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Pathologica 4-07.pdf - Pacini Editore

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PATHOLOGICA 2007;99:277-278<br />

Fibroma ossificante psammomatoide dello<br />

sfenoide con estensione all’orbita ed alla<br />

base del cranio<br />

V. Arena, P. Andreotta * , F. De Giorgio ** , G. Monego *** , E.<br />

Arena, A. Evangelista, A. Capelli<br />

Istituto di Anatomia Patologica; * Istituto di Radiologia;<br />

** *** Istituto di Medicina Legale; Istituto di Anatomia Umana,<br />

Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma<br />

Introduzione. Il fibroma ossificante è una rara lesione fibroossea<br />

benigna. L’età media alla diagnosi è 31 anni con un<br />

range che va da 3 a 63 anni ed una ratio maschi:femmine pari<br />

a 1:1.6. Si localizza tipicamente a livello delle ossa craniofaciali<br />

con una particolare predilezione per la mandibola nel<br />

75-89% dei casi. Meno comunemente sono convolte l’orbita,<br />

i seni paranasali o l’osso mascellare. Per evitare la recidiva è<br />

raccomandata l’escissione totale.<br />

Metodi. Riportiamo un caso di una fibroma ossificante dello<br />

sfenoide con massiva estensione locale. Si tratta di una donna<br />

di 70 anni con una recente storia di algia cranio-faciale ed<br />

edema periorbitale con episodi di epistassi e senso di ostruzione<br />

nasale. La signora non lamentava disturbi del gusto né<br />

della visione. L’esame endoscopico delle cavità nasali mostrava<br />

deviazione del setto a destra e secchezza della mucosa.<br />

Una RM del cranio ha evidenziato una massa ovoidale<br />

con caratteri espansivi-infiltrativi nei confronti dello sfenoide<br />

e del clivus, che occupava interamente il seno sfenoidale<br />

e si estendeva anteriormente alle celle etmoidali posteriori,<br />

alla porzione posteriore del setto nasale e dei turbinati superiore<br />

e medio sx infiltrando la parete mediale del seno mascellare.<br />

A sx infiltrava l’apice orbitario circondando il nervo<br />

ottico sx e la grande ala dello sfenoide. La formazione si<br />

estendeva poi in sede sellare e parasellare infiltrando il seno<br />

cavernoso di destra. Le dimensioni totali della massa erano di<br />

4,7 (AP) x 4,2 (LL) x 2,6 (CC). Il radiologo in prima istanza<br />

suggeriva l’ipotesi di un carcinoma a partenza dal seno sfenoidale.<br />

Veniva così effettuata una biopsia che mostrava una<br />

neoplasia relativamente monomorfa, con pattern di crescita<br />

prevalentemente solido-nodulare con presenza di calcificazioni<br />

di aspetto irregolare che talora ricordavano i cementicoli.<br />

Vi erano altresì aree di aspetto mixoide e sporadici elementi<br />

gigantocellulari. Il quadro morfologico appariva coerente<br />

con un fibroma ossificante aggressivo psammomatoide.<br />

Risultati e conclusioni. Riconoscere tale variante è fondamentale<br />

sia per la corretta caratterizzazione nosologica della<br />

malattia sia perché si tratta di una lesione con potenziale aggressivo<br />

e con capacità invasive e distruttive locali. Ad un<br />

anno dall’intervento di asportazione della massa, stante la<br />

difficoltà di accesso chirurgico la lesione è ancora presente<br />

con marcata estensione loco-regionale e riduzione dell’ampiezza<br />

della cisterna prepontina.<br />

Patologia ossea<br />

Descrizione di un caso di<br />

emangioendotelioma maligno epitelioide<br />

osseo complicato da infarto intestinale:<br />

diffusione angiotropica mesenterica o<br />

neoplasia multifocale?<br />

V. Arena, P. Andreotta * , F. De Giorgio ** , G. Monego *** , E.<br />

Arena, A. Capelli<br />

Istituto di Anatomia Patologica; * Istituto di Radiologia;<br />

** *** Istituto di Medicina Legale; Istituto di Anatomia Umana,<br />

Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma<br />

Introduzione. L’emangioendotelioma (EHE) osseo è una<br />

neoplasia relativamente poco osservata nella routine anatomo-patologica<br />

e solitamente la “prima” diagnosi che viene<br />

formulata è quella di una metastasi da carcinoma, solitamente<br />

sostenuta da un quadro radiologico di multiple lesioni<br />

osteolitiche.<br />

Metodi. Descriviamo di seguito un caso giunto alla nostra<br />

osservazione di un paziente di sesso maschile di 76 anni che<br />

per l’insorgenza di una sintomatologia dolorosa ossea ingravescente<br />

si sottoponeva alle indagini del caso. Il quadro radiologico<br />

mostrava multiple lesioni osteolitiche diffuse a tutto<br />

lo scheletro con particolare concentrazione delle stesse a<br />

livello degli arti superiori. La biopsia su una delle lesioni<br />

omerali documentava una proliferazione di elementi cellulari<br />

di grossa-media taglia, talora binucleati, senza evidenza di<br />

un pattern di crescita specifico. Tali elementi neoplastici permeavano<br />

la struttura ossea compresa nel prelievo. Le indagini<br />

immunoistochimiche mostravano una positività per pancitocheratine,<br />

Vimentina, parzialmente per CD68 ed una marcata<br />

immunoreattività per CD31. Sulla base delle evidenze<br />

morfologiche-cliniche ed immunoistochimiche è stata posta<br />

diagnosi di emangioendotelioma epitelioide maligno. A distanza<br />

di qualche giorno dal prelievo osseo il paziente veniva<br />

operato d’urgenza per un addome acuto e sottoposto ad intervento<br />

chirurgico di ileoresezione per infarto intestinale; a<br />

livello delle diramazioni vascolari del viscere asportato si è<br />

potuta documentare la presenza di multipli elementi neoplastici<br />

di natura emangioendoteliomatosa, senza però che la<br />

morfologia potesse aiutare nell’esprimersi sulla primitività<br />

vascolare intestinale o sulla natura metastatica di quanto osservato<br />

poiché si osservavano sia emboli neoplastici che proliferazioni<br />

a partenza dalla parete endoteliale.<br />

Conclusioni. A differenza dei tumori ad insorgenza nei tessuti<br />

molli, l’esperienza clinica e prognostica della controparte<br />

ossea dell’EHE rimane ancora ad oggi limitata. Per le lesioni<br />

dei tessuti molli è riportato un 30% di metastatizzazione<br />

mentre sono molto scarsi i report di emangioendoteliomi<br />

epitelioidi ossei in cui sia accertata la metastatizzazione. Il<br />

caso da noi presentato appare sicuramente insolito per la presentazione<br />

clinica e pone un interrogativo difficilmente risolvibile<br />

se non si sia di fronte ad una neoplasia multifocale già<br />

all’esordio.

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