STORIA DI UNA NAZIONE - Ortigia.it

soldati da più giorni proibiscono l’accesso a chiunque.- L’elogio funebre si farà con la
chiesa vuota .-
Francesco occupa il posto del padre: ha appena 24 anni, il padre gli ha
raccomandato due cose:
Affidarsi all’Austria per la politica estera e affidarsi a Satriano per le cose di
casa.- Pessima scelta la prima, infatti il Piemonte sta combattendo contro l’Austria, i
patrioti siciliani e napoletani sono per i Savoia, il governo di Napoli si professa
neutrale mentre parteggia rabbiosamente per l’Austria. Si direbbe che la situazione sia
comicissima se non ci fossero lacrime e tormenti nel mezzo.-
Capita che le flotte francesi e piemontesi, nella loro via verso l’Adriatico si
fermano a Messina accolte da clamorose accoglienze, questo creerà il precedente per
l’intervento della polizia.- Decine gli arrestati.- Per la vittoria di San Martino a Palermo
si festeggia con luminarie e balli.- L’indomani via Toledo è piena di gente che inneggia
a Vittorio Emanuele, all’Italia, alla Francia; ad un cenno convenuto sbucano fuori da
tutte le vie, torme di soldati con le baionette innescate.- Centinaia finiscono in
carcere.- (il capo della polizia è Salvatore Maniscalco )
La Francia e l’Inghilterra a Napoli non fanno altro che mettere sull’avviso la corte
del pericolo di rivolta.- Nessuno ascolta; Castelcicala
“chiuso in una scorza d’imbecille apatia, non da segni di vita”
Satriano
“ blandisce da un canto la diplomazia che pressatolo, dall’altro
compiace nella corte agli umori della camarilla e del Re”
sono parole del La Lumia .-
Francesco non sa cosa fare, capisce che i consigli del padre sono anacronistici;
capisce che si sta formando l’Italia senza di lui.- E se l’Italia si fà cosa succederà del
regno borbonico delle due sicilie.? si chiede.-
Intanto gli avvenimenti incalzano.- Maniscalco è ferito al fianco con una
coltellata, mentre sta entrando in chiesa; l’attentatore sparisce tra la folla e non verrà
mai trovato.-
C’è del fermento nell’aria, la polizia lo sente a naso. La gente fa incetta di viveri,
molti lasciano la città, il banco pubblico è prosciugato dei risparmi versati, un rumore
sordo va sussurrando che il 4 aprile scoppierà la rivolta.- Questa volta c’è il Barone
Casimiro Pisani di mezzo, che stanco di aspettare le promesse dei fuoriusciti siciliani
di tutt’Italia, si pone davanti all’insurrezione.-
L’alba del giorno quattro comincia con colpi di moschetto;poi le campane di
Santa Maria degli Angeli e del convento della Gancia battono a martello.- E’ il
segnale; si vedono i primi tricolori, pochi in verità, forse cento animosi con a capo
Francesco Riso; si dirigono verso piazza Marina e via Alloro e trovano gli accessi
chiusi da centinaia di soldati.- Al solito,il segreto non esiste in questa società, oppure
Maniscalco sa fare bene il suo mestiere.- Comincia la caccia all’uomo, strada per
strada si spara e si impreca..- Due ore dopo tutto finisce; Padre Giann’Antonio da
Montemaggiore frate del convento muore per un colpo di fucile, Francesco Riso è
ferito; molti sono condotti in carcere, alcuni riescono a fuggire. Fine della sommossa.-
Il generale Salzano comandante della città, dichiara lo stato d’assedio, accentra
il potere nelle sue mani.- Ha circa quindicimila soldati