STORIA DI UNA NAZIONE - Ortigia.it

Nel novembre 1210 il papa lo scomunica e decide di puntare le carte sul pupillo
Federico.
Ottone torna indietro con le sue truppe e occupa molte città del mezzogiorno. Con
l’anatema del Papa in testa si trova a mal partito; molti principi approfittano del fatto e a
Nurberg in seduta plenaria lo depongono offrendo la corona a Federico.
Ottone abbandona la Puglia e a marce forzate raggiunge la Germania.
Le città dell’Italia settentrionale, che pochi mesi prima lo avevano acclamato
entusiasticamente, adesso gli chiudono le porte in faccia.
Il papa invita Federico a farsi avanti e ad andare in Germania ad affrontare il rivale.
Anche i principi favorevoli d’oltr’Alpi lo richiedono. Ai primi d’aprile 1212 Federico lascia
Palermo e passando per Benevento arriva a Roma dove il papa (che lo vede per la prima
volta) lo accoglie con tutti gli onori.(lo vede per la prima e ultima volta). Federico ha la
conferma che la corona imperiale è sua, ma in cambio il papa pretende la conferma di
quei diritti e privilegi che Ottone già aveva concesso e che poi aveva così brutalmente
calpestato.
Una promessa soprattutto il pontefice vuole: non unire mai le due corone di Sicilia e
d’Impero sotto lo stesso scettro. Federico giura, Innocenzo lo munisce di benedizioni e di
soldi (per guadagnare alla causa dell’impero i principi titubanti) e lo spedisce in Germania.
Parliamo di………..
Markwald d’Anweiler
Traslato in siciliano Marcovaldo
Siniscalco di Enrico sesto
Avventuriero tedesco, sceso con Enrico per la conquista del regno di
Sicilia. La morte repentina del marito, costringe Costanza ad allontanarlo dal regno. Non
sono molto ben visti questi tedeschi, col danno che hanno fatto.
Appena saputo della morte di Costanza si presenta ai quattro vicari
nominati dal papa per gestire la minore età di Federico, e si impone come tutore del
piccolo, affermando che lo stesso Enrico lo ha fatto giurare prima di morire, di aver cura
del figliolo.
Il papa non lo crede per niente, lo sa che razza di pirata sia, infatti, appena uscito
dal regno di Sicilia si è accasato nella marca d’Ancona (possedimento della chiesa) e l’ha
spogliata di tutti i suoi averi. Dopo vari tentativi capisce che con le buone non atterrà
niente, assolda un esercito di avventurieri e si muove verso sud.
All’altezza di Montecassino tenta un approccio con l’abate, vuole il
riconoscimento della chiesa per proseguire in Sicilia a fare il balio di Federico (inutile
tentare a Roma con il papa, lo sa). Il guaio è che trova il monastero pieno di gendarmi e