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STORIA DI UNA NAZIONE - Ortigia.it

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Lasciamo continuare il Di Blasi …” Ma la mano onnipotente di Dio avendo reciso le<br />

fila della v<strong>it</strong>a di Maometto ll, che morì a 2 luglio 1481 liberò tutti dall’imminente pericolo;<br />

imperrochè Ariadeno Baglivo di Negroponte, ch’era al comando delle armate di Puglia<br />

……. Abbandono l’Italia.-“<br />

Finisce il pericolo ma non il timore di nuovi dispiaceri.- Lo stato ha bisogno di soldi,<br />

anche il Re Ferdinando d’Aragona bussa con insistenza, c’è da fare l’ultimo sforzo per<br />

conquistare l’ultimo lembo di Spagna ancora sotto il dominio dei musulmani (il regno di<br />

granada).- A forza di chiedere e di battere cassa( a chi,se non ai baroni?) il de Spes si<br />

inimica l’aristocrazia dell’isola; il passo è breve lo sanno tutti, se ti metti contro il baronato<br />

sei fin<strong>it</strong>o,non hai futuro; fatti non passa moto tempo che a Barcellona arriva il sussurro > in altre parole sta rubando .-<br />

Ferdinando lo chiama con una scusa a corte, gli chiede conto di queste dicerie, il de<br />

Spes riesce a dimostrare la sua onestà. R<strong>it</strong>orna in Sicilia col dente avvelenato e con il<br />

consiglio datogli dagli amici di corte, cioè non inimicarsi il baronato:_<br />

Per finire con questo personaggio, dinanzi a prove inoppugnabili il re lo mette ai<br />

ferri, lo condanna a due anni di prigione.-.<br />

Non tornerà più in Sicilia ._<br />

Lop Ximenes de Urrea – Vicerè di Sicilia<br />

Lo troviamo in Sicilia ai tempi di Re Giovanni, fratello di Re Alfonso.<br />

Re Giovanni lo inv<strong>it</strong>a ad accompagnare in Spagna il delfino Carlo duca di Viano, suo<br />

figlio. avuto dalla prima moglie. Prima di partire lascia il viceregno a Giovanni di Moncajo,<br />

che purtroppo muore anz<strong>it</strong>empo. Lo sost<strong>it</strong>uisce il Requensez (per tre anni), quindi avviene<br />

il cambio; Ulloa torna in Sicilia e Requensez r<strong>it</strong>orna in Spagna.-1465.-.<br />

Nota: Giovanni è Re di Navarra. Alla morte del fratello Alfonso; con l’apertura del<br />

testamento scopre di essere stato insign<strong>it</strong>o del t<strong>it</strong>olo di Re di Sicilia, Castiglia, Catalogna<br />

e Aragona.<br />

Mentre per la Sicilia non ha difficoltà ad insediarsi, per Aragona il t<strong>it</strong>olo se lo deve<br />

conquistare con le armi, e sub<strong>it</strong>o dopo ha da spegnere una ribellione dei catalani,sobillati<br />

e finanziati dalla Francia e sostenuti dal duca Giovanni d’Angiò.-<br />

Torniamo ad Urrea.<br />

Il tempo di sistemarsi e cominciano i guai. Arriva da Re Giovanni l’ordine di<br />

raccogliere un donativo quanto mai esoso; egli sta conducendo una guerra contro gli stati<br />

d’Aragona, ed ha bisognosi soldi. Urrea indice un Parlamento straordinario da tenersi a<br />

Polizzi, poi (forse) spostato a Palermo. Non è facile capire se e quanto raccoglie. I nostri<br />

aristocratici sono alquanto stretti di borsa, quando c’è da sborsare. Per fortuna di tutti<br />

arriva la notizia che Barcellona si è arresa alle truppe di Giovanni, Urrea capisce che è<br />

meglio fare buon viso e ordina che sia fatta una gran festa per festeggiare la v<strong>it</strong>toria. -Altra<br />

festa per lo sposalizio dell’unico figlio principe Ferdinando con Isabella, infanta di Castiglia<br />

ed erede di quel regno. -1469-.<br />

Sono appena passati tre anni e Re Giovanni bussa di nuovo a soldi. Barcellona si è<br />

di nuovo ribellata (veramente non si è mai sottomessa, è stata conquistata).-.

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