STORIA DI UNA NAZIONE - Ortigia.it

esistono accertamenti tributari, sì ci contenta della dichiarazione spontanea del
possidente, e questi sistematicamente dichiara la chiusura dall'anno fiscale in perdita,
cosa ovvia.-.
Messi dinanzi all'immane compito di saldare insieme una nazione, i nostri governanti
temono seriamente il pericolo che il tutto si sbricioli e che l'unità se ne vada a pallino;
tentano di convincersi che la colpa sia stata dei Borboni, poi di Garibaldi, non riescono ad
escogitare niente di meglio che la repressione pura e semplice. E’ proclamata la legge
marziale e dato il potere alle autorità militari; si dice che la colpa sia del brigantaggio, ma
sotto questa parola si cela una guerra civile feroce e distruttiva, .Passa del tempo prima
che ci si renda conto che la repressione è molto costosa e non porta alla soluzione del
problema. Un deputato, in parlamento, dichiara che il governo italiano è odiato tanto
quanto lo è stato il borbonico. Un altro deputato pone in discussione la tesi che forse il
problema per la Sicilia è di natura economica e sociale e non di pubblica sicurezza; le sue
tesi sono considerate offensive; troppa gente ha da perdere ad approfondire un
argomento così pericoloso. Si preferisce dare il governo dell'isola in mano al generale
Govone, con ampi poteri, come tenere tribunali militari sul posto e fucilare la gente seduta
stante. Govone lentamente viene avanti col bandolo della matassa, ma con metodi poco
ortodossi; gente imprigionata al solo sospetto e per anni senza regolare processo; fà
ostaggi per costringere la gente all'obbedienza, fà uso della tortura, taglia l'acqua per
costringere villaggi alla resa. Chiamato a rispondere di questo comportamento, Govoni in
parlamento dichiara che non c'è altro sistema in un paese come la Sicilia che
cosa che crea un gran trambusto in parlamento e che lo porta a battersi a duello; molti
siciliani in privato lo ammirano e devono ammettere che non c'è altra strada se si vuole
vincere questa guerra.
Adesso parliamo della introduzione nell'isola delle leggi anticlericali Molti preti
hanno aiutato Garibaldi nella sua rivoluzione, specialmente il basso clero che si identifica
con la classe dei contadini perché ha legami stretti di consanguineità con essi. Per
uniformare la Sicilia alle leggi piemontesi, il parlamento di Torino emana l'ordine di
confisca dei latifondi della chiesa, per un ammontare di un decimo della superficie totale
dell'isola. ( circa 250.000 ettari)
Tutti sono infiammati da questa opportunità, dai poveri nullatenenti che ancora
credono alle promesse di Garibaldi, ai proprietari di latifondi, che ci vedono la possibilità
d’ulteriore espansione, alla mafia che ci vede la possibilità d’ottimi guadagni. La terra è
suddivisa in lotti da vendere all'incanto con delle limitazioni, è prescritto che nessuno può
comprare più di una unità di terra, cosa che viene puntualmente disattesa, in pratica c’è
gente che compra illegalmente centinaia d’unità con l'aiuto della mafia, i contadini
vengono esclusi, i banditori sono intimiditi e i pochi che contano si accordano
segretamente a stabilire i prezzi per accaparrarsi il tutto, eliminando la concorrenza. Il
governo perde i nove decimi del valore potenziale della terra, enormi estensioni di terre
sono semplicemente cedute ad una classe d’aristocratici che si distinguono appunto per la
loro mancanza totale di senso della giustizia e delle leggi. Il governo non mantiene
nemmeno la promessa di reinvestire nell'isola i capitali guadagnati dalle vendite, i soldi
prendono la via del nord.
Tra gli aspetti negativi va spiegato che molti acquistano a credito e per rientrare
delle spese, si mettono a spogliare sistematicamente tutta la proprietà, abbattendo gli
animali, spogliando le foreste, e tanti non riuscendo a pareggiare il debito falliscono
L'abolizione dei monasteri crea un vuoto d’occupazione che solo in Palermo è calcolato in
circa 15.000 disoccupati, e non c'è modo di coprire il vuoto che si è creato mancando
l'appoggio della chiesa per le opere benefiche verso i poveri. Dal rapporto dei prefetti si
capisce subito l'errore fatto; la gratitudine dei latifondisti ha come contropartita l'odio e
l'ostilità di tutta una classe politica che si poggia sul popolo. Gli autonomisti per esempio,