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STORIA DI UNA NAZIONE - Ortigia.it

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Perciò talvolta accadde che in un anno di vera abbondanza le riserve siano state alla fine<br />

insufficienti per il consumo interno”<br />

Altra conseguenza del controllo del dazio, è l’esportazione clandestina e il<br />

contrabbando.-<br />

Alcuni baroni del grano hanno il privilegio di esportare senza licenza dai loro<br />

caricatoi privati (scari); è lampante quindi che ne traggono prof<strong>it</strong>to da questa falla del<br />

sistema.-<br />

(*) tratta: licenza d’esportazione<br />

Il domenicano francese Pere Labat, osserva che a Messina nel 1711, le<br />

imbarcazioni della dogana, invece di controllare il contrabbando, lo praticano. Nel 1717 un<br />

console inglese viene accusato di contrabbando, e riesce a scaricare la colpa sui suoi<br />

servi. Nel 1768 il console francese a Palermo è accusato dello stesso reato. Il problema<br />

nasce dal fatto che dazi e dogane sono appaltate a privati e la mancanza di un’autor<strong>it</strong>à al<br />

di sopra delle parti, costringe tutti ad ungere le ruote, pagare per quello che sono venuti a<br />

fare, comprare il grano con tutti i mezzi legali o illegali. Un rapporto a V<strong>it</strong>torio Amedeo<br />

calcola che le frodi incidono su 2/3 del redd<strong>it</strong>o della corona.<br />

Nel 1790 un altro console br<strong>it</strong>annico r<strong>it</strong>iene che 1/3 dei cereali prodotti nell’isola<br />

sparisce già alla fonte, “Nascosto dai coltivatori e non denunciato”<br />

L’economista Di Blasi afferma che la metà e anche i 2/3 della produzione scompare<br />

dal mercato, nascosto in ogni dove.-<br />

Ogni anno un milione di stai, circa l’equivalente dell’esportazione legale, lascia<br />

illegalmente l’isola. Inoltre per la stessa via, escono bestiame, seta, ortaggi, orzo, vino;<br />

tutta roba che non paga dazio d’esportazione, mentre tabacco e seta lavorata fanno il<br />

viaggio inverso (lo stesso senza pagare dogana d’importazione).<br />

Il governo tenta in vari modi di opporsi a tutto questo, e soprattutto tenta di non<br />

affamare il basso popolo; viene creata una “Colonna Frumentaria” organizzazione che<br />

tenta di equilibrare la domanda con l’offerta di farina. Il municipio di Palermo vende pane a<br />

prezzo calmierato e a peso controllato da una sorta di calmiere. Si proibisce ai c<strong>it</strong>tadini di<br />

fare il pane in casa. Si applica un sussidio per calmierare l’olio, la carne, il formaggio, il<br />

carbone.<br />

Con il passare del tempo, con il prezzo pol<strong>it</strong>ico del pane, con l’inflazione galoppante,<br />

la “colonna “diventa passiva.-<br />

Il 1763 è disastroso per il raccolto; dalle campagne una molt<strong>it</strong>udine di disperati si<br />

riversa verso la c<strong>it</strong>tà per trovare pane a buon mercato. Vivendo e dormendo per le strade,<br />

questi disperati diffondono una gran quant<strong>it</strong>à di malattie; si verificano scontri per le vie.-<br />

Il governo tenta di impadronirsi con la forza del grano nascosto nelle campagne, e<br />

ciò fà sparire del tutto le scorte e salire il prezzo alle stelle.- E’ necessario ricorrere a<br />

rifornimenti d’emergenza perfino dall’Inghilterra e dal Levante. Si spende un milione di<br />

scudi per l’acquisto all’estero, e ciò malgrado circa 30 mila persone moriranno di fame.-<br />

Disperato il vicerè offre il perdono a chi riveli dove tiene nascosto il grano; proibisce<br />

ai contadini di venire in c<strong>it</strong>tà, impone ai baroni di nutrire i suoi contadini e attorno alle mura<br />

mette le guardie per impedire ai c<strong>it</strong>tadini di gettare pane agli amici e parenti in attesa sotto<br />

di esse.-<br />

Il Principe di Cattolica, nonostante la carestia, esporta 20 mila stai di grano a prezzi<br />

altissimi, dai suoi caricatoi privati di Siculiana, per un privilegio che risaliva al 1450.

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