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Pathologica 4-07.pdf - Pacini Editore

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PATOLOGIA IATROGENA<br />

Effetti delle terapie ormonali sugli organi<br />

bersaglio<br />

G.F. Zannoni, V.G. Vellone<br />

Anatomia Patologica, Policlinico “A. Gemelli”, Università<br />

Cattolica, Roma<br />

Si definiscono organi bersaglio le strutture anatomiche che<br />

dotate di specifici recettori, subiscono particolari modificazioni<br />

in seguito all’azione degli ormoni. Gli effetti delle<br />

terapie ormonali su tali organi sono tuttavia differenti a seconda<br />

della durata dell’esposizione, della dose e del tipo di ormone.<br />

Lo studio dei cambiamenti morfologici indotti dall’uso<br />

clinico della terapia ormonale è stato accuratamente descritto<br />

nell’endometrio in quanto l’accessibilità di tale organo<br />

alle biopsie ha reso agevole l’interpretazione dei suoi cambiamenti<br />

nelle varie fasi del ciclo 1 .<br />

Le terapie ormonali vengono somministrate per varie ragioni:<br />

controllo delle nascite, trattamento delle perdite ematiche<br />

atipiche, dell’endometriosi, dell’iperplasia endometriale, di<br />

selezionati casi di carcinoma e per alleviare i sintomi peri- e<br />

post-menopausali.<br />

Gli estrogeni inducono la proliferazione dell’endometrio e il<br />

loro prolungato uso può determinare l’instaurarsi di un<br />

quadro di disordine proliferativo, che a sua volta può evolvere<br />

in iperplasia con aspetti di differenziazione squamosa e<br />

metaplasia a cellule ciliate fino alla trasformazione in un adenocarcinoma<br />

ben differenziato.<br />

I progestinici vengono generalmente impiegati nella cura empirica<br />

delle perdite ematiche atipiche che si ritengono causate<br />

da problemi funzionali. L’azione del progestinico conduce alla<br />

soppressione della ovulazione e all’arresto della crescita<br />

dell’endometrio.<br />

Gli effetti del progesterone sull’endometrio possono essere<br />

riassunti in tre quadri principali che possono coesistere, o<br />

presentarsi come evoluzione progressiva: alterazioni deciduali<br />

simil gravidiche, alterazioni secretive, alterazioni<br />

atrofiche 2 .<br />

Le alterazioni deciduali tendono a manifestarsi negli endometri<br />

che sono stati sottoposti ad alte dosi di estrogeno oppure<br />

in seguito a terapia per cicli anovulatori o per iperplasia.<br />

Il quadro istologico è caratterizzato da cellule stromali allungate,<br />

con abbondante citoplasma, prominenti contorni cellulari<br />

e occasionali mitosi. Le ghiandole evidenziano un pattern<br />

di tipo secretorio con cellule epiteliali con citoplasma<br />

vacuolizzato e abbondante secrezione luminale. Talora alcune<br />

ghiandole possono apparire dilatate e raramente si osservano<br />

immagini riferibili a fenomeno di Arias-Stella. Le arterie<br />

spirali sono marcatamente ispessite per effetto dell’iperplasia<br />

endoteliale e muscolare liscia. Le venule, infine, appaiono<br />

dilatate.<br />

Le alterazioni secretive sono caratterizzate da una accentuazione<br />

degli aspetti ghiandolari e stromali che sono propri<br />

della fase luteinica. Le ghiandole appaiono tortuose; le cellule<br />

epiteliali, di forma lievemente colonnare, hanno nuclei<br />

basali ben orientati. Il bordo apicale appare liscio e ben<br />

definito e il lume ghiandolare può essere occupato da secrezioni<br />

eosinofile. Le cellule stromali sono lievemente ingrandite<br />

e mostrano aspetto predeciduale, hanno forma<br />

ovoide con raro citoplasma.<br />

Le alterazioni atrofiche rappresentano l’esito del prolungato<br />

uso di progestinici e contraccettivi. Le ghiandole perdono la<br />

loro tipica tortuosità, diminuiscono di dimensioni, assumono<br />

morfologia tubulare e non evidenziano secrezioni luminali.<br />

L’epitelio appare lievemente colonnare con citoplasma ridot-<br />

129<br />

to e pallido. Rispetto all’atrofia fisiologica, l’atrofia provocata<br />

dall’uso di progestinici è caratterizzata dall’abbondanza<br />

di stroma in cui si osservano ghiandole sottili e quasi indistinte<br />

dallo stroma attorno. Inoltre lo stroma può apparire iperplastico<br />

e pseudosarcomatoso aumento della cellularità, ipercromasia<br />

nucleare, nucleoli allargati, variazioni di dimensioni<br />

cellulari e variazioni di forma.<br />

Le cellule stromali possono apparire epitelioidi e in alcuni<br />

rari casi il nucleo può farsi eccentrico simulando così una<br />

cellula ad anello con castone 3 . Infine si possono osservare infiltrati<br />

linfocitari e granulocitari.<br />

Nella terapia sostitutiva in menopausa estrogeni e progestinici<br />

possono essere somministrati in combinazione. Le modalità<br />

di somministrazione si possono ricondurre a due<br />

metodiche: sequenziale uso quotidiano di estrogeni per i primi<br />

20-25 giorni e aggiunta di progestinici negli ultimi 10-15<br />

giorni e combinato uso contemporaneo quotidiano di estrogeni<br />

e progestinici. A questi due diversi modi di somministrazione<br />

si associano due diversi quadri istologici 1 4 .<br />

Nella somministrazione sequenziale l’endometrio appare debolmente<br />

proliferativo, caratterizzato da piccole ghiandole<br />

tubulari in scarso stroma. Nella somministrazione combinata,<br />

invece, il quadro più frequente è quello di tipo atrofico. Le<br />

più diffuse complicanze dell’uso di questa terapia sono i<br />

polipi, l’iperplasia e il carcinoma 5 .<br />

Il tamoxifen è un antiestrogeno non steroideo che ha<br />

un’azione di modulatore selettivo del recettore per estrogeno<br />

e può agire sia come antagonista sia come agonista. Le pazienti<br />

comunemente si dividono in sintomatiche e asintomatiche;<br />

in quest’ultima categoria l’endometrio appare<br />

atrofico. Nelle donne sintomatiche invece si possono riscontrare<br />

frequentemente polipi endometriali che possono essere<br />

di grandi dimensioni e multipli e tendono a recidivare, mentre<br />

lo stroma può essere edematoso mixoide o più tipicamente<br />

fibroso. Spesso questi polipi possono avere aspetti di<br />

tipo iperplastico, e mostrare focolai di metaplasia mucinosa o<br />

a cellule chiare. I polipi, infine, possono contenere aree di<br />

iperplasia con atipie e focolai di adenocarcinoma ben differenziato<br />

6 .<br />

Il Raloxifene, che è un modulatore selettivo del recettore per<br />

estrogeno e può essere impiegato nel trattamento del carcinoma<br />

mammario o per la prevenzione dell’osteoporosi,<br />

provoca atrofia endometriale 7 .<br />

Il Clomifene acetato è un antiestrogeno usato per indurre<br />

ovulazione nel trattamento delle donne che hanno cicli<br />

anovulatori. Provoca un effetto luteinico con diminuzione<br />

della tortuosità delle ghiandole con debole secrezione 8 .<br />

Il Danazol, che viene impiegato nel trattamento dell’endometriosi,<br />

è correlato al testosterone ed è un debole androgeno.<br />

Il suo principale metabolita è l’etisterone, un debole<br />

progestinico, che provoca lesioni simil progestiniche. La terapia<br />

prolungata porta ad atrofia. Si possono osservare venule<br />

ectasiche.<br />

Il Leuprolide acetato può dare effetti sia sull’endometrio<br />

atrofia sia sul leiomioma bizzarrie cellulari, necrosi fibrinoide<br />

e obliterazione dei vasi per deposizione di fibrina 9 .<br />

Parallelamente alle terapie convenzionali si assiste ad un progressivo<br />

utilizzo di integratori della dieta a base di fitoestrogeni,<br />

i cui effetti sugli organi bersaglio non sono stati del tutto<br />

chiariti, sebbene sperimentazioni sui ratti hanno dimostrato<br />

sull’endometrio un effetto proliferativo inferiore rispetto a<br />

quello riscontrato nelle terapie a base di estrogeno 10 .<br />

Il patologo deve avere ben presenti i diversi quadri ora descritti<br />

perché può essere può essere consultato dal clinico in<br />

quattro importanti situazioni: nei controlli durante la terapia

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