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prendere una decisione, non può far finta di ignorare, o ratificare o sconfessare, e poiché<br />
la Francia fa rabbiose minacce e pressioni, viene deciso di sconfessare. Il 17agosto è<br />
proclamato lo stato d'assedio per la Sicilia, 2.000 volontari si imbarcano da Messina per la<br />
Calabria, e le due fregate della marina mil<strong>it</strong>are non intervengono, facendo capire a<br />
Garibaldi che le parole del governo sono una cosa ma i fatti un'altra cosa. Questo<br />
equivoco e i fatti che ne succedono, con lo scontro in Aspromonte tra i volontari garibaldini<br />
e le truppe piemontesi, il governo e il re ne portano tutta la responsabil<strong>it</strong>à. Mentre<br />
Garibaldi viene fer<strong>it</strong>o in Aspromonte, una colonna di volontari che non ha potuto seguirlo<br />
in Calabria è circondata dall'eserc<strong>it</strong>o regio; il maggiore che comanda chiede se fra di loro<br />
ci siano disertori. Ne escono dieci che vengono sub<strong>it</strong>o circondati; uno si da alla fuga, due<br />
si buttano in un dirupo suicidandosi, gli altri sono fucilati sul posto senza giudizio. A<br />
Genova ci sono arresti tra i mazziniani e i garibaldini. Ci sono tutte le premesse per una<br />
guerra civile e ci sono pure le scintille per accendere gli animi.- Chiuso l'episodio<br />
Aspromonte e sciolte le brigate, Garibaldi (giugno 1867) ripropone il nodo romano, il<br />
governo lo fa arrestare e lo confina a Caprera. Garibaldi scappa, con barba tinta di nero,<br />
mentre un amico inganna i suoi custodi fingendosi al suo posto. Arriva a Firenze, nessuno<br />
lo importuna, raggiunge i suoi fedelissimi ai confini tra il Lazio e l'Umbria.. Al governo c'è il<br />
sol<strong>it</strong>o Rattazzi, che si comporta come nel 62, facendo capire che la strada per Roma sia<br />
aperta; molti si convincono che tra i due ci sia un accordo di massima: L'uno avrebbe fatto<br />
finta di disapprovare l'operato di Garibaldi per esigenze di pol<strong>it</strong>ica internazionali, il<br />
secondo avrebbe portato l'Italia a Roma con l'assenso tac<strong>it</strong>o del governo.<br />
Crispi non è d'accordo, egli sospetta che la Francia non permetterà l'occupazione<br />
di Roma. Tre anni prima, (anno 1864) c'è stato un accordo tra i due governi circa la<br />
questione romana. I francesi presidono Roma dal 1849 e sono pronti ad impedire che<br />
essa diventi cap<strong>it</strong>ale del regno d'Italia. La difesa del potere temporale del papa è per<br />
Napoleone un problema di pol<strong>it</strong>ica estera ma anche di pol<strong>it</strong>ica interna. In pol<strong>it</strong>ica estera<br />
questo stato di cose gli permette di eserc<strong>it</strong>are un certo controllo sulle cose <strong>it</strong>aliane, in<br />
pol<strong>it</strong>ica interna gli assicura l'appoggio dei part<strong>it</strong>i cattolici. Si discute e si arriva ad un<br />
compromesso: la convenzione <strong>it</strong>alo-francese del 1864.<br />
I francesi lasceranno gli stati della Chiesa, e l'Italia, rinunciando tac<strong>it</strong>amente alle<br />
proprie ambizioni su Roma, avrebbe trasfer<strong>it</strong>o la propria cap<strong>it</strong>ale a Firenze.<br />
Sono intenzioni, solo intenzioni; il giuramento di Garibaldi in una chiesa siciliana nel<br />
62, guardando i fedeli inginocchiati, ''Roma o morte'' può fare sorridere ora, ma a quei<br />
tempi un giuramento siffatto valeva e come valeva ! I volontari cominciano a<br />
guerreggiare lungo i confini del regno della Chiesa, azioni di guerriglia, un mordi e fuggi.<br />
Ma i francesi si convincono che gli accordi sono stati violati,. Si imbarca un corpo di<br />
spedizione a Tolone, che arriva a Civ<strong>it</strong>avecchia e ingaggia in battaglia i garibaldini.<br />
La differenza tra i due schieramenti sono evidentissimi: i garibaldini non sono truppe<br />
professionalmente preparati, mancano di tutto, dalle armi alla disciplina. Garibaldi e gli<br />
amici scrivono a Crispi perché si faccia promotore per raccogliere aiuti di ogni genere.<br />
Crispi si dà un bel da fare, con proclami, inc<strong>it</strong>ando tutti ad insorgere, a promuovere<br />
com<strong>it</strong>ati d'aiuto in favore dei garibaldini. Ma non si muove da Firenze; sta al gioco ma al<br />
sicuro. Il governo Rattazzi si dimette, comincia la ricerca di un uomo che abbia il coraggio<br />
di prendere decisioni impopolari e difficili. Cialdini ci prova ma sub<strong>it</strong>o dopo dà le<br />
dimissioni. La scelta cade su Menabrea, il suo primo atto è di sciogliere i com<strong>it</strong>ati pro<br />
Garibaldi che erano sorti spontaneamente in tutta Italia. Il re, tardivamente prende<br />
posizione contro i garibaldini. Tutto questo non può cambiare il corso degli eventi.<br />
Garibaldi si scontra con i francesi a Mentana; sarà la sua sola grande sconf<strong>it</strong>ta. Mentre il<br />
suo corpo di volontari si r<strong>it</strong>ira in disordine egli passa il confine tra lo stato della chiesa e il<br />
regno d'Italia. Poche ore dopo Crispi lo raggiunge. E’ stato incaricato da Menabrea di<br />
convincere Garibaldi perché si r<strong>it</strong>iri a Caprera. Il pericolo di una guerra civile è sempre<br />
alto, ambedue lo sanno.<br />
Incontra Garibaldi il 4 novembre vicino Rieti, a passo Corese, sul confine tra il Lazio<br />
e l'Umbria. E’ una giornata fredda , piove ad intervalli. Col generale pochi ufficiali che lo<br />
seguono in questa r<strong>it</strong>irata. Nessuno parla. Il gruppo sale su una carrozza ferroviaria delle