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STORIA DI UNA NAZIONE - Ortigia.it

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Perfino le c<strong>it</strong>tà demaniali sono spesso, bene o male, sotto la pressione<br />

dell’aristocrazia locale. A Catania il principe di Biscari, della famiglia dei Paternò, per il<br />

solo fatto di essere il c<strong>it</strong>tadino più eminente e il principale datore di lavoro, è più<br />

importante che qualsiasi giudice reale e il governo locale è invariabilmente nelle sue mani.<br />

Il nome Paternò a Catania figura quasi tutti gli anni nell’albo dei senatori.-.<br />

A Caltagirone i nobili comprano dal Re il dir<strong>it</strong>to ad amministrare la c<strong>it</strong>tà. A Siracusa<br />

la nobiltà locale pretende che nessuno possa avere alcuna autor<strong>it</strong>à se la famiglia t<strong>it</strong>olata<br />

da cui proviene non abbia almeno 200 anni di nobiltà.- Nelle c<strong>it</strong>tà minori e nei villaggi<br />

demaniali sono i parenti poveri di qualche barone che si dividono tra loro i vantaggi<br />

economici del potere; possono evadere le imposte, le figlie possono essere<br />

vantaggiosamente sistemate in orfanotrofi municipali; le beneficenze c<strong>it</strong>tadine scompaiono<br />

e il redd<strong>it</strong>o municipale può essere deviato verso scopi privati.-.<br />

V<strong>it</strong>torio Amedeo non si dà pace, capisce sub<strong>it</strong>o che il sistema delle tassazioni fa<br />

pagare quasi tutto ai poveri e che questi non possono opporre resistenza.-.<br />

I ricchi si sono appropriati dei dir<strong>it</strong>ti reali di molte foreste, villaggi, castelli e miniere,<br />

tutte cose appartenenti alla corona. Il dir<strong>it</strong>to pubblico di pesca è così violato che molti<br />

pescatori sono stati costretti a rinunciare al proprio mestiere e dedicarsi al brigantaggio; i<br />

contadini sono costretti a lavorare senza paga per il barone, ed ad usare il suo frantoio o il<br />

suo mulino.(a pagamento). Sul mercato, prima vengono venduti i prodotti del barone e poi<br />

possono vendere i loro. Ancora nel 19° secolo a Palagonia, il principe esige la gabella<br />

della “Jus prima noctis”, soldi in cambio alla rinuncia. Viene chiamata la gabella del co<strong>it</strong>o.-<br />

Il governo tenta varie volte di porsi al di sopra di qualsiasi privilegio feudale, ma in<br />

genere i funzionari sono impotenti, quando non danno una mano al malgoverno.<br />

I viceré sono a Palermo, il barone e il suo gabelloto hanno eserc<strong>it</strong>i privati il cui<br />

comp<strong>it</strong>o è quello di ridurre all’obbedienza i contadini recalc<strong>it</strong>ranti.-.<br />

Il Duca di Terranova ne ha uno per ogni suo “stato” (ne ha otto), tutti armati a<br />

dragoni, con insegne proprie, timpani, trombe e cavalli.-.<br />

I Borbone di Napoli, nel corso del secolo riescono ad eliminare questi feudatari nel<br />

napoletano. In Sicilia tentano una sorta di collaborazione col baronato (essi costano meno<br />

dei funzionari reali) ben sapendo che col loro aiuto qualsiasi movimento di indipendenza<br />

morirebbe sul nascere. I nobili perciò hanno l’appoggio ufficiale contro chiunque minacci<br />

questo ordinamento. (gabelloti e cred<strong>it</strong>ori). Per porre un freno alla minaccia che<br />

destabilizza l’ordinamento della classe nobile, “la fu<strong>it</strong>ina” (con conseguente matrimonio<br />

riparatore) viene varata una legge ipocr<strong>it</strong>a quanto crudele (1767). Niente matrimonio !<br />

pena la galera perfino ai testimoni delle nozze.-.<br />

Nessuno interpreta meglio di Domenico Caracciolo il tema baronaggio. Nella sua<br />

corrispondenza con il ministro Acton c’è tutta la sintesi del problema Sicilia;<br />

Ecco alcuni brani :”Le voci della povera gente non giungono a Napoli,essa non tiene<br />

chi la difenda.E’ necessario toglierla dagli artigli di questi lupi,chè lupi sono li baroni di<br />

Sicilia. Essi mangiano dovunque,a danno delle rend<strong>it</strong>e delle univers<strong>it</strong>à,dei pubblici banchi<br />

e così via,e, fra l’altro si mostrano sempre digiuni.(…)<br />

Non credete quando vi dicono:”Questo è l’uso , così si è fatto sempre”; qui per uso<br />

significa fare il proprio comodo in barba al Re,ai suoi ministri e alla povera gente, e in<br />

Sicilia v’è l’indulgenza plenaria per chi la fa a quello e a questa.(…)

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