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STORIA DI UNA NAZIONE - Ortigia.it

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sposta quindi ad Algeri dove sta nascendo uno stato semi indipendente sotto la guida di<br />

Khair-ad-din detto Barbarossa. Carlo V piazza una guarnigione a Goletta, una fortezza<br />

che domina lo stretto tra la Sicilia e l’Africa. Ci sono anche guarnigioni a Messina e<br />

Reggio Calabria, quindi teoricamente la Spagna controlla i due principali passaggi del<br />

commercio tra oriente e occidente.<br />

Il parlamento di Palermo paga grossi donativi per queste imprese mil<strong>it</strong>ari, forse<br />

pensa che esse aprirebbero le vie del Nord-Africa;denaro sprecato perché ci si accorge<br />

sub<strong>it</strong>o che non cisono forze sufficienti per occupare le coste africane; c’è un grosso<br />

bottino (le c<strong>it</strong>tà africane sono alquanto ricche) ma questo va ai soldati spagnoli. L’isola si<br />

contenta della feroce rappresaglia che ne segue. Nel 1539 il cattivo raccolto dell’isola<br />

contribuisce a convincere Carlo a rinunciare al progetto di attaccare Costantinopoli, ma<br />

nel 1541 si invia una spedizione ad Algeri. Il re ingiunge al viceré di trovare soldi,<br />

vendendo anche terre e castelli della corona. Questa spedizione sarà un disastro, migliaia<br />

di soldati moriranno e molte navi erano siciliane. Nel 1551 i turchi, alleati ai francesi,<br />

riprendono Tripoli e vengono anche in Sicilia a distruggere e devastare.<br />

Nel 1560 a Jerba, in una battaglia memorabile, gli spagnoli si vedono distruggere<br />

metà della loro flotta: molte galee sono siciliane.<br />

E’ chiaro che i turchi non possono essere esclusi dal contesto europeo, e la Sicilia<br />

non ha le risorse per una guerra di queste proporzioni, La Spagna non aiuta a sufficienza,<br />

quindi si sa che questa causa è perduta. Le Galee siciliane prendono parte alla battaglia<br />

di Lepanto nel 1571, il viceré dell’isola continua a mandare viveri, munizioni e carbone agli<br />

assediati di Goletta, ma questa fortezza alla fine, assieme alla stessa Tunisi, sono<br />

conquistate dal rinnegato calabrese Ulucchiali (1574) che comanda la flotta turca.<br />

Morale: dopo 60 anni di lotte la Spagna conserva sulla costa africana soltanto<br />

Orano, nell’Africa Occidentale.<br />

La Spagna ha coinvolto la Sicilia in una guerra dalla quale entrambe hanno molto<br />

sofferto e perduto, e che si è dimostrata alla fine tanto inutile quanto al di sopra dei loro<br />

mezzi. I nord-africani vogliono lo stesso comprare il grano siciliano, e questo potrebbe<br />

essere molto vantaggioso per l’isola; ma la Spagna ora ha bisogno delle risorse dell’isola<br />

per le sue guerre e per altri scopi.<br />

La Sicilia si trova, alla fine del secolo, avvolta in un mare islamico e all’estrema<br />

periferia degli interessi spagnoli, oltre che tagliata fuori del mercato europeo.<br />

Al largo della Sicilia alcune isole come Malta e Pantelleria sono considerate dalla<br />

Spagna come avamposti di v<strong>it</strong>ale importanza contro la flotta turca, ma mancando le forze<br />

necessarie per difenderle (mancano soprattutto le navi), Carlo nel 1530 decide di dare<br />

Malta insieme a Tripoli ai Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme., come feudo sotto la<br />

corona siciliana.- I Cavalieri sono stati sloggiati da Gerusalemme e da Rodi, sanno<br />

combattere, sanno tutto di fortificazioni e hanno un conto in sospeso con l’Islam. In pochi<br />

anni fortificano l’isola come non mai; perdono Tripoli, ma la loro eroica difesa di Malta (nel<br />

1565) contro la flotta turca è un evento importante per Madrid e la Sicilia. Malta non può<br />

bastare a se stessa dal punto di vista alimentare, quindi le viene concesso una certa<br />

quant<strong>it</strong>à di grano siciliano esente da dazio e qualche aiuto in denaro e manodopera<br />

dell’isola. I cavalieri terranno a bada i pirati, ma provocano rappresaglie in Sicilia che n’ha<br />

a soffrire, e spesso si scopre che i peggiori pirati e contrabbandieri sono proprio i cavalieri.<br />

Intorno al 1580 Filippo decide di chiudere (in perd<strong>it</strong>a) e di r<strong>it</strong>irarsi dal Med<strong>it</strong>erraneo,<br />

dovendo egli concentrare le sue forze mil<strong>it</strong>ari contro l’Inghilterra e i Paesi Bassi.<br />

Per un po’ nessun generale viene nominato viceré di Sicilia.<br />

Altri paesi fanno pace con i turchi, avviando scambi prof<strong>it</strong>tevoli; chi ci rimette sono<br />

gli agricoltori siciliani.<br />

Nel 1580 le galee siciliane sono chiamate a combattere contro il Portogallo, tanto<br />

che quando il viceré avrà bisogno di una nave urgente per suo uso personale, deve<br />

chiederne una in prest<strong>it</strong>o ai Cavalieri di Malta. Ancora una volta le navi siciliane, cariche di<br />

provviste e col “Tercio siciliano” a bordo, vanno alla distruzione insieme al resto della<br />

“Invincibile Armada” contro l’Inghilterra (1588). Come prevedibile, le incursioni piratesche<br />

diventano più frequenti e terribili.

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