13.06.2013 Views

STORIA DI UNA NAZIONE - Ortigia.it

STORIA DI UNA NAZIONE - Ortigia.it

STORIA DI UNA NAZIONE - Ortigia.it

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

insoddisfatti, ma con vaste masse popolari, coscienti dei loro interessi e della loro forza.<br />

sono queste le idee che va diffondendo un uomo che sta influenzando le giovani<br />

generazioni: Giuseppe Mazzini.<br />

Crispi non entra sub<strong>it</strong>o in contatto con questi fermenti, ma ben presto entra in<br />

contatto con questi gruppi d’opposizione liberale. Conosce nobili e borghesi, avvocati e<br />

ufficiali che hanno in comune, appunto, il disgusto verso il regime borbonico. Al giovane<br />

Crispi piace l'idea di una rivoluzione che rovesci le vecchie strutture e porti avanti uomini<br />

nuovi con idee nuove. Gli chiedono di collaborare ad un com<strong>it</strong>ato segreto ed accetta. Nel<br />

44 ci sono i fatti dei fratelli Bandiera. Nel 46 scoppiano vari moti insurrezionali e la polizia<br />

si mette sulle tracce del gruppo di cui Crispi fa parte. Si salva dall'arresto per una serie di<br />

fortu<strong>it</strong>e coincidenze. Nel 46-48 si lavora ad un progetto di rivolta che dovrebbe scoppiare<br />

in Sicilia. La rivolta inizia a Palermo il 12 gennaio ed è la prima di tante altre che si<br />

succederanno nel corso della nostra storia. La borghesia liberale che fa capo a Mazzini<br />

cerca di indirizzare la rivolta agli scopi che si è prefissato ,ma non sarà così; il popolo<br />

resta imbelle; si comporta da comparsa , chi cavalca l'onda è l'aristocrazia che non ama i<br />

Borboni e che mal tollera l'imposizione di leggi e tasse di cui si avvantaggia Napoli. I<br />

presidenti di questi com<strong>it</strong>ati rivoluzionari sono: il principe di Pantelleria, il marchese di<br />

Rudinì, il giudice di Palermo e Ruggero Settimo, principe di F<strong>it</strong>alia.<br />

Quando si comincia a sparare a Palermo, Crispi è ancora a Napoli. Viene a sapere<br />

della rivolta di Palermo, mentre si informa al porto sugli orari di partenza per Palermo.<br />

Giunge tre giorni dopo, partecipa ai combattimenti che durano altri sei giorni. Collabora col<br />

principe di Pantelleria che è a capo della ''divisione guerra'' e nei giorni seguenti è<br />

nominato pubblico ministero nel consiglio straordinario di guerra della guarnigione di<br />

Palermo. Pochi giorni dopo fonda il suo giornale (il secondo della sua v<strong>it</strong>a) dove aleggiano<br />

propos<strong>it</strong>i mistico-religiosi cui non è estranea l'influenza di Mazzini. Più tardi, restaura la<br />

cost<strong>it</strong>uzione e crea un parlamento (sistema inglese, con due camere, quella dei Comuni e<br />

quella dei Pari) Crispi è eletto ai Comuni nel collegio di Ribera. Entra in parlamento e si<br />

siede all'estrema sinistra.<br />

Il nuovo Stato dura poco più di un anno. Sconf<strong>it</strong>to il Piemonte a Novara,<br />

assediata dalle truppe francesi la appena nata Repubblica Romana, soffocata dagli<br />

austriaci la Repubblica di Venezia, la nostra rivoluzione dei princìpi e dei popolani non ha<br />

né la forza né il fervore per resistere ai Borboni.<br />

Il parlamento, con la presidenza del marchese di Torrearsa, discute la proposta di<br />

mediazione francese, i deputati entrano a piccoli gruppi, silenziosi e preoccupati. Molti<br />

(quelli che propendono per la guerra fino all’ultimo) mancano, allontanati con vari pretesti.<br />

Nelle tribune non c'è quasi nessuno. Parlano due o tre deputati (uno viene interrotto, un<br />

altro si lim<strong>it</strong>a a chiedere qualche chiarimento) e si passa al voto. La proposta francese è<br />

accolta con 55 voti contro di 31; sono passati tre quarti d'ora dall'inizio della seduta.- Lo<br />

stesso avviene per la camera dei Pari; la seduta dura mezz'ora, il voto è unanime. La<br />

rivoluzione smantella la sua struttura, il castello di sabbia crolla da sé; le truppe<br />

borboniche entrano senza sparare un colpo.<br />

Ferdinando accoglie le scuse di tutti e decreta un’amnistia tranne che per 43<br />

persone > Nell'elenco sono compresi due duchi, tre principi, tre<br />

marchesi, un conte, un barone, un abate, due cavalieri. Crispi non è tra questi, ma parte lo<br />

stesso. Una nave lo porterà a Marsiglia, e da lì a Torino.<br />

Nel gennaio del 1855 lo troviamo a Londra, col suo amico Mazzini che lo aiuta<br />

procurandogli un passaporto sud-americano, dandogli denaro, facendogli avere lettere di<br />

presentazione per amici inglesi ed <strong>it</strong>aliani. Da bravo repubblicano, contesta una<br />

dichiarazione di Daniele Manin (che dichiara di essere disposto a collaborare anche con<br />

casa Savoja, purché l'un<strong>it</strong>à d'Italia si faccia).E si firma così '' F: Crispi, membro del<br />

Com<strong>it</strong>ato d'insurrezione di Palermo e deputato al Parlamento sicialiano (sic..!).<br />

Nel luglio del 1859 decide di tornare in Sicilia, da clandestino, per accendere i fuochi<br />

della rivoluzione. La spedizione dei mille comincia in questo momento.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!