Pathologica 4-07.pdf - Pacini Editore
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aspetti di tipo organizzativo (prevalentemente il controllo delle<br />
varie fasi di gestione dei casi) sia quelli più propriamente<br />
tecnici (miglioramento delle attività del tecnico locale). Tra<br />
una missione e la successiva, cadenzate con periodicità bimestrale,<br />
il patologo ed il tecnico locale venivano invitati a proseguire<br />
nelle loro attività applicando le azioni correttive decise<br />
nell’ultima missione; a quella successiva spettava inoltre il<br />
compito di verificare l’applicazione di tali migliorie.<br />
Risultati. Nonostante i numerosi problemi che le varie missioni<br />
si sono trovate ad affrontare, a causa della particolare<br />
situazione politica e sociale di quel territorio, si è finora riusciti<br />
ad intervenire decisamente sulla gestione dei casi (informatizzazione<br />
completa ed eliminazione della registrazione<br />
cartacea), sulla logistica del Dipartimento (riorganizzazione<br />
degli spazi di lavoro) nonché sul miglioramento delle comunicazioni<br />
e, di riflesso, della diagnostica (installazione di una<br />
rete ADSL a cui è stato collegato un microscopio digitale manovrabile<br />
in remoto per la telediagnosi).<br />
Conclusioni. Il programma prevede l’assistenza attraverso tali<br />
missioni fino al completamento del ciclo di studi di due medici<br />
palestinesi, attualmente specializzandi in Anatomia Patologica<br />
in un’Università giordana e del tirocinio di un secondo<br />
tecnico di laboratorio. Il Dipartimento potrebbe essere inoltre<br />
coinvolto fra breve in un programma di screening sul carcinoma<br />
della mammella coordinato dalla Cooperazione Italiana.<br />
Sperimentazione di un modello di gestione<br />
del rischio clinico integrato con il sistema di<br />
gestione della qualità<br />
A. Pastorino, M. Benvenuto, G. Borreo, L. Caliendo, A.<br />
Dellachà, D. De Leonardis, S. Poggi, C. Silvestro, E. Venturino<br />
Ospedale “S. Paolo”, ASL2 Savonese<br />
Introduzione. La nostra Unità Operativa (UO) con Sistema<br />
di Gestione Qualità (SGQ) certificato nel 2001 ha aderito al<br />
POSTERS<br />
progetto dipartimentale 2004-2005 dal titolo “Ridurre i tempi<br />
e gli errori, migliorare la qualità, aumentare la sicurezza”.<br />
Il progetto prevedeva l’introduzione dell’analisi del rischio<br />
all’interno dei piani di processo e per le attività con indice di<br />
rischio elevato, il controllo attraverso gli indicatori, e l’attivazione<br />
di azioni di miglioramento per la riduzione del rischio<br />
in ottica pro-attiva. Nel 2006 è stato così attivato il progetto<br />
“Sperimentazione di un modello di gestione del rischio<br />
clinico integrato con il SGQ”.<br />
Metodi. Nel nostro reparto la prima fase prevedeva la formazione<br />
di 2 tutor e 13 operatori. La seconda fase prevedeva<br />
10 ore di lavoro di gruppo da effettuarsi presso l’UO (con<br />
crediti ECM). La terza fase in aula per la presentazione dei<br />
lavori svolti. La quarta fase altre 10 ore di lavoro di gruppo<br />
con ritorno in aula per la conclusione. L’UO ha individuato<br />
due processi ad alto indice di rischio: la citologia extravaginale<br />
e l’esame estemporaneo intraoperatorio al congelatore.<br />
Sono stati costituiti gruppi di lavoro; scorporate le attività<br />
nelle fasi costitutive (subprocessi) identificando i possibili<br />
errori e determinando l’indice di priorità di rischio (IPR), applicando<br />
gli strumenti di analisi pro-attiva FMEA, FMECA e<br />
reattiva su eventi avversi “5 perché” e diagramma causa-effetto.<br />
A quelli con IPR elevato è stato applicato il “diagramma<br />
a lisca di pesce”.<br />
Risultati. Sono stati individuati 5 errori/non conformità per<br />
la citologia extravaginale e 7 errori/non conformità per l’esame<br />
estemporaneo intraoperatorio al congelatore, identificate<br />
le cause e le azioni di miglioramento da attuare.<br />
Conclusioni. È stato ottenuto un innalzamento dell’attenzione<br />
degli operatori verso la sicurezza con ricadute migliorative<br />
sull’organizzazione del lavoro. I risultati ottenuti sono stati<br />
realizzati anche per l’abitudine al lavoro di gruppo e all’uso<br />
di tecniche di sviluppo organizzativo.<br />
Bibliografia<br />
Ministero della Salute. Risk management in Sanità. Il problema degli errori<br />
Roma, marzo 2004.