STORIA DI UNA NAZIONE - Ortigia.it

Per la maggior parte l’oro arriva dal Nord Africa in cambio di cereali, oro in dobloni
che a Messina la zecca conia di nuovo, trasformandoli in ducati veneziani, con i quali
quindi si paga la politica espansionistica di Alfonso in Italia.
In questo modo i profitti dell’agricoltura siciliana sono dilapidati all’estero.
La collecta è un’imposta che, per tradizione consolidata può essere riscossa in
occasioni di emergenza: E’ consuetudine convocare il parlamento e informarlo della
bisogna. Sotto i re spagnoli essa cambia nome in donativo, come ad indicare che sia il
parlamento a donare al bisogno.
Sotto Alfonso, il donativo viene richiesto nel 1442 per la spedizione a Napoli, poi nel
1446 c’è un donativo rateizzato in cinque anni. Quando questo donativo si estingue se
n’accende un altro con rate per otto anni.
Il Re in cambio promette che questi soldi serviranno per riconquistare terre e
imposte del demanio reale, in modo da eliminare nel futuro il donativo. Le promesse non
sono mantenute. Man mano che il tempo passa il donativo diventa una tassa fissa e la più
importante nel reddito ordinario; questa tassa del 1446 ancora nel 19° secolo viene
pagata.
Sempre alla ricerca di soldi, non c’è niente che non possa essere comprato, nessun
reato è tanto grave da non potersi pagare il perdono. Si aprono nuovi uffici per questa
bisogna, s’inventano nuove tasse da assegnare poi in appalto a privati. Membri della
famiglia reale ottengono il privilegio di esportare grano senza pagare dazio, e questo
diritto è valido anche quando l’isola rimane affamata e il viceré vieta tutte le esportazioni.
Quest’imprevidenza dà l’esatta immagine dei sovrani che hanno altro in mente che il
benessere e la prosperità dei cittadini.
La fuga di capitali crea una mancanza di moneta, e ciò porta l’isola molto vicina al
disastro dell’amministrazione. Il commercio siciliano è molto monopolistico; mentre
veneziani, arabi, marsigliesi, inglesi prosperano con esso (badate, questo commercio è
effettuato con pagamento in oro o a cambio con merce preziosa).Questi commercianti
(sono più contrabbandieri, pirati o rinnegati) sanno dove è più alta la richiesta e più
profittevole lo scambio; in Sicilia non si trovano più col mercato di scambio e quindi pian
piano abbandonano la piazza
.Che significa regime monopolistico ? semplicemente che il prezzo del grano, più il
dazio sulle esportazioni porta il prodotto fuori valore di mercato, e se anche una nave
capita nei porti siciliani, per scambio merci, non ci sono soldi per saldare l’equivalente del
surplus merce. Ultimo e non meno importante, le coste della Sicilia sono ad un tiro di
schioppo dai pirati barbareschi e dagli stati islamici e quindi i rischi di perdere il carico e la
vita per un commerciante di allora, devono per forza incidere sostanzialmente sui margini
di profitto.
.Nella metà del 15° secolo l’economia entra in una fase difficile. Le guerre spagnole,
la caduta di Costantinopoli, il progressivo ridursi del commercio col mediterraneo orientale
e con l’Africa musulmana, tutto contribuisce a rendere l’isola più vulnerabile di quanto non
sia mai stata prima.
La potenza d’offesa-difesa ora è basata sulle artiglierie, su costose fortificazioni in
grado di resistere ai cannoni e su un nuovo tipo di nave da guerra in grado di resistere
anche al contraccolpo di una bordata. L’isola non ha per questo né denaro, né gli artigiani
né le materie prime. Il grano dell’isola nel 1450 costa il doppio che al principio del secolo,
è quindi difficile da vendere. Apparentemente la bilancia commerciale si mantiene
favorevole, e navi siciliane s’incontrano nell’adriatico e nel levante. Un discreto numero di