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STORIA DI UNA NAZIONE - Ortigia.it

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Nel Med<strong>it</strong>erraneo si combatte una part<strong>it</strong>a, sempre aperta, nonostante le<br />

paci e gli accordi di parte; essa è condotta tra cristiani e musulmani e riassume nello<br />

scontro l’impero ottomano e il regno di Spagna. Ambedue questi regni sono fondati sul<br />

potere assoluto del loro sovrano. Ambedue hanno dimensioni enormi: conosciamo già<br />

quello dei domini spagnoli; quanto all’impero ottomano basterà ricordare che si estende<br />

dalla zona dei Balcani all’Anatolia, all’Arabia, all’Eg<strong>it</strong>to.- Ambedue infine possono contare<br />

su un potenziale bellico considerevole, che sostanzialmente, si equilibra.-<br />

Il confl<strong>it</strong>to tra queste due potenze non si è mai interrotto. Nel 1560 i turchi anno<br />

sconf<strong>it</strong>to a Ceuta la flotta spagnola e nel 1565 hanno tentato con Malta, invano<br />

assediandola per mesi. Si tratta di scontri più o meno saltuari, ma quello che è un<br />

continuo e capillare scontro, fondato su un’attiv<strong>it</strong>à antica come la navigazione, è la<br />

pirateria.-<br />

Si tratta di un fenomeno tanto importante nella storia dell’epoca, quanto complesso<br />

e molto sfuggente. C’è la pirateria musulmana che ha in prima linea i pirati barbareschi,<br />

terrore di tutte le coste dell’Europa occidentale.-.<br />

La loro caratteristica è di agire con grosse formazioni navali, capaci di fronteggiare<br />

qualsiasi nemico, e in grado di portare a termine complicate operazioni mil<strong>it</strong>ari; le notizie<br />

delle loro apparizioni si susseguono a r<strong>it</strong>mo incalzante: nel 1559 quattordici galee turche<br />

costeggiano l’Andalucia; nel 1561 diciassette galee turche battono le coste del Portogallo,<br />

mentre un’altra squadra di ben 35 navi blocca il porto di Napoli; nel 1563 tutte le rotte<br />

attorno alla Sicilia sono battute a tappeto e pirati appaiono in Calabria, a Gaeta, a<br />

Genova, a Savona, in Corsica; l’anno dopo una flotta di 45 navi è avvistata nell’isola<br />

d’Elba.<br />

In una sola stagione questi pirati catturano ben 50 navi nello stretto di Gibilterra, e<br />

fanno 4.000 prigionieri nel circondario di Granada. La corona spagnola calcola che circa<br />

200 navi pirata battono le coste europee occidentali. L’elenco delle loro imprese potrebbe<br />

continuare a lungo, compresi mari lontano dal nostro.-.<br />

I pirati si spostano come lupi dietro alle prede e seguono le scie delle pi ricche<br />

correnti di traffico; li troviamo dietro le galee veneziane, ma anche oltre Gibilterra, dove<br />

nel 1600 fanno incursioni in Francia, in Inghilterra e perfino in Islanda e nel Baltico.-<br />

Il Barbarossa.-<br />

E’ il più famoso dei pirati algerini (detti barbareschi); si chiama Khair-ad-Din<br />

soprannominato appunto il Barbarossa,<br />

S’insedia ad Algeri nel 1529 e conquista Tunisi nel 1534.<br />

Compie incursioni e razzie nelle coste spagnole e <strong>it</strong>aliane.<br />

In segu<strong>it</strong>o alle sue fortunate azioni, ottiene da Solimano primo il magnifico, il t<strong>it</strong>olo<br />

d’ammiraglio della flotta musulmana.<br />

L’imperatore Carlo V si lancia contro di essa in uno spir<strong>it</strong>o proprio di crociata,<br />

riuscendo a conquistare Tunisi nel 1535; si tratterà di un successo effimero perché già tre<br />

anni dopo il Barbarossa riconquista il perduto, infliggendo una sonora sconf<strong>it</strong>ta alle flotte<br />

cristiane degli spagnoli, del papa e di Venezia a Prevesa, nel mar Ionico.-<br />

La principale base di pirati barbareschi è Algeri, una c<strong>it</strong>tà nuova e in rapida ascesa<br />

che deve la sua cresc<strong>it</strong>a all’eccezionale afflusso di beni saccheggiati per ogni dove.-.<br />

Grande centro di smistamento di merci, i traffici vi fioriscono. Vi approdano mercanti<br />

dall’entroterra africano e dal mondo cristiano, magari da quegli stessi paesi le cui terre e<br />

le cui navi sono state appena saccheggiate.<br />

Vi si commercia di tutto, dai viveri alle stoffe, dai gioielli alle spezie, agli schiavi; tutto<br />

quanto, insomma, arrivi ad Algeri come bottino.-<br />

Da qui migliaia di prigionieri cristiani, ma anche musulmani, scrivono alle loro<br />

famiglie implorando di essere rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i alla libertà, pagando il riscatto.-.

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