Pathologica 4-07.pdf - Pacini Editore
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GIORNATA SIAPEC-IAP DI CITOLOGIA DIAGNOSTICA<br />
guito il controllo cito-istologico. Risultati. Diagnosi descrittive<br />
benigne sono state espresse in percentuale minore in SC<br />
rispetto a TP. La tiroidite di Hashimoto è stata diagnosticata<br />
2 volte più frequentemente in SC che in TP, in cui la diagnosi<br />
è stata di tiroidite cronica per mancata evidenza di oncociti.<br />
La diagnosi di carcinoma papillare non è stata possibile in TP<br />
in 3 casi su 65, in 5 casi è stata espressa una diagnosi di “neoplasia”<br />
indeterminata e in ulteriori 3 casi di “atipia” per la<br />
mancanza di alcuni criteri diagnostici specifici. L’accuratezza<br />
diagnostica è strettamente dipendente dal riconoscimento<br />
delle caratteristiche morfologiche ed architetturali modificate:<br />
è necessario tradurre-trasporre artefatti già noti in quelli<br />
indotti dalle diverse sollecitudini meccaniche e dalla diversa<br />
fissazione in un liquido a base di metanolo Cytolyt. Sono<br />
infatti mantenuti i criteri diagnostici, ma è diverso l’aspetto<br />
dei singoli parametri con cui occorre acquisire confidenza: la<br />
contrazione di volume dei nuclei e la disgregazione dei citoplasmi<br />
dei tireociti; la colloide con aspetto a “carta velina” o<br />
in gocce; gli oncociti con citoplasma ampio e pallido talora<br />
simile ai macrofagi: il minore risalto degli pseudo-inclusi nucleari,<br />
la frammentazione degli aggregati papillari e la presenza<br />
di cellule isolate nel carcinoma papillare; la dispersione<br />
dei linfociti sul fondo nelle tiroiditi; il diverso aspetto<br />
degli aggregati microfollicolari nelle neoplasie follicolari.<br />
Controversie metodologiche. Citologia<br />
agoaspirativa in fase liquida<br />
L. Di Bonito<br />
U.C.O. di Citodiagnostica e Istopatologia, Università di<br />
Trieste<br />
La citologia agoaspirativa non è una citologia di screening,<br />
bensì diagnostica, e la presenza del patologo al prelievo è un<br />
momento fondamentale. È il patologo, con un atto semplice<br />
e rapido, a trasferire il materiale cellulare dall’interno dell’ago<br />
al vetrino, materiale che, correttamente strisciato, verrà istantaneamente<br />
fissato. Egli inoltre può verificare, con una<br />
colorazione rapida, se il materiale prelevato è idoneo qualitativamente<br />
e quantitativamente per la successiva valutazione<br />
al microscopio ed integrare gli elementi clinici con gli aspetti<br />
morfologici del preparato.<br />
Se partiamo da questi presupposti, indispensabili ad una<br />
citologia di qualità che sappia dare una risposta ai dubbi diagnostici,<br />
ci rendiamo conto che non è necessario adoperare<br />
la fase liquida per allestire un preparato di citologia agoaspirativa,<br />
nonostante che, negli ultimi tempi, tale metodica venga<br />
proposta anche in questo ambito.<br />
Le valutazioni emerse da studi comparativi tra allestimento<br />
in fase liquida del materiale citologico agoaspirato e strisci<br />
convenzionali non sono univoche. Diversi Autori sottolineano,<br />
per lo strato sottile, alcune problematiche di tipo tecnico-procedurale<br />
che possono dar luogo a modificazioni morfologiche<br />
ed architetturali, anche importanti, soprattutto in<br />
alcuni organi e per alcune lesioni 1-6 .<br />
In generale sono state sovente osservate una diminuita cellularità,<br />
con conseguente aumento dei preparati inadeguati o<br />
inconclusivi 1 2 4 ed un’eccessiva frammentazione dei lembi e<br />
degli aggregati cellulari 1 3 . Ma difficoltà diagnostiche sono<br />
state evidenziate anche per la perdita di gran parte degli elementi<br />
che caratterizzano il fondo dei preparati muco, colloide,<br />
elementi infiammatori, emazie e che spesso sono<br />
parametri aggiuntivi che contribuiscono alla diagnostica 2 3 6 .<br />
125<br />
La rottura dei citoplasmi con aumento di nuclei nudi e talvolta<br />
una maggiore presenza di nucleoli prominenti sono<br />
state segnalate come fonti di errori diagnostici 2 6 . Un’erronea<br />
attribuzione di caratteristiche di atipia a cellule perfettamente<br />
normali può essere imputabile anche all’azione del metanolo<br />
contenuto nei fissativi che determina la coartazione del citoplasma<br />
e del nucleo 4 .<br />
Secondo alcuni Autori tali modificazioni dei quadri morfologici<br />
determinano talora l’impossibilità di porre una precisa<br />
definizione diagnostica, che si concretizza con valori di sensibilità<br />
e di specificità più bassi di quelli delle preparazioni<br />
convenzionali 2-4 6 .<br />
È da tenere in considerazione, inoltre, un elemento assolutamente<br />
non trascurabile, costituito dal fatto che la maggior<br />
parte dei patologi ha sicuramente più familiarità con i criteri<br />
diagnostici acquisiti in anni di attività che, se applicati ad un<br />
preparato in fase liquida, non sarebbero del tutto trasferibili,<br />
anzi talvolta potrebbero essere addirittura fuorvianti.<br />
Nel nostro laboratorio abbiamo voluto testare la validità della<br />
metodica in fase liquida per la citologia agoaspirativa, ma<br />
non abbiamo evidenziato particolari vantaggi rispetto alle<br />
tradizionali tecniche di allestimento eseguite in parallelo,<br />
anzi abbiamo riscontrato un aumento del numero di inadeguati<br />
e di casi dubbi soprattutto nelle lesioni solide,<br />
derivante spesso dalla scarsa presenza di elementi diagnostici.<br />
Abbiamo anche osservato alcuni falsi negativi in lesioni<br />
con componente cistica associata, per la presenza nel<br />
preparato dei soli elementi provenienti dalla cisti.<br />
I risultati ottenuti sono stati quindi decisamente inferiori a<br />
quanto siamo riusciti a realizzare in tanti anni di esperienza<br />
in citologia agoaspirativa convenzionale. Ad esempio, se<br />
consideriamo la citologia mammaria, la più presente nella<br />
nostra casistica, il tasso di inadeguati è attualmente inferiore<br />
al 7%, con una sensibilità e specificità rispettivamente del<br />
98,3 e del 98,6%.<br />
Questi risultati sono stati raggiunti grazie ad una stretta collaborazione<br />
tra radiologi e patologi nell’esecuzione di prelievi<br />
citologici sotto guida strumentale, con allestimento di<br />
strisci convenzionali, nonostante che il materiale provenga<br />
da lesioni sempre più piccole, anche di diametro inferiore ai<br />
5 mm.<br />
Questa metodologia di lavoro ci porta inoltre alla possibilità<br />
di apprezzare sempre, già al momento dello striscio, le caratteristiche<br />
del materiale prelevato e di far giungere al nostro<br />
laboratorio vetrini già pronti per la colorazione, evitando i<br />
maggiori carichi di lavoro e di spesa necessari all’allestimento<br />
di preparati in monostrato.<br />
In conclusione, riteniamo che i patologi debbano tendere all’esecuzione<br />
diretta dei prelievi con ago sottile, partecipando<br />
così a tutti i momenti dell’iter diagnostico. Ciò permetterà di<br />
realizzare un’ottima diagnostica, riducendo al minimo gli inadeguati<br />
e le occasioni di errore.<br />
La citologia in fase liquida, a nostro avviso, potrà trovare una<br />
sua applicazione solo in quelle realtà in cui non è possibile<br />
realizzare tutto ciò. Qualunque metodologia, infatti, che<br />
migliori la qualità dei preparati è accettabile, poiché un cattivo<br />
prelievo penalizza pesantemente la diagnostica.<br />
Bibliografia<br />
1 Florentine BD, Wu NC, Waliany S, et al. Fine needle aspiration FNA<br />
biopsy of palpable breast masses. Comparison of conventional<br />
smears with the Cyto-Tek MonoPrep System. Cancer 1999;87:278-85.<br />
2 Afify AM, Liu J, Al-Khafaji BM. Cytologic artifacts and pitfalls of<br />
thyroid fine-needle aspiration using ThinPrep. A comparative retrospective<br />
review. Cancer 2001;93:179-86.<br />
3 Al-Khafaji BM, Afify AM. Salivary gland fine needle aspiration