticamente significativo di espressione di<br />
Aurora e della sua forma attiva variabile dall’81 al 90% (p <<br />
0,05).<br />
Conclusioni. I nostri risultati dimostrano l’iperespressione<br />
genica di Aurora B e la sua attivazione nel carcinoma squamoso<br />
del cavo orale.<br />
Oltre ad un possibile ruolo prognostico della molecola, è ipotizzabile<br />
anche un potenziale impiego clinico delle proteine