STORIA DI UNA NAZIONE - Ortigia.it

E badate che qui, per essere stato il paese provincia straniera, non s’intende più
che cosa s’intende per bene pubblico(…).
Non li temete i baroni: sono” chevaux de parade”, che fanno mostra delle loro
pretese d’indipendenza per destare timori, e invece non valgono nulla(….)
Proprio così. Cavalieri da parata e non valgono nulla.
LA STORIA DEL GRANO IN SICILIA.
In una buona annata, l’isola può raccogliere il doppio del grano necessario.-: Dopo
due annate consecutive di buon raccolto, il grano va perfino agli animali, e l’anno
successivo il terreno può stare in riposo; ma se capita un cattivo raccolto, allora il prezzo
sale e quindi si dissoda altro terreno da seminare; quando il raccolto è proprio male, allora
il grano non basta al fabbisogno e quindi è necessario importarlo.- Si calcola che questa
necessità capiti circa una volta su dieci.-
Mentre l’agricoltura negli altri paesi va sviluppandosi e modernizzandosi, l’isola non
è in grado di equilibrare il suo bilancio o vendendo il surplus all’estero o a conservarlo nei
silos.-
Dice il Mongitore (Antonio) che da quando il grano è stato introdotto nell’isola, è
stato fatto troppo poco per tenersi al passo con il mutare delle tecniche e delle
circostanze. I metodi primitivi di coltivazione, l’assenteismo dei proprietari terrieri, i
contratti di lavoro poco remunerativi, sono tutte spiegazioni del perché le cose non sono
cambiate e migliorate.-
Un rimedio proposto a Vittorio Amedeo nel 1713 a Messina da un residente
straniero è “ che li titulati non maltrattino loro vassalli, animarli a coltivare la campagna, e
non proteggere i banditi.”
Un altro possibile fattore è dovuto al progressivo aumento della siccità. Le
modificazioni climatiche dell’Africa settentrionale possono avere portato conseguenze
anche da noi.-
Capita anche che eserciti di cavallette dall’Africa settentrionale, calino in Sicilia,
distruggendo tutto; e per dieci anni di seguito.
La popolazione nel 1700 è di circa un milione d’abitanti e alla fine del secolo forse
raggiunge un milione e mezzo; conseguentemente il fabbisogno di cereali deve essere
aumentato, ma la produzione, no !-
Il Balsamo (economista dell’università di Palermo) afferma che la resa dei terreni
negli anni di buon raccolto, e in terreni fertili, normalmente non supera di sei volte il
seminato.