STORIA DI UNA NAZIONE - Ortigia.it

iformare la magistratura, gravemente corrotta e coinvolta in una vasta trama di interessi
illegali.-
Leggiamo cosa scrive Ulloa al primo ministro Parisi, a Napoli;
L’analisi di Ulloa è talmente espressiva, anticipatrice e attuale, che merita tutta la
nostra attenzione.
Diciamola pure questa parola orribile: questa è MAFIA, con tutto il suo curriculum di
segretezza, di omertà, di intimidazioni, con la capacità di sostituirsi ai pubblici poteri,
corrompendo e ricattando, minacciando e uccidendo, con tutte le connessioni estortive,
con accumulo di interessi e di capitali ,e del tutto fuori delle leggi.!”.
Come la vive la gente di Sicilia questa realtà, nell’anno 1838 ?
Ulloa continua nella sua analisi, con una lucidità portentosa:
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Durante l’ultimo viaggio in Sicilia, Ferdinando e consorte hanno visitato l’entroterra
dell’isola, arido, desolato, giallastro, con uomini e bambini scheletriti che in lunghe file
vanno e vengono dai buchi delle miniere di zolfo, con carichi sproporzionati addosso. Un
paesaggio da girone dantesco. L’aria pesante e puzza di sudore e di materiale
accumulato.
Il re ha incontrato i caporali di quei dannati, che vogliono presentargli un appello.
Hanno lasciato le carrucole, raddrizzato la schiena e gridato.
Gli inglesi, proprietari di quelle miniere, vengono incolpati di impiegare mezzi di
sfruttamento inadeguati e di badare soltanto ad arricchirsi egoisticamente. Di fronte a
quello spettacolo crudele, Ferdinando concepisce una delle sue volitive decisioni;
concede ad una società di Marsiglia il monopolio sul commercio dello zolfo. Apriti cielo. Il
governo inglese minaccia l’embargo per i navigli napoletani, richiede pesanti risarcimenti,
minaccia la guerra contro Napoli. Nella baruffa c’entra pure una questione puramente
privata di famiglia, infatti un fratello del re, il principe Carlo, aveva sposato una cittadina
inglese, madame Penelope Smyth, si era stabilito a Malta, e va proclamando che il fratello
re, ha falsato il testamento del loro padre Francesco facendo scomparire la clausola dove
si afferma che il defunto lascia appunto a Carlo, 11.000 ducati mensili di rendita,