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STORIA DI UNA NAZIONE - Ortigia.it

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Il problema maggiore per Filangieri è come controllare i distretti di campagna, ora<br />

che centinaia di detenuti sono scappati dalle prigioni. Il capo della polizia adesso è un<br />

abile e fedele siciliano, Maniscalco. Ha da coprire l'isola con soli 200 poliziotti, tale è il<br />

bilancio consent<strong>it</strong>o. Allora si mette d'accordo con alcune bande armate per riportare<br />

l'ordine. Scordato, Chinnici e il Di Miceli sono le nuove guardie ed esattori delle tasse che<br />

si fanno una fortuna miscelando sequestri di persone e sopraffazioni con questo lavoro<br />

onesto e ben retribu<strong>it</strong>o. Il governo ignora i loro crimini e si contenta della parvenza<br />

d’ordine che trapela dalle poche notizie che riescono ad arrivare dall'interno.<br />

Ferdinando, spaventato dalla rivoluzione e inaspr<strong>it</strong>o dalle notizie che arrivano a<br />

Napoli, si disinteressa completamente della questione meridionale; lo stesso fa suo figlio<br />

Francesco II che diventa re nel 1859. Entrambi perdono i contatti con la realtà del<br />

momento, che predica una monarchia liberale intenta all'un<strong>it</strong>à della penisola <strong>it</strong>alica,<br />

persistendo in un’assurda pol<strong>it</strong>ica di assolutismo ered<strong>it</strong>ario. Il loro è uno stato dispotico e<br />

inefficiente, con una polizia crudele. Un c<strong>it</strong>tadino può essere imprigionato per un semplice<br />

sospetto e la libertà è molto lim<strong>it</strong>ata. Il livello culturale è tra i più bassi d'Europa.<br />

Maniscalco ammette che la colpa è di Napoli senza dubbio<br />

ma anche di molti siciliani influenti che apprezzano questo stato di cose. E’ opinione<br />

comune nelle alte sfere del governo che miglioramenti e riforme non fanno che accelerare<br />

la rivoluzione pol<strong>it</strong>ica, quindi la miglior cosa sia tenere il popolo nell'ignoranza e<br />

nell’indigenza più totale.<br />

Esiste un vasto sentimento d’opposizione al governo borbonico, sebbene con pochi<br />

capi e idee. Il desiderio di appartenere ad un’Italia federata cresce negli intellettuali, ma<br />

non diviene mai una corrente di popolo. Per la maggior parte dei siciliani l’Italia è una cosa<br />

sconosciuta. Qualche marinaio tornando da viaggi racconta di questo e di quello. E’ più<br />

facile avere contatti commerciali con Tunisi o Malta che non Napoli, per non parlare di<br />

Genova. I napoletani sono considerati stranieri che parlano una lingua diversa; spesso<br />

sono add<strong>it</strong>ati come oppressori del popolo, è più forte l'odio verso i napoletani che l’amore<br />

verso il resto degli <strong>it</strong>aliani, per non parlare dell'odio verso tutti questi soldati stranieri che<br />

stazionano nell'isola.<br />

Intanto nell'Italia del Nord, Garibaldi sta facendo sua l'idea che è stata del Mazzini, e<br />

cioè di promuovere una ribellione siciliana che serva da base per l'unificazione della<br />

penisola. Anche se l'idea di unificazione non è molto sent<strong>it</strong>a nel Sud, una particolare<br />

piattaforma favorevole alla insurrezione viene recep<strong>it</strong>a nell'irrequietezza delle classi<br />

popolari, delle bande armate, nella propaganda degli esiliati.<br />

Tra i fautori di queste illusioni di rivoluzione c'è Francesco Crispi, avvocato,<br />

propagandista delle idee del Mazzini e intimo consigliere di Garibaldi per le faccende<br />

siciliane. Va predicando che la Sicilia è pronta per la rivoluzione, come sia facile<br />

organizzare la guerriglia, ha contattato vari capibanda, insegna a tutti i suoi come<br />

costruire bombe e come coordinare e dirigere una rivolta.<br />

Quando, all'inizio del 1860, piccoli disordini provocati da studenti e da elementi<br />

radicali prendono consistenza, tutti si sono convinti che la rivoluzione è dietro la porta.<br />

Napoli è a conoscenza, tram<strong>it</strong>e i suoi informatori da Palermo, che alcuni gruppi vanno<br />

discutendo se sia più conveniente l'annessione al Piemonte, e che Garibaldi ha in<br />

programma uno sbarco in Sicilia con un eserc<strong>it</strong>o di irregolari. Cosa che puntualmente<br />

avviene quando Garibaldi, superando tutte le divergenze dei vari gruppi di siciliani, parte<br />

per unire la Sicilia al resto d'Italia.-<br />

GARIBAL<strong>DI</strong>

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