STORIA DI UNA NAZIONE - Ortigia.it

giurisdizione, del mero e misto imperio, con tribunali e cure civili, criminali e amministrativi,
con magistrati e polizia sue proprie e a lei dipendenti come ad una sovrana.
Questa usanza diventa ereditaria; in pratica tutte le regine del Regno
ereditano questo titolo e proprietà, fino a Germana de Foix, moglie di Ferdinando il
Cattolico (1479-1516).-.
La regina Costanza muore tre giorni dopo aver dato alla luce l’infanta Maria (1363);
la cammera reginale resiste fino alla morte del Re (1377) e poi si dissolve; se la
spartiscono le due più grandi famiglie del Regno, i Chiaramonte e gli Alagona.
Siracusa viene assegnata a Giacomo Alagona, conte di Malta, fratello di Artale,
capo incontrastato della famiglia e vicario del Regno.
Di nuovo cominciano gli arbitrii e le prepotenze; la guerra civile divampa
ovunque.
Con la venuta di Martino, la cammera reginale ritorna ai vecchi canoni e la proprietà
torna alla regina.
Il consiglio municipale si chiamerà Senato e il primo magistrato del
popolo, quello che prima era il Baiulo adesso prenderà il nome di Senatore.
Durante il regno di Giovanni d’Aragona (1458 1479) la cammera
reginale viene assegnata a Isabella di Castiglia, moglie di Ferdinando.
Con la morte di Germana (18\10\1538) Carlo V° abolisce questo
privilegio e annette il tutto nel demanio regio.
Re Giacomo d’Aragona
Figlio secondogenito di Pietro, viene lasciato a governare l’isola, mentre il padre
torna ai suoi possedimenti di Spagna, minacciati dall’esercito francese.-
Suo fratello Alfonso, primogenito, è col padre. Poi c’è anche Federico terzogenito.
Prima che Pietro muoia, per una ferita da freccia, fa testamento: i regni di Spagna
(L’Aragona, La Catalogna e la Valenza) toccano ad Alfonso, e nel caso che muoia senza
prole maschile gli succede Giacomo e .Federico lo sostituisce nel regno di Sicilia.-.
La notizia della sua morte giunge a Palermo il dodici dicembre 1285: appena due
mesi dopo Giacomo viene incoronato Re di Sicilia nella cattedrale di Palermo.
Il Papa Onorio lV,che segue la stessa linea politica del precedente pontefice,al
solito, lo scomunica. E scomunica pure il vescovo di Cefalù Monsignor Giunta e tutti gli
assistenti che hanno partecipato all’incoronazione. Invidia per nessuno,scomunica anche
Alfonso nuovo re d’Aragona.
Abbiamo lasciato Carlo d’Angiò lo zoppo, libero di andarsene dove vuole: adesso lo
ritroviamo presso la corte pontificia che intanto si è trasferita a Rieti. Il nuovo Pontefice
Nicolò lV,sempre fedele alla politica dei suoi predecessori, lo incorona, assieme alla
moglie, Re di Sicilia,di Puglia e di Gerusalemme. (nientemeno),.Re di Napoli lo è di già.-
Adesso deve andare a conquistarseli questi regni.!
Il suo rientro a Napoli è sfolgorante di gioia; i napoletani lo amano. Al solito,
dimentico delle promesse e dei giuramenti, comincia a tramare contro Giacomo.
Il Papa, gli manda dei cavalieri crocesegnati, pronti alla crociata per Gerusalemme
con parti considerevoli del suo esercito, per conquistare la Sicilia. La sua Bolla parla